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SBK, gomme in crisi, gara2 con il flag-to-flag obbligatorio

Scelta obbligata da parte di Dorna dopo i numerosi problemi di durata degli pneumatici posteriori. Stessa sorte per la Supersport

SBK: gomme in crisi, gara2 con il flag-to-flag obbligatorio

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Siamo solo a metà del primo appuntamento dell’anno, ma le discussioni non si sono fatte attendere. La manche inaugurale della Superbike in quel di Philip Island ha mostrato come gli pneumatici posteriori Pirelli fatichino a sopportare la pista australiana, surriscaldandosi eccessivamente e subendo la creazione di bolle che, nella peggiore delle ipotesi, possono portare allo scoppio della stessa gomma.

Una situazione ovviamente ad alto rischio, come evidenziato tra gli altri nel dopo gara da Jonathan Rea, ed a causa della quale Dorna ha dovuto prendere una decisione drastica quanto clamorosa. Per la prima volta infatti in Superbike sarà imposto un flag-to-flag obbligatorio, in cui i piloti dovranno rientrare ai box per cambiare il pneumatico posteriore. Entrando nello specifico, questo dovrà accadere tra il decimo ed il dodicesimo giro, mentre la distanza di gara resta di 22 giri.

Il flag-to-flag dal canto suo è già presente nel regolamento delle derivate di serie, ma solo in caso di un cambiamento delle condizioni della pista. Sarà dunque una storica prima volta, a meno che non piova prima dello start: in quel caso non vi sarebbero problemi, dato che le gomme da bagnato non hanno mostrato i problemi delle loro sorelle da asciutto. Tutto questo varrà anche per la Supersport, in una gara che era già stata accorciata di due tornate per il medesimo problema.

La pista di Philip Island non è comunque nuova a situazioni del genere. Nel 2013 infatti avvenne la stessa situazione in MotoGP, quando le Bridgestone si rivelarono inadatte a reggere l’urto dell’intera corsa. La finestra per il cambio fu fissata tra la nona e la decima tornata, con Marc Marquez che rientrò in ritardo e venne di conseguenza squalificato.

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