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SBK, al via: Kawasaki sfida Ducati, Yamaha pronta a far saltare il banco

L'ANALISI - Tutte le moto sotto la lente d'ingrandimento con la ZX-10 RR grande favorita alla ricerca del poker con Johnny Rea

SBK: al via: Kawasaki sfida Ducati, Yamaha pronta a far saltare il banco

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Fuoco alla polveri a partire da questa notte per il primo round del Mondiale Superbike. A Phillip Island c’è grande attesa per la stagione 2018, dove Kawasaki punterà a confermare il proprio dominio con il solito Johnny Rea.

Di sicuro la concorrenza non vorrà rimanere a guardare e Ducati farà di tutto per mettere in discussione il potenziale mostrato negli ultimi anni dalla ZX-10 RR. Occhio poi alle mine vaganti, è il caso di Yamaha, che potrebbe inserirsi nella bagarre per centrare una vittoria che manca da troppo tempo, usufruendo delle novità regolamentari. E che dire poi della Honda, capace di impressionare con Leon Camier in occasione dei test invernali.

In attesa del semaforo verde, abbiamo analizzato tutte e sette le moto che si presenteranno ai blocchi di partenza con pregi e difetti.

KAWASAKI:  LA STELLA – Non può che essere la ZX-10RR il punto di riferimento in pista e a dirlo sono i numeri, che vedono la giapponese imbattuta negli ultimi tre anni. Un binomio vincente quello tra Rea e Kawasaki pronti a sognare un memorabile poker. Anche durante l’inverno il nordirlandese ha fatto la voce grossa, nonostante sia stato costretto a confrontarsi con la riduzione di 900 giri al motore come imposto da regolamento.

DUCATI: DUE PUNTE PER SOGNARE – Rischia di essere proprio il bicilindrico di Borgo Panigale quello più danneggiato dal cambio regolamentare, azzoppato addirittura a 12.700 giri. Melandri infatti non ha utilizzato troppi giri di parole nel sottolineare le difficoltà della Rossa in curva. Di sicuro la ciclistica della Panigale è uno degli aspetti più incoraggianti, che abbinato all’anno in più di esperienza del ravennate lasciano fiducia. Non bisogna nemmeno scordarsi di Davies, anche se i problemi di salute sembrano ancora farsi sentire per il gallese. Phillip Island scioglierà tutti i dubbi.

YAMAHA: ORA O MAI PIU’ – Adesso è arrivato il momento di vincere, perché il digiuno è durato troppo a lungo. Il round australiano potrebbe quindi essere l’appuntamento ideale per salire sul gradino più alto del podio, Lowes e van der Mark lo sanno bene. Dal punto di vista del regolamento, la R1 rimane è tra le favorite con i 14.700 giri al motore e la base di partenza appare solida dopo l’esperienza delle ultime stagioni.

HONDA – ANNO NUOVO, AMBIZIONI NUOVE:  L’inverno ha scacciato tutti i fantasmi dello scorsa stagione, che ci avevano mostrato una Fireblade lenta e deludente. Leon Camier ha infatti portato nel team tante ambizioni, mostrando la proprio velocità sul giro secco. Resta però da capire quello che sarà il potenziale sul passo gara, aspetto che lascia ancora qualche perplessità al britannico. In seguito si aspetta la centralina Magneti Marelli, al momento utilizzata soltanto dal squadra Triple M di PJ Jacobsen.

APRILIA – IL MOMENTO DELLA VERITA’: Quanto ci manca una RSV4 sul podio in Superbike. Ancora una volta le speranze della Casa di Noale saranno riposte in Lorenzo Savadori e Eugene Laverty, a cui toccherà tenere alta la bandiera Aprilia. Si riparte da quanto visto lo scorso anno, ovvero una moto che sa abbinare potenza e precisione nelle linee.

BMW – SPERANZA FRANCESE PER TORNARE GRANDE: Vive la France, potrebbe essere questo lo slogan che saluta il ritorno di Loris Baz nelle derivate. Genesio Bevilacqua ha deciso di puntare su un solo pilota per il 2018 e il transalpino è partito col piede giusto, in sella a una moto che non presenta sostanziali cambiamenti. Difficile puntare al podio, meglio quindi riuscire ad entrare tra i primi cinque per poi alzare l’asticella.  

MV AGUSTA – ALLA RICERCA DELLA POTENZA:  E’ proprio questo ciò che manca alla Casa di Schiranna per spiccare definitivamente il volo, mettendoci anche la giusta dose di affidabilità. La squadra riparte da Jordi Torres, potendo fare affidamento su una moto che non ha nulla ad invidiare alle altre in termini di ciclistica. Basterà questo per mettere nel mirino i migliori? Toccherà allo spagnolo dircelo.   

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