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SBK, Dosoli: Yamaha non ha bisogno del nuovo regolamento per essere veloce

Parla il project manager: "La crescita è emersa già dallo scorso Campionato e ora puntiamo a essere regolarmente sul podio a ogni gara"

SBK: Dosoli: Yamaha non ha bisogno del nuovo regolamento per essere veloce

Ancora una settimana d’attesa e poi le derivate scenderanno in pista a Phillip Island per l’ultimo test prima del via della stagione. Due giorni di tempo per affilare le armi e farsi trovare pronti in vista del debutto. I precedenti appuntamenti di Jerez e Portimao hanno esalto la Kawasaki di Johnny Rea, ma allo stesso tempo le Yamaha di van der Mark e Lowes, ambiziose di recitare una parte da protagonista. C’è quindi fiducia nel volto di Andrea Dosoli in vista del Mondiale.

Dosoli, partiamo dalle ultime due uscite. Ormai la Yamaha non è più una sorpresa.

“I recenti risultati sono il frutto di un cammino intrapreso da tempo, che ha visto una crescita costante in termine di prestazioni – ha esordito il Project Manager – siamo entusiasti, perché sia Alex che Michael hanno dimostrato di essere competitivi in entrambi i tracciati”.

In molti sostengono che la competitività della R1 derivi del nuovo regolamento. Quanto c’è di vero in questa frase?

Non credo sia proprio così – ha sottolineato Dosoli – non è la modifica regolamentare a farci andare più veloce, semmai il fatto di aver lavorato su diversi dettagli nella seconda parte dello scorso Campionato. Adesso abbiamo l’esperienza che serve e l’obiettivo è quello di puntare regolarmente al podio ogni fine settimana”.

In cosa è cresciuta la R1?

Il lavoro sui dettagli è stato fondamentale, ci sono state ottime risposte dalla ciclistica e adesso vogliamo confermare il nostro lavoro in Australia. Insieme alla squadra abbiamo tracciato una strada da seguire”.

Ha accennato l’Australia. Come ben sappiamo Phillip Island è una pista particolare, può essere l’occasione giusta per provare subito a vincere?

“Il tracciato è particolare e la sfida sarà sicuramente aperta – ha avvisato -  nelle passate stagione abbiamo quasi sempre assistito a una grande bagarre per la vittoria. Dovremo dimostrarci costanti e pronti a sfruttare ogni occasione”.

Cosa ne pensa del nuovo regolamento? A quanto pare sono emerse molte perplessità.

Ritengo questa modifica positiva per il Campionato e allo stesso tempo conferma l’impegno di Dorna e FIM nel rendere il Mondiale sempre più avvincente. Mi aspetto quindi un Campionato dove il gap tra Case diminuirà”.

A tenere banco nel 2018 c’è anche il mercato, dato che Lowes e van der Mark sono in scadenza.

Vero – ha confermato – l’obiettivo di Yamaha è come sempre quello di puntare alla continuità, di conseguenza la nostra idea è proseguire con questi due piloti”.

Nella passata stagione si è parlato molto di van der Mark. Secondo lei è pronto per la MotoGP?

“Michael è ragazzo di talento che nel proprio lavoro cura ogni singolo dettaglio come pochi altri. Personalmente credo sia giusto lasciarlo concentrato sulla Superbike, dato che le derivate rappresentano la priorità”.

Nella seconda metà del 2017 abbiamo assistito alla crescita della Yamaha in Superbike, mentre in MotoGP la M1 ha faticato. L’ha colpita questa involuzione?

La MotoGP non è campo di mia competenza, personalmente non me la sento di dare un giudizio. Abbiamo comunque visto Vinales e Rossi vincere delle gare e sono convinto che la M1 2018 sarà competitiva”.

Torniamo alla Superbike. Spesso si sente dire che manchi un personaggio per aumentare l’appeal del Circus. Condivide?

“Io la penso diversamente – ha sottolineato Dosoli – di personaggi ce ne sono diversi nel nostro paddock, il problema è che le loro storie non vengono mai raccontate. Sarebbe interessante fare conoscere i nostri piloti, descriverli. Prendo come esempio Lucas Mahias, un ragazzo che non ha mai avuto modo di disputare una stagione completa e alla prima occasione ha vinto il titolo della SuperSport”.

Un’ultima battuta: a Jerez abbiamo visto Canepa molto veloce. Quando lo vedremo in pista?

“Stiamo ancora definendo – ha concluso - ci sono un paio di idee come Donington e Magny-Cours”  


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