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MotoGP, La guerra delle ali: in arrivo un'altra stretta

PRIMA PARTE Parla Corrado Cecchinelli: "Non siamo contrari all'evoluzione aerodinamica, purché non si giochi con la sicurezza e a costi ragionevoli"

MotoGP: La guerra delle ali: in arrivo un'altra stretta

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Quando il tema della pericolosità delle ali sembrava ormai sopito, con la soluzione Ducati presentata l’anno passata che prevedeva ali ‘intubate’, a Sepang tutte le nuove MotoGP presentavano soluzioni aerodinamiche inedite che si sono spinte ben al di là dell’inventiva di Gigi Dall’Igna.

In realtà a prima vista è parso che alcuni team non avessero fatto alcuno studio, limitandosi a raccordare le ali alla carena della moto con una bandella in modo da minimizzare l’effetto negativo del ‘drag’ aerodinamico, con perdita di velocità sul dritto, recuperando nel contempo la deportanza persa.

Considerando tutti i discorsi inerenti alla sicurezza non si può non notare che se prima le ali si potevano staccare in seguito anche ad urti di lieve entità oggi, con le soluzioni proposte, non dovrebbero, essendo fissate assai più solidamente alla carenatura. Segno evidente che il regolamento o è stato applicato in modo sbagliato o è lacunoso.

Corrado Cecchinelli, Director of Technologies

“In seguito ad una richiesta della FIM, i piloti hanno sottoposto il tema in Safety Commission - spiega Corrado Cecchinelli, Direttore della Tecnologia del Motomondiale, ruolo che ricopre da diversi anni dopo tanti successi conseguiti in Ducati – quindi sono stati deliberati due provvedimenti con la riscrittura di una parte di regolamento. Il primo, relativo alla sicurezza:  si è deciso di specificare che sulle moto non avrebbero dovuto esserci forme esterne alla carena con il rischio di aggancio fra piloti. Il secondo, relativo al contenimento dei costi, consisteva in una limitazione della quasi totale libertà aerodinamica precedente”.

In Malesia abbiamo visto ogni tipo di forma: la Ducati ha inscatolato le ali, la Suzuki le ha rovesciate e la Yamaha ha aggiunto delle semplici bandelle per aggirare il regolamento. Una soluzione che, seppure più sofisticata, ha adottato anche la Honda.

Essendo sul posto ci siamo informati e abbiamo ricevuto conferma che le ali sfoggiate per esempio dalla Yamaha sono state approvate. Da chi?

Lo ricordiamo: ogni carenatura deve essere approvata singolarmente da Danny Aldridge, e che sono omologabili due carenature all’anno per ogni singolo pilota.

Cecchinelli analizza come hanno ragionato le Case costruttrici in fase di progetto e realizzazione.

La Yamaha ha aggiunto alle sue 'pinne da pescecane' una bandella che ne unisce le estremità alla carena

“Quasi tutti i costruttori hanno pensato di inscatolare le ali – spiega - realizzando strutture chiuse. Alcuni all’interno della scatolatura hanno inserito ali aggiuntive per ottenere la maggiore deportanza possibile. C’è da sottolineare come il regolamento tecnico non vieti le bandelle laterali che congiungono le ali al piano della carena”.

Come in Formula 1, anche nelle moto la capacità interpretativa confina con il limite concesso dal regolamento stesso. Corrado svela il protocollo che controlla eventuali irregolarità.

La Suzuki sembra aver fatto uno studio presentando uno spoiler che è un'ala rovesciata

 “Il direttore tecnico deve giudicare e deliberare il disegno finale, controllando l’aspetto sicurezza. Il problema è il peso della soggettività in questo giudizio. Non esistono criteri matematici, non ci sono numeri scritti. Le forme ora sono meno pericolose che in passato ma, secondo noi, non sufficientemente sicure. Quindi il provvedimento relativo alla sicurezza si è rivelato debole, perché sottoposto ad un giudizio finale determinato da soggettività. Debole è anche il provvedimento sul contenimento dei costi: la possibilità di rimuovere materiale dalla carena è stato interpretato dai costruttori come una libertà, con la conseguenza di realizzare la carena in più pezzi. In pratica hanno prodotto tanti diversi pezzi, intercambiabili fra di loro, in modo da poter cambiare configurazione a seconda delle esigenze”.

L'Aprilia a Sepang sulla RS-GP '18 ha presentato la sua versione delle ali intubate

E’ evidente che a questo punto è nuovamente necessario un intervento regolamentare.

“La proposta 2019 dovrà irrobustire entrambi i temi – puntualizza Cecchinelli - per la sicurezza ci saranno voci che impediranno alcune forme e introdurranno numeri relativi agli angoli permessi, quali possibili fonti di pericolo. Sceriveremo dei numeri che descrivano sagome ben precise. Per i costi, introdurremo inoltre un paragrafo che imponga, pur con carene composte da tanti pezzi, una sola evoluzione all’anno. C’è da aggiungere che noi non siamo contrari a studi aerodinamici volti all’ottenimento di una maggiore deportanza sulla moto, questo però se i costruttori continueranno a fare carenature che migliorano aerodinamica e sicurezza mantenendo anche costi ragionevoli”.

(con la collaborazione di Mirko Colombi)

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