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MotoGP, Granado: voglio seguire le orme di Alex Barros

Dal Brasile al Mondiale passando per la Spagna: "arrivai in Moto2 troppo giovane, fu uno sbaglio. Correre con la Suter ha un valore particolare"

MotoGP: Granado: voglio seguire le orme di Alex Barros

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È difficile, quando si pensa al Brasile, che vengano alla mente le moto, più facilmente il calcio, le spiagge bianche e il carnevale. Vero, c’è stato Alex Barros, ma sembrava fosse la classica eccezione alla regola. Fino a oggi, perché Eric Granado da San Paolo è il campione europeo Moto2 in carica e si prepara a tornare nel Mondiale con il Team Forward.

Quanto è difficile iniziare a correre in Brasile? Basta dire che mio padre, quando avevo 6 anni, era dovuto andare fino in Argentina per comprarmi una minimoto - racconta - Non c’erano campionati promozionali, al primo in cui ho corso partecipavamo in 5”.

Trasferirsi in Europa è stata una scelta obbligata…
“Nel 2006 sono andato in Spagna, ho corso nella Cuna de Campeones. Ho vinto due volte quel campionato e anche il Mondiale con le Metrakit”.

Fino ad arrivare al Mondiale Moto2.
Sì ed è stato un errore, era il 2012 e iniziai dal GP di Silverstone, avevo compiuto 16 anni il giorno prima. Mi offrirono un contratto di 3 anni e dissi di sì, ma ero troppo giovane. Scesi in pista e mi trovai contro gente come Redding e Marquez, praticamente mi fecero a pezzi (ride)”.

Quale fu la soluzione?
Fare un passo indietro, andare in Moto3 con il team Aspar con cui ho corso due anni. Il problema era la mia stazza, c’era Vazquez che pesava 55 kg, io 65 e non mangiavo nulla. Ci provavo ma cadevo molto, nel 2013, a Phillip Island, finii a terra e mi fratturai 5 vertebre. In quel momento dissi basta, dovevo fare un altro passo indietro”.

E hai scelto il CEV in Moto2.
Sì, un progetto di 3 anni, a lungo termine. Nella prima stagione arrivai 6° in campionato, 4° in quella successiva, mentre quest’anno ho vinto il titolo e 6 gare. Questo è il momento giusto per fare il Mondiale, sono maturato e ho l’età giusta”.

Intanto lo scorso anno sei stato anche campione brasiliano in SBK.
L’ho fatto per gli sponsor, ma è stata un’esperienza molto utile perché gareggiando con moto che hanno tanti cavalli ho imparato a gestire meglio la potenza. Quando sono tornato sulla Moto2 mi sembrava tutto più semplice”.

Ti sei scontrato anche con una leggenda del motociclismo brasiliano…
Alex Barros! È arrivato secondo in campionato e, credetemi, ci dà ancora un gran gas! Sul giro secco è molto forte, poi si stanca vista l’età. Lui è un grandissimo pilota, debuttò in 500 a soli 19 anni”.

Gli chiedi consigli?
Sì, siamo molto amici e anche lo scorso anno mi ha aiutato per trovare la squadra con cui correre. Mi dice sempre di state calmo, si fare un passo alla volta. Quando arrivai nel Mondiale a 16 anni mi aveva avvertito che era troppo presto per quel salto, ma ero giovane e non lo ascoltai. Alex ha una grande esperienza e ha fatto la storia del motociclismo in Brasile. Da parte, mia voglio continuare quello che lui ha iniziato.

Senti una responsabilità in questo senso?
Il Brasile da il tifo per me, ma sono io a mettermi pressione, a volere raggiungere determinati risultati”.

Come ti trovi con la squadra e con Mauro Noccioli, il tuo capotecnico?
Mi piace molto perché è molto calmo e ci capiamo al volo, abbiamo la stessa visione delle cose”.

Cosa dici della scelta di correre con la Suter?
So che la Kalex è una moto veloce, ma la Suter è un’opzione interessante. Avremo un supporto ufficiale e riceveremo per primi tutti gli aggiornamenti, con Kalex non sarebbe stato così”.

Cosa puoi dire della moto?
Nonostante corressi da 3 anni con la Kalex, dopo due giorni di test sono riuscito ad abbassare i miei tempi. Poi c’è un altro fattore”.

Quale?
Ottenere un buon risultato con la Suter avrebbe un valore completamente diverso. Sono molto amico con Vierge, che ha corso con la Mistral di Tech3, e mi confermava questo aspetto. Alla fine, se hai attorno la gente giusta, metti a posto la moto e lavori sodo, puoi fare tutto”.

Fra pochi giorni a Valencia si inizia con i test…
È stato l’inverno più lungo della mia vita, dopo una stagione in cui vinci non vorresti mai fermarti. Conosco quanto sia il Mondiale e quanto sia difficile. In passato nel CEV ho corso contro piloti fortissimi, per esempio Rins, Folger e Zarco, alcuni come Navarro, Bagnaia e Fenati li ritroverò come avversari. Sarà bello”.

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