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MotoGP, Taramasso: per Michelin evoluzione senza rivoluzione

"Puntiamo sulla stabilità, carcasse e profili non cambieranno nel 2018. L'anno scorso solo 7 casi di gomme difettose ma miglioreremo"

MotoGP: Taramasso: per Michelin evoluzione senza rivoluzione

Stabilità, è questa la parola d’ordine di Michelin per il 2018. Al loro terzo anno, le gomme francesi vogliono raggiungere la loro maturità in MotoGP, niente esperimenti o cambi in corsa ma un’evoluzione delle coperture usate nella scorsa stagione.

Ce lo hanno chiesto team, i piloti e gli organizzatori - conferma Piero Taramasso, responsabile delle due ruote per Michelin - Nei primi due anni abbiamo apportato parecchi cambiamenti alle nostre gomme, perché dovevamo svilupparle ma ora siamo arrivati alle prestazioni che volevamo”.

Non ci saranno novità in questi test?
La costruzione e il profilo delle nostre gomme per il 2018 saranno identici a quelli usati lo scorso anno e non cambieranno durante la stagione. Oggi, essendo il primo giorno di test, abbiamo fornito ai piloti le stesse gomme usate nell’ultimo GP qui in Malesia”.

E domani?
Chiederemo loro di provare due nuove mescole per l’anteriore. Stiamo parlando di coperture dure, quindi adatte a circuiti come questo, Losail, Termas de Rio Hondo e Austin. Se i piloti le approveranno, le introdurremo fra quelle a loro disposizione”.

Anche il posteriore sarà oggetto di evoluzioni?
Abbiamo una nuova mescola, in questo caso parliamo di media, e l’obiettivo è che garantisca maggiore aderenza senza compromettere la durata”.

Avete lavorato anche sugli pneumatici da bagnato?
C’è un piccola novità per quest’anno: tutti i posteriori rain saranno asimmetrici in modo da adattarsi al meglio a ogni circuito. I piloti li hanno potuti provare questa mattina e i loro commenti sono stati positivi, i tempi sul bagnato sono stati migliori di quelli nel GP”.

L’anno scorso, i piloti si lamentavano del fatto che il range di funzionamento delle Michelin fosse molto ristretto…
È un aspetto su cui abbiamo lavorato già durante il 2017, ma bisogna avere ben presente un fattore. Il nuovo regolamento prevede 3 opzioni diverse di gomme sia all’anteriore che al posteriore, se si aumenta troppo il range c’è il rischio che si sovrappongano e poi i piloti direbbero che non c’è differenza tra loro”.

Qual è la soluzione?
Vogliamo tre gomme, in mescola soffice, media e dura, che siano differenti fra loro e che possano percorrere la distanza di gara. L’obiettivo è che ogni pilota possa trovare lo pneumatico migliore per lui”.

Ci state riuscendo?
“Lo scorso anno, in più degli 80% dei Gran Premi, sono state usate in gara 5 delle 6 opzioni disponibili.

Un tasto dolente è quello della difettosità degli pneumatici, da quello che si sente nel paddock…
Stiamo lavorando sulla qualità delle nostre gomme, analizzando ogni aspetto. Ci sono state parecchie lamentele nella scorsa stagione ma non tutte avevano un fondamento tecnico”.

Quante lo avevano?
Dopo i nostri controlli, abbiamo identificato solo 6 o 7 casi in cui ci sono stati reali problemi. Molte volte i piloti percepiscono un comportamento diverso dalla gomma, ma è dovuto a diverse condizioni della pista o da modifiche all’assetto”.

Sei soddisfatto anche sotto questo aspetto?
Assolutamente no, la qualità è sempre stata un punto di forza di Michelin e dobbiamo migliorare.


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