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SBK, Baz: lascio la MotoGP, avrei dovuto pagare per correre

Tornando in Superbike, il francese sottolinea: "io non lo ho mai fatto, sono contento dei risultati ottenuti. Zarco è stato bravissimo"

SBK: Baz: lascio la MotoGP, avrei dovuto pagare per correre

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Loris Baz torna all’ovile delle derivate di serie, vantando un curriculum di tutto rispetto: campione Superstock 600 nel 2008, vincitore del prestigioso Bol D’or, ha calcato il gradino più alto del podio in Superbike due volte, salendo sugli altri in quattordici occasioni.

Quando si presentò nel Motomondiale, il paddock lo accolse con qualche scetticismo:al mio arrivo in MotoGP trovai più di un detrattore -ricorda Loris- che avrebbe scommesso volentieri contro di me; per alcuni, io ero un pilota troppo alto e pesante, incapace di correre su una moto da Gran Premio. Pronosticarono solo qualche gara e tante delusioni per me, invece, al primo anno riuscii ad arrivare quarto a Misano con la Yamaha Forward e, nelle stagioni successive, ho dimostrato di andare forte con la Ducati Avintia. Considerando la mia stazza e le moto private che guidavo, sono orgoglioso della mia esperienza nella Top Class”.

Che idea ti sei fatto della MotoGP?

Il livello della competizione è altissimo, nella Classe Regina vanno tutti forte dal primo all’ultimo; il mezzo tecnico conta parecchio, così come il ‘pacchetto’ completo: sprovvisti di una moto ufficiale e di un team competente, è impossibile mettersi in luce in MotoGP. Gli avversari? I cognomi parlano da soli: Rossi, Dovizioso, Lorenzo, Vinales… e poi, Marc Marquez, uno che vincerebbe il titolo con qualsiasi moto, purchè questa sia una factory”.

Che ne pensi del tuo connazionale Zarco?

Johann ha avuto una stagione davvero bellissima, andando molto forte; è stato uno dei piloti più veloci arrivati con una moto satellite, ricordandomi Ben Spies al suo primo anno: il team Tech3 è, insieme a quello di Cecchinello, la squadra privata migliore, la Yamaha M1 era buona e lui si è trovato bene con il suo capotecnico. Nessuno se lo aspettava così forte e nulla arriva per caso o fortuna, lui ha meritato i risultati ottenuti. Quest’anno vedremo se Johann sarà ancora più competitivo”.

Perché tu non sei rimasto un altro anno nei GP?

“Volevo rimanere, ma il team Avintia aveva altre priorità. Serviva un budget consistente per prolungare il nostro accordo, ed io ne ero sprovvisto, non avendo mai pagato per correre. Anche Hector Barbera ha lasciato il team, tornando in Moto2, per i motivi appena citati”.

Il paddock delle derivate apre nuovamente le porte a Baz, sapendo che egli si farà rispettare ancor di più rispetto al già brillante passato: tornare su una Superbike è stato strano, specialmente nei primi giri di pista -rivela- ma la S1000RR è eccellente. Il telaio della BMW è davvero valido, il punto da migliorare è l’elettronica. Sono nel team Althea, una squadra vincente e che conosco bene, abbiamo le carte in regola per ottenere ottimi risultati. Mi sento migliorato come pilota: in MotoGP ho lavorato insieme a vere e proprie leggende ed al loro fianco ho imparato ad evolvermi in ogni aspetto, dalla guida alla ricerca del set up ottimale. L’esperienza maturata in MotoGP mi servirà  e potrò aiutare il team BMW Althea Superbike”.

Nel frattempo, che idea ti sei fatto del campionato nel quale tornerai?

“Posso dire che Rea era già fortissimo prima di andare in Kawasaki, con la Honda Johnny ha vinto tante gare, a volte era imbattibile. Nel team Provec Rea ha trovato un pacchetto completo: la ZX10RR è vincente, la squadra è di alto livello e l’unione, come in altri sport, ha fatto la forza”.

Quale è il tuo obiettivo 2018?

Voglio migliorare la moto, sfruttando l’esperienza nei Gran Premi. Noi di Althea non siamo una formazione ufficiale ma proveremo a fare bene, voglio lottare per il podio, provando a rendere dura la vita a Rea e Davies in più occasioni, lottando con tutte le mie forze”.

Lottando con tutte le sue forze; in questo aspetto, Baz somiglia molto al suo idolo di sempre:i miei genitori erano nel mondo delle corse -racconta il francese- mi hanno dato il nome Loris in onore di Capirossi. Di conseguenza, io ho iniziato ad ammirare Capirex, sino a diventarne un suo convinto tifoso, portando in gara lo stesso numero 65. Quali sono le caratteristiche con lui in comune? Bè, fisicamente poche: lui è basso ed io sono alto, però, la nostra guida è diversa ma… spero che la gente mi accosti a Capirossi, lui è una brava persona ed è riuscito a trasmettere la sua passione per le corse a tanti fans”.

 

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