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Botturi: "La Dakar? Un'esperienza che ti segna la vita"

ESCLUSIVA - Alessandro al via del Raid "Solo disputandolo capisci il significato del Mal d'Africa, in cuore mio sento di essere un dakariano"

Dakar: Botturi: "La Dakar? Un'esperienza che ti segna la vita"

Non è una gara come tutte le altre, in cui i piloti sono impegnati a compiere un determinato numero di giri sullo stesso tracciato. Più che una corsa, la si potrebbe definire a tutti gli effetti un’avventura che unisce gioia, dolore, rabbia, paura e tensione. Da una parte c’è la natura e dall’altra l’uomo, che con la sua interpretazione e il coraggio si spinge verso l’ignoto, spostando i propri limiti e andando alla ricerca di sé, preferendo a volta l’utilizzo della propria ragione a quello di un dispositivo elettronico.

La 40^ edizione della Dakar, che sabato scatterà da Lima, sarà la sesta per Alessandro Botturi. Ancora una volta il pilota bresciano della Yamaha avrà il compito di tenere alto il tricolore e allo stesso tempo comandare la pattuglia azzurra. È proprio lui a portarci nel cuore del RAID.

Come già sapete quest’anno non sono nel team ufficiale – ha esordito il lombardo - di conseguenza sarà un vantaggio, dato che avrò meno pressioni e per certi versi non sarò obbligato ad ottenere il risultato a tutti costi”.

Più volte hai detto che la Dakar è una corsa che si corre insieme alla propria squadra.

Certo – ha sottolineato  Botturi – insieme al team trascorri oltre venti giorni e i ragazzi diventano a tutti gli effetti una famiglia. Il loro contribuito è fondamentale, non solo per quanto riguarda il lato tecnico, ma anche quello morale, dato che alla sera arrivi sempre stremato e fare due battute con il gruppo è un bene per la mente”.

Com’è struttura la giornata di un pilota alla Dakar?

Alle tre di notte subito giù dal letto, mentre alle quattro si è già in moto – ha spiegato -  perché ci sono i trasferimenti e in seguito le prove. Solitamente verso le quattro del pomeriggio arrivo a fine tappa, mi trattengo cinque minuti col meccanico per dargli le indicazioni, in seguito subito doccia. Questo è uno dei momenti più attesi, dato che dopo dodici ore mi tolgo finalmente la tutta”.

Non è finita qua, giusto?

Esatto, mangio qualcosa al volo e dormo per un’ora. Il riposo post prova è fondamentale, perché poi devi mettere giù il road book e bisogna essere lucidi, dal momento che serve circa un’ora e mezza-due. In seguito c’è il briefing e tutta la preparazione del materiale per il giorno seguente”.

Bisogna quindi essere scrupolosi nel curare tutto in ogni minimo dettaglio.   

“Alla Dakar serve costanza, pazienza e determinazione – ha sottolineato Botturi -  l’aspetto mentale fa la differenza, perché ogni giorno sei già proiettato a quello seguente e non puoi farti trovare impreparato. Magari arrivi ad alta quota e sai che devi portarti dietro le pastiglia per l’altura, mentre quando ci sono le dune serve quella per il mal di mare. Non puoi permetterti di sottovalutare nulla”.

Cosa rappresenta per Alessandro Botturi la Dakar?

“Sono sempre stato appassionato di questa specialità – ha commentato il pilota Yamaha - è una grande avventura che ti segna la vita. Dopo averla corsa capisci perché ti viene il Mal d’Africa, infatti a distanza di un mese dalla conclusione stai già pensando all’edizione seguente. Ci sono diversi aspetti da curare, la preparazione fisica, il lato economico, che ovviamente ha un suo peso”.

Ti ha quindi colpito nel cuore questo RAID?

Esatto, è una parte di me con cui ho legato e mi sento a tutti gli effetti un Dakaraino”.

Alessandro, passiamo ora alla gara. Purtroppo lo scorso anno non è andata nel verso giusto.

“Peccato per quei cinque minuti di penalità iniziali e gli altri venti – ha ricordato -poi c’è stata quella caduta che ha mandato in fumo le mie ambizioni. In una gara come questa bisogna cercare di limitare i rischi, cercando di tenerli lontano”.

L’edizione 2018 potrebbe quindi essere quella del riscatto. Con quali stimoli la affronterai?

Purtroppo arrivo a questo appuntamento dopo le ultime due edizioni che si sono rivelate complicate – ha ammesso il pilota bresciano - farò di tutto per essere costante e avere il ritmo come dimostrato al Panafrica. L’obiettivo è quello di finire la gara e cercare di rimanere tra i primi dieci. Sarà quindi fondamentale trovare la forma – ha aggiunto - in alcuni casi capita di arrivare a questo RAID troppo allenato e quindi può succedere di faticare”

Quest’anno la Dakar si fa in tre. Oltre a Bolivia e Argentina c’è anche il Perù. Quali saranno i momenti fondamentali.

“Nella prima settimana mi aspetto un gruppo compatto, dove i distacchi saranno ridotti – ha spiegato Botturi – arriveremo già in altura nel corso della terza e quarta tappa, poi la giornata di riposo sarà ai 4000 metri di La Paz. Non sarà così facile recuperare le energie vista l’altitudine – ha proseguito – quando il RAID sbarcherà in Argentina inizieranno le difficoltà, penso infatti alle prove di Belen e Fiambalà”.

Ultima battuta: l’avversario da battere sarà Sunderland o Price?

“Le KTM sono le favorite, però io dico di fare attenzione a Matthias Walkner. È un pilota molto veloce e in Marocco si è rivelato competitivo. Poi ovviamente c’è la Honda con Barreda e Yamaha”.  

    

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