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SBK, Dosoli: Solo Kawasaki e Ducati meglio della Yamaha

"van der Mark ha il carisma per diventare il pilota che serve alla SBK, Lowes ha stravolto il proprio metodo di lavoro"

SBK: Dosoli:  Solo Kawasaki e Ducati meglio della Yamaha

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L’anno di apprendistato è ormai alle spalle e in casa Yamaha si guarda al 2017 con fiducia. Il volto di Andrea Dosoli lascia ben pochi dubbi, perché durante l’inverno le domande hanno finalmente trovato una risposta. Sarà una R1 rapida e più competitiva quella che si appresta a volare a Phillip Island con il sogno di provare a rendere la strada in salita a Kawasaki e Ducati, apparse al momento su un altro pianeta.

Da dove si riparte?

“Dall’esperienza del 2016, migliorando quelle aree in cui abbiamo sofferto. C’è stato un passo avanti dal punto di vista tecnico, ridefinendo l’organizzazione del lavoro in pista. Un team privato non può puntare da solo a determinati risultati, di conseguenza Yamaha ha aumentato il numero delle persone in circuito, tanto che saranno sempre presenti due ingegneri durante i weekend di gara. Adesso andremo a Phillip Island dove faremo ulteriori valutazioni per il Campionato”.

Cosa ha di nuovo questa moto rispetto alla precedente?

“Siamo riusciti a migliorare il grip e l’uscita di curva. In passato la Yamaha soffriva le curve lente, abbiamo lavorato gestendo meglio la coppia, le calibrazioni e i settaggi. Fino ad oggi ogni tutti i nostri sforzi si sono concentrati in ottica gara utilizzando pneumatici usati e mettendo da parte il cronometro”.

Cosa manca ancora?

“Al momento non vedo grosse lacune in un determinato settore, forse c’è ancora qualche piccolo aggiustamento da fare sul set-up. Nel 2016 volevamo rimanere tra i primi cinque-sei, purtroppo abbiamo dovuto fare i conti con i tanti infortuni dei nostri piloti”.

Il vostro traguardo è il podio?

In questo momento non so se riusciremo a lottare per il podio, ma di certo abbiamo una base solida per provarci”.

Van der Mark è la novità. Cosa l’ha colpita?

“Michael ha grande fiducia in se e sa benissimo cosa serve per essere competitivo, senza farsi prendere dall’ansia del cronometro. Ogni weekend non si tira mai dietro e pensiamo possa essere nelle posizioni di vertice”.

Poi c’è la conferma Lowes.

“In passato ha fatto diversi errori, pagati a caro prezzo, ma ora ha stravolto il proprio metodo di lavoro È un talento naturale che ha bisogno di un aiuto per migliorarsi. Ha un obiettivo ben definito nella mente, ovvero lavorare costantemente in ottica gara, senza cercare a tutti i costi i tempi sul giro secco”.

Dove parte la Yamaha?

“Credo che Kawasaki sia la favorita, poi c’è la Ducati, in seguito possiamo esserci noi, tentando di mettere in difficoltà i nostri rivali in qualche occasione”.

Potrebbe esserci un testa a testa con Honda?

“La nostra non deve essere una sfida contro Honda, bensì cercare di ricucire il margine dai primi, perché il confronto è con i migliori”.

Il 2017 è l’anno delle novità in SBK. Cosa manca ancora?

“Sono stati fatti dei passi avanti notevoli per rendere sempre più appetibile il Campionato. Forse serve un pilota carismatico e dobbiamo lavorare per cercarlo”.

Van der Mark può essere il pilota giusto?

“Ha le caratteristiche per farlo, ma credo anche Alex”.     

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