Tu sei qui

MotoGP, Vinales: "Il titolo? È il minimo con questa squadra”

Maverick lancia la sfida: "Con Rossi il vero duello sarà negli ultimi giri. Marquez? Su certe piste è impossibile batterlo"

Vinales: "Il titolo? È il minimo con questa squadra”

di Nico Condorelli

“Scegliamo di fare la storia”: questo l’hashtag con cui oggi a Madrid il team Movistar Yamaha ha voluto celebrare il lancio del suo nuovo gioiello con cui affronterà i 18 circuiti del mondiale nel 2017. Riflettori puntati sul Dottore, vice-Campione uscente nell’ultimo triennio; ma c’era molta curiosità anche ad accompagnare la prima uscita ufficiale di Maverick Vinales con i nuovi colori.

Campione del mondo nel 2013 in Moto3, il giovane talento di Figueres si è fatto notare laureandosi nei 2 anni successivi Rookie of The Year in Moto2 e nella classe regina MotoGP. Dopo una prima stagione di assestamento, nel 2016 lo spagnolo si è presentato ai nastri di partenza come l’outsider in grado di poter lottare con i migliori del lotto. A Silverstone, Maverick si è superato riportando la Suzuki sul gradino più alto del podio e interrompendo il lungo digiuno della casa di Hamamatsu.

Le sue performance non sono passate inosservate nel team Campione del Mondo, che l’ha voluto tra le sue file per sostituire il maiorchino Jorge Lorenzo, passato in Ducati. Alla sua prime uscite nei test di novembre in quel di Valencia e Sepang, Vinales ha stupito gli addetti ai lavori impressionando per la naturalezza con cui ha stampato dei crono straordinari.

Valentino ha detto che tra i candidati al titolo mondiale, ci sei anche tu…

“Ovviamente sentire questo mi rende felice e mi inorgoglisce, per me rappresenta una motivazione ideale per  iniziare la stagione nel migliore dei modi”.

Come hai trovato la Yamaha? Dove credi di riuscire ad arrivare?

“Ci sono ancora alcuni frangenti in cui posso migliorare, soprattutto ci dobbiamo concentrare nell’ultima parte di gara per poter lottare alla pari con Marc e Valentino, che sono dei veri esperti.  E’ negli ultimi 10 giri che si fa la differenza”.

Quali sono invece le differenze principali tra la Suzuki e la Yamaha?

“Sono molto diverse tra loro. La Suzuki era più nervosa, specie in ingresso di curva, mentre la Yamaha entra più “tranquilla”. Ma se vogliamo vincere la moto deve esser aggressiva e staccare tardi”.

Come valuti la tua crescita e il tuo rendimento negli ultimi 5 anni?

“Ho accumulato una grande esperienza e senza determinati requisiti che ho maturato non sarei certo qui ora ad avere una chance per giocarmi il titolo. Mi sono fidato del mio istinto e ho seguito la mia strada. Voglio dimostrare subito alla Movistar Yamaha di ripagare la fiducia che hanno riposto in me”.

Alcuni sui social ti hanno etichettato come l’anti-Marquez…

“Siamo due piloti che corrono nella stessa categoria e entrambi vogliamo il titolo. Sarà emozionante lottare contro di lui e batterlo non sarà affatto un’impresa facile. Ma nella realtà verranno delle gare in cui sarà impossibile fermarlo; dobbiamo quindi lavorare duramente e dimostrare coi fatti la nostra competitività”.

Quali sono le caratteristiche della Yamaha che si adattano più al tuo stile? La Suzuki ne aveva alcune che alla Yamaha mancano?

“Con la Suzuki potevo esser più aggressivo, mentre sulla M1 devi esser molto preciso. Eppure anche a Sepang sono riuscito subito ad esser veloce, adattandomi in fretta alla moto e al team. Devi esser tu bravo a capire di cosa ha bisogno la moto per render al meglio su un dato circuito”.

Cosa ti aspetti da Valentino e dalla sua esperienza?

“C’è molto rispetto tra noi. Ci troviamo davvero bene. La risposta la darà solo la pista: lì soltanto uno vincerà alla fine. Ovviamente mi aspetto grandi battaglie negli ultimi giri, spero che continui ad esserci del rispetto reciproco”.

La scorsa stagione ci sono stati ben 9 vincitori, eppure il titolo sarà sempre un affare Honda-Yamaha.

“Ogni anno le Case alzano l’asticella: la Suzuki è cresciuta molto, la Ducati ha dimostrato di poter lottare su diversi circuiti, il gap tra loro si sta sempre più assottigliando. Anche per il fattore gomme: in Michelin hanno fatto un gran lavoro e il prossimo anno le coperture francesi dovrebbero adattarsi meglio ai Gran Premi”.

Hai notato delle differenze tra la Yamaha del 2016 (di Valencia) e quella del 2017 (di Sepang)? E cosa credi che possa fare il tuo successore in Suzuki, Andrea Iannone?

“Sì, le due M1 erano abbastanza diverse: magari l’una era migliore su alcuni punti rispetto all’altra, e viceversa. Per esempio: l’accelerazione. L’ideale sarebbe stato quindi unirle. In particolare su quella del 2017 mi sento a mio agio, un aspetto molto importante; nel team stiamo svolgendo un gran lavoro tutti insieme, ognuno apporta il suo contributo. Non vedo l’ora di provare l’ultima evoluzione, frutto della direzione che abbiamo scelto e indicato agli ingegneri. Iannone è un pilota molto diverso da me, ma credo si adatterà molto presto alla moto e saprà andar forte, girando a un livello alto”.

Il tuo obiettivo stagionale è dunque vincere il titolo mondiale MotoGP?

“Quando arrivi a correre per un team come questo, è il minimo. Devi lottare e crescere passo dopo passo, senza mai perderlo di vista”.

Sembra, sin dalla prima uscita, tu non abbia accusato la minima pressione. E’ proprio così?  

La verità? Sono davvero felice! Il grip era incredibile ed ho iniziato subito a tenere un buon ritmo. Appena salito in sella mi sono sentito a mio agio; così mi sono presentato al secondo test con una maggior fiducia che mi ha permesso di spingere e ottenere quei tempi. La cosa importante è riuscire a capire presto di cosa ha bisogno questa moto per andare più veloce”.

Hai impressionato tutti alla tua prima uscita. Dove pensi di poter riuscire ancora a migliorare?

“Anno dopo anno, voglio sempre migliorare. Perché non si finisce mai di imparare e c’è sempre del margine per crescere. Ma per farlo ho bisogno dell’aiuto di tutti gli uomini del box: è un lavoro di squadra!”

Articoli che potrebbero interessarti