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Mika Kallio: voglio il posto fisso in MotoGP

Il finlandese è il collaudatore KTM e nel 2018 farà cinque wild card: "ma so che posso battere ancora i piloti migliori"

MotoGP: Mika Kallio: voglio il posto fisso in MotoGP

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Relativamente parlando, con i due gradi sotto zero registrati ieri, in Finlandia fa caldo. Le temperature minime lassù si raggiungono in gennaio, specialmente in Lapponia, dove lo scenario è totalmente bianco, con ghiaccio e neve in una tinta monocolore.

Lo sa bene Mika Kallio e se lo ricordano i ragazzi del team Pramac, con cui il finlandese corse nel 2009 e nel 2010: “era gennaio di qualche anno fa -racconta Mika- quando alcuni membri della squadra vennero a trovarmi; in una fresca mattinata la temperatura esterna era di trentasei gradi sotto zero, impaurendo e raggelando tutti, tranne me. Ecco perché decisi di portare in gara sempre il numero -36°, che è poi è diventato il mio marchio di fabbrica (ride)”.

Due volte vicecampione in 125 ed un titolo sfiorato in Moto2; dopo Sarineen e Lansivuori, Mika è il finlandese più titolato e famoso del motociclismo su pista asfaltata: “sì, perché da noi esistono anche le gare su ghiaccio -svela- ed è in quelle condizioni che ci si allena nel lungo inverno. Nonostante il freddo becco, in Finlandia la passione per le moto è ancora calda, merito di Jarno e Teuvo e del Gran Premio che negli anni ’70 portava pubblico ed interesse”.

Nel 2019 il Motomondiale tornerà in Finlandia…

Lo spero io e me lo auguro per tutti i ragazzi finlandesi che vogliono mettersi in luce; le squadre più importanti del Motomondiale hanno base in Spagna, in Italia, in Inghilterra e nelle nazioni più vicine, come Francia, Belgio e Germania. In Finlandia abbiamo tanti piloti validi ma poco conosciuti, perché dai noi il marketing ha poca forza. Ecco perché il Gran Premio del 2019 avrà grande importanza, una gara di quel genere alimenterebbe un indotto di denaro e contatti indispensabili per questo sport”.

Dopo un lungo e delicato lavoro di sviluppo, i risultati KTM sono migliorati…

Se penso che saltai sulla RC16 solo nel novembre del 2015, ricavandone comunque buone impressioni, ed il 2017 è stato il primo anno completo per la Casa austriaca in MotoGP, devo dire che i miglioramenti sono stati incredibili: al mio primo contatto la moto frenava bene ed era stabile; l’avantreno offriva grande confidenza, ma era difficile farla curvare bene. Nel test in Austria dello scorso anno -con in pista presenti tutte le altre moto- ci siamo resi conto che la nostra base di partenza era buona, e dove poter migliorare le prestazioni. Siamo sulla giusta strada”.

Il miglior piazzamento 2017 è stato centrato da Pol Espargarò, autore di due noni posti a Brno e Phillip Island; Mika è arrivato decimo in Austria ed undicesimo ad Aragon, non male per uno che l’anno prossimo farà cinque wild card: “ma potrebbero essere sei -precisa e spera- perché solo in gara si possono confrontare le prestazioni nostre con quelle degli avversari. Abbiamo migliorato la sezione elettronica, le sospensioni e l’usura delle gomme, considerando che una moto da corsa è tutta un compromesso di fattori e particolari messi insieme”.

Che obiettivo ti poni per il 2018?

Fare del mio meglio per sviluppare ancora la KTM, certo. So che la RC16 ha un potenziale ancor più alto di quanto visto sino ad ora, e lo voglio dimostrare, portandola a ridosso delle migliori. Voglio far vedere che posso correre per un intero campionato e non solo per alcune wild card: voglio dimostrare di essere ancora veloce e di avere il livello da pilota titolare, correndo tutta la stagione MotoGP”.

Alcuni top rider li hai anche battuti, in passato…

“Esatto, per esempio Dovizioso, Lorenzo e Marquez. In 250 ed in Moto2 li ho spesso battuti, vincendo le gare, tenendoli alle mie spalle. Anche altri piloti nella top five in MotoGP hanno corso con me e ho avuto la meglio pure su di loro e lo voglio ancora fare con la KTM, una azienda in cui si respira una grande passione per le corse, dove le competenze tecniche, umane e sportive sono di altissimo livello”.

Sei un pilota esperto: pensi che la MotoGP sia ora più facile o più difficile?

Ora l’elettronica unica Marelli ha avvicinato i gap tra le moto ufficiali e le altre -satellite e clienti- dando la possibilità a molti piloti di lottare per il podio e per le prime dieci posizioni; appunto: ora entrare nella top ten è più difficile, perché possono farlo in tanti. Il livello della MotoGP attuale è altissimo ed ogni posizione va conquistata con il duro lavoro e lottando dal primo all’ultimo giro nella bagarre”.

Tuo fratello Vesa ha un team in Supersport, vuoi un futuro da manager?

Il Kallio Racing Yamaha ha avuto ottimi risultati in Supersport con podi e vittorie e l’anno prossimo il progetto sarà nuovamente in pista; l’obiettivo della squadra è entrare anche nel Motomondiale, iniziando dalla Moto2. Io voglio correre ancora, non so per quanti anni… se pensiamo che Valentino Rossi abbia 38 anni, solo tre più di me, ed è ancora al top… penso che qualche stagione di corse me la possa concedere pure io”.

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