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MotoGP, Test Jerez: Dovizioso da record, Crutchlow insegue

I TEMPI. Iannone 4°: "usato solo la gomma media, continui progressi". Passo in avanti anche per Morbidelli. Melandri 1° fra le SBK

MotoGP: Test Jerez: Dovizioso da record, Crutchlow insegue

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Guardando i tempi, Andrea Dovizioso può andare in vacanza soddisfatto. Oggi, a Jerez, ha fermato il cronometro in 1’37”663, cioè 2 decimi e mezzo più veloce del 1’37”910 fatto segnare da Lorenzo sulla Yamaha nel 2015 (quindi con le Bridgestone) che rappresenta il giro più veloce sulla pista spagnola durante un Gran Premio. Un grande merito per questi rifermimenti l'ha avuto anche il lavoro di riasfaltatura che ha interessato la pista durante l'estate.

I riferimenti dei test vanno sempre presi con le pinze e soprattutto a Jerez, una pista che in autunno è spesso più veloce che in primavera, ma è innegabile che la Ducati sia andata molto forte. Anche con Lorenzo, autore del tempo di 1’37”921, quindi anche lui a pochi millesimi dal record assoluto.

I due piloti ufficiali hanno continuato a provare la moto laboratorio, con alcune soluzioni che serviranno a definire quella che sarà la moto definitiva 2018 e che si vedrà a fine gennaio nei test di Sepang. Per loro il lavoro è finito e il prototipo della GP18 domani sarà nelle mani di Danilo Petrucci, che la proverà per la prima volta. Oggi, invece, il pilota del team Pramac ha utilizzato ancora la GP17, terminando all’8° posto (a un secondo abbondante dal Dovi) davanti al nuovo compagno di squadra Jack Miller (più lento di un paio di decimi) che sta continuando il suo apprendistato con la Rossa.

Se la Ducati è andata forte, anche la Honda nella mani di Cal Crutchlow non ha scherzato. Anche il pilota del team LCR ha girato sotto il primato della pista e ha chiuso a 0”155 da Dovizioso. Un segnale che la RC213V in versione 2018 ha già un ottimo livello di competitività.

Quarto posto per Andrea Iannone, che ha tolto un paio di decimi dal suo tempo di ieri e ha finito la sua seconda giornata di test a 0”404 dalla Ducati numero 4. Oggi l’italiano ha diviso il box con Alex Rins, che ieri non aveva girato: il pilota spagnolo ha fatto gli straordinari con 78 giri completati (lo stesso numero di Crutchlow) e ha chiuso al 6° posto, a quasi 3 decimi da Iannone.

Andrea ha fatto il suo miglior tempo utilizzando la gomma media al posteriore, senza usare le soft.

Sono contento, mi sono trovato bene anche oggi - ci ha detto - Sta girando tutto nel verso giusto ma è importante stare sempre con i piedi per terra perché in MotoGP non si può mai stare tranquilli. Domani avremo ancora un po’ di lavoro da completare ma il grosso è fatto. In generale stiamo facendo continui passi avanti, sono soddisfatto”.

In mezzo alle due Suzuki si è piazzata la KTM di Pol Espargarò, sempre più consistente anche se il ritardo dai migliori supera i 6 decimi. Sembra avere già trovato la quadra sulla Ducati Tito Rabat, i 7 decimi abbondanti di gap dal Dovi non sono pochi, ma lo spagnolo sembra trovarsi maggiormente a suo agio sulla Rossa che sulla Honda che ha usato fino al termine della stagione.

Moto che è passata a Franco Morbidelli, 11° dietro a Smith e in progressione. Il debuttante di Marc VDS ha tolto 9 decimi dal suo tempo di ieri e ha finito la giornata a 1”260 dalla vetta e davanti a Nakagami, altro rookie della Honda.

Al 13° posto c’è Scott Redding, che oggi ha continuato a guidare la RS-GP17 ma con un bilanciamento dei pesi e delle regolazioni che prefigurano quelle che verranno usati il prossimo anno. Il britannico è comunque lontano 1”623 dai migliori e solo due decimi più veloce del collaudatore Laverty.

Per Alex Marquez, vincitore di un test premio sulla Honda, 57 giri e 2 secondi abbondanti di gap dai migliori, tutto sommato un buon risultato. Xavier Simenon sta invece mettendoci un po’ di tempo per adattarsi alla Ducati e i 2”669 lo dimostrano.

Passando alle SBK, assenti le Kawasaki ufficiali e Davies per i postumi della caduta di ieri, il più veloce è stato Marco Melandri con il tempo di 1’39”495. Il ducatista è stato più veloce di Alex Lowes sulla Yamaha per un decimo, pochi millesimi più dietro Camier sulla Honda.

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