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SBK, Spies, Ducati e il sogno americano... rimandato

IL RETROSCENA. C'è Doug Chandler dietro il progetto di portare la Rossa nel campionato MotoAmerica, ma la sfortuna ci ha messo lo zampino

SBK: Spies, Ducati e il sogno americano... rimandato

Ben Spies tornerà alle corse, nel fuoristrada partecipando al campionato americano enduro come abbiamo scritto ieri, ma era stato vicino a tornare al suo primo amore, la Superbike. Il texano è stato a un passo dal prendere parte al campionato MotoAmerica, quello che una volta si chiamava AMA e che vinse consecutivamente per 3 volte dal 2006 al 2008.

La storia, per il momento, non ha avuto un lieto fine ma il suo prologo era stato affascinante. “Qualche mese fa siamo stati contattati dalla nostra filiale in Nord America - rivela il direttore sportivo di Ducati Paolo Ciabatti -. Erano in contatto con Doug Chandler e volevano sapere se fossimo stati disponibili a fornire le moto per un team nel campionato MotoAmerica”.

Il californiano, che corse in 500 nei primi anni ’90 con Yamaha, Suzuki e Cagiva, voleva creare una struttura di primo livello e correre con la Panigale, che avrebbe affidato a Spies.

“Ducati Nord America ci disse di Ben e a noi il progetto piacque - continua Ciabatti - Le moto che corrono nel MotoAmerica sono molto simili come specifiche a quelle del Mondiale SBK e troviamo quel campionato molto interessante. Ducati, per le sue dimensioni, non può impegnarsi direttamente anche negli USA, ma eravamo pronti a dare aiuto a un team di primo livello”.

E quello che aveva in mente Doug lo era, anche perché per ben figurare in quel campionato serve un buon budget, andando a spanne si può affermare sicuramente superiore ai 2 milioni di dollari. Il pilota c’era, Spies era entusiasta e aveva anche iniziato a contattare alcuni dei suoi vecchi meccanici per coinvolgerli nel progetto.

Per quanto riguarda lo sponsor, si parla di una grande azienda vinicola Californiana. Il mese scorso, però, gli incendi hanno devastato il Golden State e hanno anche colpito molte coltivazioni, fra cui i vigneti della Napa Valley, dove vengono prodotti i vini più pregiati.

Sembra essere stata questa una delle cause per cui il progetto ha avuto uno stop, con lo sponsor principale alle prese con problemi ben più gravi delle corse. Così, il progetto, è andato in stallo.

I tempi per definire il team si sono allungati e, in questo momento, la programmazione per fornire il materiale per il prossimo anno è ancora possibile, ma critica” conferma il ds Ducati.

In altre parole, se nei prossimi giorni Chandler riuscisse a chiudere il puzzle si potrebbe ancora partire nel 2018, altrimenti bisognerebbe pensare all’anno successivo. Naturalmente, anche nella migliore delle ipotesi, Spies non sarebbe più della partita, ma erano stati contattati anche i due piloti della Supersport Jody Barry e JD Beach.

Nel caso l'operazione andasse in porto per il prossimo anno il team avrebbe a disposizione la Panigale bicilindrica, mentre per il 2019 correrebbe con la nuova quattro cilindri.

Un lieto fine è ancora possibile, magari aspettando ancora qualche mese. Così Ducati tornerebbe a correre in America dopo l’addio al campionato AMA a fine 2006. Le Rosse avevano vinto negli USA nel 1993 con Doug Polen e nel 1994 con Troy Corser, forse è arrivato il momento di togliere un po’ di polvere al palmares a stelle e strisce.

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