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MotoGP, Marquez: per vincere il titolo... ho perso i capelli

"Avevo troppo stress e ho dovuto ricominciare a divertirmi. Sto vivendo il sogno che avevo da bambino e non mi pongo limiti, Sachsenring e Brno le vittorie più importanti"

MotoGP: Marquez: per vincere il titolo... ho perso i capelli

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Avrebbe potuto trionfare senza particolari sussulti, ma non sarebbe stato probabilmente Marc Marquez. Lo spagnolo infatti ha tentato di frenare il proprio istinto da pilota costantemente in cerca della vittoria, riuscendoci non del tutto e rischiando di conseguenza di gettare all’aria tutto il grande lavoro fatto durante la stagione.

“La strategia più facile era quella di finire la corsa – ammette Marc - ma non era facile controllarmi. Nella prima parte di gara ho gestito ed appena ho visto Zarco dietro di me l’ho lasciato passare, ma quando l’ho ripassato ero come spaventato dalla sua vicinanza”.

Così si è giunti ad uno dei due momenti topici della giornata, ovvero il miracoloso salvataggio del 93.

Ho cercato così di frenare dopo rispetto al solito, ma mi sono messo in una situazione critica da solo perdendo l’anteriore; ho tenuto la mia moto e quando stavo per scivolare ho spinto con il gomito sono riuscito a tirarmi su. Qualcuno ha detto che oggi era destino che rimanessi in sella, sta di fatto che da quel momento ho solo pensato a finire la gara. Dopo aver visto Dovi e Lorenzo fare un errore ho però pensato di nuovo a raggiungere i primi, ma era impossibile mantenere la concentrazione così mi sono detto che era giusto finire la gara e godersi la serata”.

Il tutto restando sempre documentato sul suo rivale, al quale dedica ancora una volta parole di elogio.

“Nella tabella ricevevo le informazioni riguardo alla posizione di Dovi ed distacco, e quando ho visto che era quinto ho sorriso ed attaccato, ma è un errore che non rifarò più. Ho finito la stagione con due dei fattori più ricorrenti della stagione, ovvero il salvataggio da una caduta e la vittoria, quindi sono contento (ride). Mi dispiace che Andrea non abbia finito la gara oggi – prosegue Marc - è un grande avversario ed una grande persona con cui ho un bellissimo rapporto. Ho imparato tante cose da lui, specie dal punto di vista mentale, ad esempio su come approcciare il weekend concentrandosi solo su se stessi, cosa che non tutti sanno fare”.

Al termine di una giornata e di una stagione del genere è giusto premere per un attimo il tasto rewind, svelando anche qualche aneddoto molto curioso.

“Sicuramente è stata una stagione difficile, con tanti momenti positivi e tanti negativi. Devo ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato, specie nella prima parte di stagione dove le cose non sono andate bene. Dopo il Montmelò ad esempio ricordo che la mia parrucchiera mi ha chiesto cosa non andasse, dato che stavo perdendo i capelli. Così sono andato in ospedale, dove mi hanno detto di cambiare il mio approccio alle gare perché incameravo troppo stress in corpo, e nel migliorare tutto questo la mia squadra è stata davvero fondamentale”.

Ma non passa solo per la mente il cambio di passo dello spagnolo, bensì anche da un grande passo avanti tecnico.

“Nel corso della stagione abbiamo fatto un grande cambiamento sulla moto, così ho ricominciato a divertirmi in sella. Dopo Le Mans ho confessato ad Emilio (Alzamora ndr) di non divertirmi più sulla moto, così abbiamo cercato in primis di ritrovare il piacere di guidare, poi i risultati. Nonostante le cadute siamo migliorati, e non facile per un pilota tornare ad essere veloce dopo una scivolata: anche per avermi aiutato in questo devo ringraziare il mio team. Non credo mi serviranno mental coach in futuro, dato che l’atmosfera serena che mi regala la squadra, anche nei momenti difficili, è la migliore cura per la mente”.

Tanti sono stati i cambiamenti durante la stagione, ad esempio l’arrivo di nuovi pneumatici, ma Marc entra nello specifico parlando dei propri miglioramenti tecnici.

“Le nuove gomme hanno reso più sicuri tutti i piloti credo, dato che nelle prime gare vi erano state tante cadute strane, e quindi si è alzato il livello generale. Legato a ciò credo che l’avere tre mescole per l’anteriore e tre per il posteriore permetta la massima scelta a tutte le case aumentando lo spettacolo. Il primo passo in avanti tecnico è stato nei test di Barcellona successivi a Le Mans, dove abbiamo provato un diverso telaio, non nuovo, con cui mi sono trovato meglio rispetto al passato; da quel momento siamo migliorati gradualmente. Un mio obiettivo in vista del prossimo anno è migliorare il feeling con l’anteriore, e capire meglio dov’è il limite”.

Quando si vincono due titoli consecutivi si cerca anche di fare dei paragoni su come si sia arrivati al trionfo, cosa che su cui sofferma anche il 93.

“L’anno scorso siamo partiti molto bene e, grazie a qualche errore degli avversari, abbiamo guadagnato un buon vantaggio che abbiamo poi gestito. Quest’anno alla pausa estiva eravamo quattro piloti in 28 punti, quindi era obbligatorio attaccare anche se Dovi è sempre stato molto costante. Quest’anno ho dovuto sempre azzardare come fatto in Austria. La vittoria più importante? Direi Brno e Sachsenring, dato che grazie quei successi siamo riusciti a finire al meglio prima della pausa estiva ed a ricominciare altrettanto bene, cosa molto importante in generale”.

Parlando di freddi numeri, Marquez è il pilota più giovane a raggiungere quota sei titoli mondiali; viene da chiedersi dunque dove possa arrivare un fenomeno tale.

“Sinceramente non penso a numeri, o in generale a limiti, voglio solo divertirmi e continuare a vivere il sogno. Ho 24 anni e sto raggiungendo ciò che sognavo da quando ne avevo cinque, quindi voglio solo continuare su questa strada. Avere buoni rapporti o meno con il tuo avversario non cambia il fatto che in pista si lotti; fuori dalla pista si può essere amici, ma in pista tutti corrono per il proprio obiettivo e non vi sono amicizie”. 

In conclusione, Marc non vuole sentirsi dipingere come un dominatore, e mantiene i piedi per terra.

“Credo si basi tutto sulle situazioni: oggi ho vinto il titolo e potrei sentirmi imbattibile, ma il prossimo anno saremo di nuovo in sella e potrebbe esserci qualcuno più veloce di me. Ricordo la pre stagione in cui Maverick era molto veloce, così come nelle prime gare, mentre a metà stagione si è trovato a rincorrere; Dovi ha dimostrato che non puoi dimenticarti di nessuno, dato che ogni anno qualcuno può emergere”. 

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