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MotoGP, Marquez e Dovizioso, hanno già vinto i migliori

A Valencia l'ultimo incontro per il titolo fra due piloti diversi ma in fondo simili e che meriterebbero entrambi la vittoria finale

MotoGP: Marquez e Dovizioso, hanno già vinto i migliori

Saranno 30 giri, 420 curve,120 chilometri, poco più di 45 minuti, tutto per decidere una lotta partita a marzo in Qatar e che finirà solo domenica a Valencia. Faccia a faccia ci saranno Marquez contro Dovizioso, due piloti così antitetici da sembrare uscita dalla penna di uno sceneggiatore.

Da un parte c’è Marc, il baby fenomeno arrivato in MotoGP da predestinato e subito vincente anche fra i grandi, 24 anni e già 5 titoli mondiali divisi fra tutte le classi in cui ha corso. Un funambolo, che gioca con le leggi della fisica, spettacolarizza ogni manovra, cade e si rialza, dà del tu al rischio e non si tira mai indietro.

Dall’altra c’è Andrea, che si è (ri)scoperto campione a 30 anni, che ha riportato la Ducati nelle posizioni che contano con lavoro e fatica, passando anni in cui le delusioni superavano abbondantemente le soddisfazioni. È esploso da un anno a questa parte, cucendo la bocca ai detrattori e mostrando che un cervello allenato come il fisico non è un limite.

Il sito ufficiale della MotoGP in questi giorni, sui social network, ha pubblicato due video degli sfidanti (li trovate qui sotto). Hanno gli occhi chiusi e percorrono nella loro testa il circuito di Valencia. “Seconda, terza, quarta, freno, seconda, seconda, gas”, questo è Marquez, quasi in trance, tutto istinto. Dovi, invece, sembra leggere l’asfalto, la voce è calma, avverte sui punti complicati, dove serve dolcezza e dove polso fermo, quasi come un maestro.

Sono due facce di una medaglia che quando vola in aria per cadere sulla pista è identica. Uguale come le 6 vittorie a testa, simile per la cocciutaggine agonistica che non permette a nessuno dei due di arrendersi.

Come in Austria e poi in Giappone, quando si sono trovati affiancati all’ultima curva. Marquez ci ha provato in entrambe le occasioni, Andrea lo ha anticipato per batterlo. Roba da cuori forti, da gente con le palle, che rendono meglio l’idea dei politicamente corretti attributi. Da piloti per cui nulla è impossibile, al limite poco probabile, anzi totalmente fattibile.

Saranno questi due ad arrivare a Valencia per la resa dei conti ed è inutile dire che Marquez è il favorito. Perché ha 21 punti di vantaggio che non sono un bottino ma il tesoro della corona, perché ha Valencia Marc ha già vinto due titoli e in quel toboga la Honda va che è una meraviglia.

Invece il Dovi non ha strategie, deve vincere, in caso contrario Marquez potrebbe starsene al box a guardarsi il GP con birra e patatine e poi festeggiare il titolo. La Desmosedici solitamente non fa faville a Valencia, ma per fortuna quest’anno i pronostici del giovedì vengono (quasi sempre) puntualmente smentiti la domenica.

E poi Andrea non ha nulla da perdere, comunque vada sarà un successo, un anno da ricordare, incorniciare e tramandare ai posteri. Potrà correre per il gusto di farlo, senza nulla da rimproverarsi in attesa che passi l’inverno. La tensione potrà lasciarla a Marquez, che comunque sa gestirla e anche servirsene per spronarsi, se mai ce ne fosse bisogno.

Il rischio è scadere nella retorica da libro Cuore, nel vissero tutti felici e contenti, ma nessuno pilota è contento o felice di perdere. Però mai come quest’anno, servirebbe un doppio titolo perché l'alloro potrà finire sulla testa di Marquez o Dovizioso, non lo sappiamo, ma siamo certi che entrambi se lo siano meritato.


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