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MotoGP, Dovizioso sconfitto: "Oggi non avevo carte da giocarmi"

Andrea deluso per il tredicesimo posto: "Emersi i limiti della moto che in altre gare sono riuscito a mascherare"

MotoGP: Dovizioso sconfitto: "Oggi non avevo carte da giocarmi"

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Il volto di Andrea Dovizioso al termine della gara di Phillip Island lascia ben pochi commenti. Il tredicesimo posto ha infatti il sapore di un addio al Mondiale, perché ricucire 33 punti da Marc Marquez pare un’impresa praticamente impossibile. Lui però non intende arrendersi proprio ora, consapevole che il suo destino sembra essere praticamente segnato.

Il forlivese lascia quindi l’Australia con l’amarezza in bocca, complice anche quel lungo ad inizio gara che ha condizionato la sua prestazione.  

“Purtroppo ho fatto un errore al secondo giro che ha complicato tutto – ha esordito - ero molto veloce in curva uno ed è stato praticamente impossibile fermare la moto. Speravo in un bel risultato, però è andata diversamente – ha aggiunto –sono partito con la media, ma nel finale ho consumato gli pneumatici, tra l’altro all’ultima curva ero molto lento”.

Andrea non cerca scuse.

“Abbiamo confermato in questa corsa i nostri limiti, soprattutto al centro della curva – ha ammesso - magari in altre gare eravamo riusciti a mascherarli. Peccato - ha proseguito - perché in Campionato abbiamo perso tanti punti ed è difficile recuperare, anche se darò il massimo nelle prossime due gare. Ci sono ancora due GP, tutto può succedere, ma con  un Marc così è difficile”.

Il portacolori Ducati spiega poi la scelta della gomma.

Ci siamo affidati alla media solo all’ultimo, perché in prova il consumo della  morbida era oltre il limite – ha svelato – purtroppo con quest’ultima non sono riuscito a fare molti giri, di conseguenza ho optato per l’altra. Forse con la soft potevo essere più veloce, però visto il risultato con la media non sarebbe cambiato molto. Spiace dirlo, ma oggi non avevo carte da giocare.

C’è chi si chiede quanto possa aver influenzato lo scivolone nella FP4 sulla gara odierna?

“La caduta di ieri non c’entra nulla –ha ammesso – Phillip Island è una gara a parte. I risultati delle prove non rispecchiano quasi mai i valori in gara, di conseguenza l’unico modo è entrare in pista e spingere. La caduta ha complicato i nostri piani – ha spiegato il forlivese -  però in gara non è successo niente di diverso rispetto al sabato”.

E pensare che venerdì l’alfiere di Borgo Panigale occupava le prime posizioni a ridosso di Marquez e trapelava una certa fiducia.

“Ovvio che mi sono illuso il primo giorno – ha ricordato - a volte qualche balla te la devi pure raccontare (sorride), perchè siamo sempre al limite. Peccato sia poi emersa la verità. Come ho detto, qua abbiamo sofferto particolarmente al centro della curva, dove non riuscivo ad essere scorrevole come volevo”.

Nemmeno la partenza dall’undicesima casella ha pesato.

“Non c’entra nulla, non ero veloce, punto – ha ribadito Dovi - mi è calato il grip perché non riuscivo a far scorrere la moto. È questa la motivazione della prestazione odierna. Senza l’errore al via potevo essere con la KTM nei primi dieci, ma non di più”.

Mentre il numero quattro era costretto a recuperare, davanti a tutti Marquez faceva il bello e cattivo tempo.

A Marc piace giocare col fuoco – ha commentato –lui non ha timori a fare queste lotte, è la forza dei Campioni”.

Archiviata Phillip Island, restano ancora due GP da disputare. Dovizioso resta speranzoso nella rincorsa al titolo, anche se le sue quotazioni sono in ribasso.

“Ovviamente c’è ancora possibilità per il Mondiale – ha sottolineato - vincere il titolo è difficile, ma non vuol dire che sia impossibileanche se la percentuale è bassa, dato che di solito Marc fa zero o sale sul podio.”.

Prossimo round in Malesia, circuito dove Ducati è favorita.

"Di sicuro tornare in pista tra cinque giorni è un bene, inoltre su un tracciato dove non c'è vento. Prima però vado due giorni a Langkawi (isola dell'arcipelago malese al confine con la Thailandia).

L’ultima battuta è per la Honda del 93, che su ogni pista non accusa il minimo problema.

“Il discorso è che Marc va forte in qualunque situazione – ha concluso - la sua moto inoltre è migliorata, ma non la vedo così superiore alle altre. Forse è la più bilanciata, anche se Marquez è capace di mascherarne i limiti”.  

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