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Il 14° tempo di Vinales a Motegi non è solo un piccolo ostacolo, ma uno scoglio su cui si infrangono le sue speranze iridate. Dei tre ancora in gioco per il titolo è quello che ha più punti da recuperare, 28 su Marquez, ma invece di attaccare deve sperare di potere limitare in qualche modo i danni.
“Se sento il titolo scivolarmi dalla dita? Ogni volta che entro in pista e sono 10° mentre Marquez e Dovizioso stanno nelle prime posizioni” l’amara riflessione che Maverick è costretto a fare.
Poi è costretto a ripetersi perché le difficoltà della Yamaha 2017 sul bagnato sono conosciute e, sembra, irrisolvibili nel breve periodo.
“Abbiamo veramente provato di tutto sulla moto, rivoltandola dall’alto in basso, ma non c’è nulla che abbia aiutato. Il problema è sempre lo stesso: manca trazione - dice - Oggi con questa moto non potevo fare di più, volevamo vincere il titolo ma così è impossibile”.
Uno spiraglio di luce era sembrato fosse stato portato dal miglioramento di Rossi in mattinata.
“Valentino mi aveva sorpreso, stava usando un setup diverso e ho voluto provarlo nelle FP4, ma non risolveva comunque il problema - la brutta sorpresa - Cosa potrò fare domani? Il mio lavoro, dare il massimo e vedere cosa porterò a casa. Cè poco da fare, dopo pochi giri la gomma posteriore finisce”.
Oltre il danno c’è la beffa di Zarco in pole position con la M1 2016. “A voi sembra strano? Figuratevi a me, meglio non pensarci” chiude il discorso con una battuta.
Che però non toglie dalla testa il pensiero di come uscire dall’impiccio. Maverick non punta comunque il dito contro nessuno.
“È difficile capire cosa stia succedendo, abbiamo stravolto la moto e il problema rimane. So che comunque sia gli ingegneri giapponesi che la mia squadra stanno dando il loro meglio, non posso dire loro nulla” assicura.
L’ultimo commento è sulla scelta di Rossi di usare le slick con la pista bagnata.
“Alla fine delle Q1 l’asfalto era ancora abbastanza bagnato, ma a volte può asciugarsi molto velocemente. Se Valentino ha rischiato è perché ha visto un’opportunità da potere sfruttare”.
