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Camier: voglio una SBK più semplice... come la MotoGP

Con la sola MV Agusta in pista, Leon sfiora spesso le posizioni da podio: "appoggio il regolamento tecnico attuale, ma l'elettronica unica aumenterebbe lo spettacolo in pista"

SBK: Camier: voglio una SBK più semplice... come la MotoGP

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Si sa, Kawasaki e Ducati ufficiali stanno facendo il vuoto in Superbike, ed agli altri restano solo buoni piazzamenti, però, sempre giù dal podio.

Rappresentante di un marchio storico e glorioso nei Gran Premi, il team MV Agusta Reparto Corse schiera l’inglese Camier, in grado di battere spesso e volentieri piloti meglio assistiti: le Yamaha e le Aprilia ufficiali, ad esempio, sovente devono guardare da dietro il codone e lo scarico della sola F4 in pista, guidata al limite da un Leon capace di avvicinarsi ai migliori quattro in più di una occasione.

In tanti si chiedono come sia possibile tutto questo: “è davvero una bella domanda -ride Leon- è un insieme di cose ben mixate tra di loro: la moto ha un grande potenziale, io ho migliorato la mia guida, capendo come trarre il massimo dalla F4, ma la chiave è la mia squadra ed il suo lavoro, davvero eccellente”.

Camier sgomita, si fa rispettare, ed ha nel suo punto di forza la velocità nelle curve: “dipende dal tipo di curva e da che set up abbiamo sulla F4 -precisa Camier- nella serie di curve, tipo le ‘esse’, riesco ad essere agile e veloce; comunque, posso confermare: il mio stile di guida predilige la velocità di percorrenza in curva”.

Cosa manca a voi per chiudere il gap coi primissimi?

Dobbiamo risolvere alcuni piccoli problemi per essere più costanti; i team ufficiali quest’anno stanno evolvendo le loro moto molto velocemente, noi abbiamo bisogno di un altro step per avvicinarli. Il 4 cilindri MV è migliorato in termini di potenza massima, però necessita di un’altra evoluzione. Il nostro target attuale è stare a ridosso del podio, ma mi piacerebbe salirci almeno una volta. I tracciati tecnici e con tante curve sono ideali per me ed per la mia moto, invece le piste che presentano lunghi rettilinei dove conta la potenza del motore ci mettono in difficoltà”.

Primo tormentone 2017: vuoi un regolamento standard o lasceresti tutto così?

Io appoggio al 100% il regolamento attuale, il ‘full Superbike’; penso che non sia una buona idea un regolamento tecnico ‘standard’, cioè, con moto serie. Ogni volta che bisogna omologare una nuova moto, i costi per farlo sono davvero alti ed i costruttori così non possono sopravvivere. Il regolamento con moto Superstock è una cattiva idea, anche perché tanti piloti possono guidare veloci le Stock ma non altrettanti sanno essere competitivi sulle vere Superbike. Quindi, il regolamento standard, toglierebbe la variabile determinata dal talento e dalla guida del pilota”

Tuttavia, c’è un particolare tecnico del regolamento che Leon limiterebbe: “secondo me l’elettronica è una delle prime cose da cambiare per poter vedere i piloti più vicini: nel BSB ed in MotoGP -due campionati molto differenti tra loro- tutte le moto  hanno una elettronica uguale ed il gap tra i piloti è esiguo, ecco perché li vediamo così vicini”.

Leon ci invita alla seconda domanda tormentone, inerente alla soluzione per portare più spettatori alle gare: “anche in SBK serve qualcosa di più semplice e meno sofisticato, proprio come succede in MotoGP: io terrei il traction control ma semplificherei notevolmente il livello di tecnologia, per renderlo accessibile a ogni team. In questo modo assisteremmo a gare con tanti piloti racchiusi in un gap ridotto ed il pubblico, vedendo gare più avvincenti, verrebbe più numeroso negli autodromi”.

Anche parlando del regolamento sportivo, Leon dimostra di avere le idee chiare: “invertire la griglia di partenza della gara 2 non cambia molto le cose né i valori in campo; per qualche “under dog” è bello stare un po' davanti ma, se i top rider non fanno una brutta gara, chi è partito in testa dura comunque poco in quelle posizioni vincono sempre gli stessi. Questa soluzione non cambia nulla, non serve a niente”.

Dopo la scomparsa di Hayden se ne è parlato tanto e Camier precisa l’andamento delle cose: “non completamente vero che Honda mi abbia cercato, o meglio, io ed il team Red Bull avevamo capito ci fosse una possibilità ma loro non volevamo un pilota con un contratto già in essere, quindi, se io non fossi stato già sotto contratto con MV Agusta, forse, ci sarebbe stato un posto per me in Honda”.

Meglio pensare al prossimo anno…

Sarei felice di restare con MV: la F4 ha un gran potenziale e può ancora migliorare. Sono interessato di sapere i piani della squadra per il 2018, sono fiducioso del loro lavoro e del supporto della azienda”.

Si dice il team vuole due piloti in Superbike nel 2018…

“Vorremmo due moto e due piloti in squadra, ma ancora non è una decisione confermata, perché serve il budget necessario per realizzare il progetto”.

Chi vorresti al tuo fianco nel box MV Agusta?

“Sarebbe meglio non avere piloti giovani, perché all’inizio non hanno idea di come di mette a posto la moto e di come migliorare il telaio, non sarebbe possibile portare avanti lo sviluppo della moto. In quel caso userebbero un assetto sfruttando il mio lavoro e risulterebbero veloci, ok, buon per loro, ma a noi serve qualcuno che lavori insieme a me per portare avanti lo sviluppo. Un giovane pilota potenzialmente cade molto e fa danni, non è una cosa bella”.

 

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