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Addio Alberto Pagani, viceiridato dietro Agostini

L'ex pilota milanese sostituì Angelo Bergamonti sulla MV Agusta, vinse 3 Gran Premi nella 500, e salì sul podio nella 250 e 350. Aveva 79 anni

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Fu uno dei pochi piloti ad impensierire e battere Giacomo Agostini nella difficile Classe 500, specialmente nell’edizione del 1972, nella quale vinse il Gran Premio di Jugoslavia e sfiorò il titolo finale proprio alle spalle di “Mino”: Alberto Pagani, figlio del grande Nello -iridato 125 nel 1949- è deceduto improvvisamente, lasciando un altro vuoto tra i grandi nomi del motociclismo.

Milanese, Alberto ha gareggiato in primis nella 50, poi nella 125; in 250 e 350 è riuscito a salire sul podio in sei occasioni, ma è stata la Classe 500 nella quale è riuscito ad esprimersi al meglio, cogliendo tre successi complessivi, il primo fu quello di Imola nel 1969 con la LinTo e nel 1971 bissò a Monza su MV Agusta, moto lasciata dal prematuramente scomparso Angelo Bergamonti, deceduto nello stradale di Riccione nell’aprile dello stesso anno.

Spinto dalla passione del padre Nello, Alberto ne ripercorse le orme, sino a calcare i podi Mondiali, spesso battendo piloti più titolati ed affermati. Egli ha fatto parte di quella categoria di corridori che hanno iniziato a gareggiare nei circuiti stradali, in sella a motociclette veloci ma prive di alcun ausilio elettronico, vestiti di tute in pelle essenziali, con il capo calzante l’allora di moda casco “a scodella”, che sfidavano e beffavano la morte in un periodo storico caratterizzato da molti e fatali incidenti.

Un malore improvviso dalle cause sconosciute è riuscito a portarcelo via, all'età di 79 anni.

 

 

 

 

 

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