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MotoGP, GP Misano: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Marquez skipper perfetto batte un grande Petrucci. Fenati perfetto in Moto3. Un bella festa rovinata dai fischi di parte del pubblico

MotoGP: GP Misano: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Chiare, fresche e dolci acque, non che Petrarca pensasse agli acquazzoni di Misano ma quelle parole le potrebbe prendere in prestito tranquillamente Marc Marquez. Lo spagnolo si è trasformato in un predatore marino, facendo un sol boccone degli incauti pesciolini, pardon piloti, che ha trovato sulla sua strada.

E dire che ne ha trovati di belli tosti, come un Petrucci che ha fatto di tutto per essergli indigesto. L’ultimo giro è stato fatale per Danilo, che ha incontrato anche Dovizioso sul podio.

Un disastro di cadute in Moto2 e altri due italiani sul podio in Moto3, in questo caso con Romano Fenati sul  gradino giusto.

I piloti hanno dato spettacolo a Misano, a differenza di parte del pubblico.

IL BELLO – Iniziamo dalla vittoria di Romano Fenati, semplicemente perfetto dall’inizio alla fine. Continuiamo con il ritorno sul podio di Fabio Di Giannantonio e non diamo per scontato il 4° posto di Pecco Bagnaia in Moto2. Poi un applauso al grande cuore da lottatore di Danilo Petrucci e all’intelligenza di Andrea Dovizioso. Per Misano, basta così.

IL BRUTTO –  Mal comune e nessun gaudio, in Moto2 sono partiti in 8 e arrivati in 3. Parliamo della nostra pattuglia tricolore che ha sofferto l’acqua di Misano. La caduta che ha fatto più rumore è stata quella di Franco Morbidelli, che ha visto il suo vantaggio in classifica su Luthi assottigliarsi a 9 punti. Ad Aragon tocca rimettersi in piedi.

IL CATTIVO – Chi temeva una Misano vuota a causa dell’assenza di Valentino è stato smentito, il pubblico c’era e si è fatto vedere e sentire. Una parte, purtroppo, a sproposito. Che senso ha starsene sotto l’acqua e al freddo per ore, per poi fischiare i piloti che hanno regalato emozioni? A questo punto meglio rimanere davanti alla tv, oppure cambiare sport. Di certa gente non si sentirebbe la mancanza.

LA DELUSIONE – Il fantasma di Misano aveva le fattezze di Dani Pedrosa, che ha vissuto un incubo lungo 28 giri. Le sue gomme non volevano saperne di entrare in temperatura e allo spagnolo non è rimasto che un unico obiettivo: arrivare in piedi al traguardo. I due minuti abbondanti presi da Marquez chiudono definitivamente la sua porta sul Mondiale, peggio non poteva andare.

LA CONFERMA  – Che Michele Pirro sia un ottimo collaudatore lo si sa da tempo, ma è facile dimenticarsi che è anche un gran bel pilota. Non guidava la Ducati con l’acqua dai tempi di Noè, ma a Misano si è messo alle spalle nomi ben più roboanti e conosciuti del suo. Ripagarlo con qualche wild card in più non sarebbe sbagliato.

L’ERRORE – Provarci non è una colpa, finire a terra con 5 secondi di vantaggio un po’ di più. Anche a Misano Lorenzo ha fatto vedere i suoi progressi con la Ducati, arriverà l’occasione buona ma la fretta questa volta è stata cattiva consigliera.

LA SORPRESA  – L’ultima volta che Alex De Angelis aveva guidato una Suter era stato nel 2014, lo ha rifatto a Misano ed è pure andato a punti. Evidentemente il sammarinese ha una buona memoria.

IL SORPASSO – Ne è bastato uno, chirurgico e spietato. Un colpo da maestro per Marc Marquez, che ha cucinato a fuoco lento Petrucci prima di farne un sol boccone. Giù il cappello per lo spagnolo, in prova si esibisce (troppo) spesso in qualche capriola nelle vie di fuga, ma ultimamente in gara non sbaglia un colpo.

LA CURIOSITA’ – Erano 46 Gran Premi consecutivi che una Kalex vinceva in Moto2, a Misano ha interrotto la sequenza un anfibio Aegerter con la Suter. Cè anche un'altra curiosità che riguarda lo svizzero: venerdì gli è stato rubato un casco dal box.

IO L’AVEVO DETTO – Danilo Petrucci guardando le previsioni meteo: “se pioverà, io potrò rischiare avendo meno da perdere degli uomini di classifica”. Marquez non si è accorto di essere tra loro.

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