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MotoGP, le due facce dello “sport” a Misano

Marquez vince meritatamente davanti a Petrucci e Dovizioso, ma il mondiale è ancora aperto. Ma sono altri due gli aspetti che mi hanno colpito...

Moto - News: MotoGP, le due facce dello “sport” a Misano

Forse il risultato perfetto a Misano, vista l’assenza ingombrante di Valentino Rossi, sarebbe stato un podio con tre Ducati. E sulla carta, visti i valori espressi dai piloti ieri, ci poteva anche stare: in fondo Lorenzo è apparso in grandissima forma prima della caduta e Petrucci e Dovi sul podio ci sono finiti. Il problema è che poi bisogna fare sempre i conti con lui, Marc Marquez, un signore che a mio modo di vedere fa tutt’oggi un altro mestiere rispetto agli altri: un po’ come se appartenesse a un’altra categoria, dove non esistono rivali. E anche ieri, puntuale, ha fatto la differenza. Ciononostante, per fortuna, il mondiale è ancora estremamente equilibrato e avvincente, con Marc e Dovi a pari punti al comando della classifica piloti, con Vinales più staccato (-16) e con Valentino ormai fuori dai giochi (-42) dopo lo sfortunato infortunio alla gamba. Sono però altri due gli aspetti che mi hanno colpito in questa piacevole, tempo atmosferico a parte, giornata di motori su due ruote.


Il senso dello sport


Il primo riguarda il gesto straordinario, anche a tratti commovente, di Johann Zarco che spinge a piedi la sua Yamaha M1 dopo una gara faticosissima, condotta sotto la pioggia, con la visibilità ridotta, per chiudere (semplicemente) al 15esimo posto. È arrivato al traguardo con il cuore a mille, esausto, col fiato cortissimo, tra gli applausi del pubblico presente. Una faticaccia, insomma. Ma “chi gliel’ha fatto fare” di spingere la sua moto sul rettilineo finale per qualche punticino, direbbe qualcuno? Bene, qui c’è il senso dello sport, la voglia di non mollare, di non vanificare i sacrifici propri e del team: un modo per ringraziare con i fatti. Un gran bel gesto. Bravo Johann!


…e quello dell’anti-sport


Peccato però che dopo qualche minuto lo stesso pubblico (anche se faccio fatica a pensare che sia proprio lo stesso) che ha incitato Zarco durante la sua “olimpionica” maratona, abbia poi rovinato l’atmosfera fischiando Marc Marquez sul podio. Un gesto, quest’altro, per molti scontato, che invece francamente non riesco a tollerare. Reputo questo sport molto distante da quelli in cui cose del genere sono non solo all’ordine del giorno, ma addirittura “il male minore”. Applaudire un pilota, uno sportivo, non vuol dire necessariamente tifare per lui. Significa solamente riconoscergli il valore in quell’istante, ma forse questo è un discorso utopico (o solo ancora per pochi sport). E Marquez, che piaccia o meno, dopo la gara che ha fatto meritava solo applausi. Poi, se proprio non ce la si fa, ci si può sempre astenere: almeno, sportivamente parlando, non si manca di rispetto a nessuno. (Credits Photo: johannzarco.com)

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