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MotoGP, Reggiani: Il titolo? Un duello Marquez-Dovi fino a Valencia

Loris festeggia oggi il 30° anniversario della prima vittoria Aprilia: "La mia migliore stagione in carriera. I genitori sono la rovina dei giovani piloti"

MotoGP: Reggiani: Il titolo? Un duello Marquez-Dovi fino a Valencia

Siamo abituati a considerare Aprilia come la casa dominatrice delle classi minori a due tempi, ma ovviamente anche la casa di Noale è dovuta partire dal basso per poi emergere. Ecco, il primo pilota in grado di far trionfare l’Aprilia nel mondiale, in particolare in 250, è stato Loris Reggiani. Una vittoria quella del “Reggio” che ha come detto aperto un ciclo, e che giustamente viene ancora celebrata; oggi infatti in quel di Forlì si è festeggiato il 30° anniversario di quell’evento (la gara si corse il 30 agosto 1987), con ospiti di punta Loris e la sua Aprilia numero 32.

Cosa ti viene in mente guardando la tua moto di allora?

“Mi fa ricordare quella che forse è stata la miglior stagione della mia carriera sportiva. È stata un’annata densa di emozioni dato che la squadra formata da me ed Aprilia non era mai arrivata prima così vicina al titolo; la moto era al suo terzo anno nelle competizioni ed era diventata molto competitiva, peccando soltanto a volte in termini di affidabilità. Abbiamo sfiorato la vittoria in diverse occasioni quell’anno, arrivandoci un po’ in ritardo a Misano, ma forse aver raggiunto quel traguardo in casa ha reso tutto più bello”.

Il ricordo che più ti è rimasto impresso di quella giornata?

“Direi l’urlo liberatorio che ho fatto dopo essermi tolto il casco. Ho lanciato un urlo come forse non ho mai fatto né prima né dopo”.

Pensandoci ora il mondo a due ruote di allora era molto diverso da quello odierno

“In tutti gli ambienti dove trova spazio la tecnica è normale che accadano grandi cambiamenti. La passione è rimasta la stessa ma vi erano molti meno interessi e molti meno “squali” che giravano intorno all’ambiente; c’era tanta passione genuina in compenso, e chi ne era parte lo faceva per amore dato che non si ricavavano grandi somme all’epoca”.

Tra pochi giorni si corre proprio a Misano. Cosa ti aspetti di vedere?

“Innanzitutto mi aspettavo di vedere un Rossi veloce e magari vincente, essendo anche il GP di casa. Peserà tanto la mancanza di Valentino specie a Misano, ma in compenso possiamo puntare su un Dovizioso in grande forma”.

Il rientro di Valentino potrebbe creare degli importanti cambi di trama nella lotta al titolo

"Sicuramente visto che fino ad oggi è stato spesso in lotta per la vittoria, e lo sarà con grande probabilità anche dopo il suo rientro. Lo stesso ruolo lo potrà ricoprire Pedrosa, e forse anche Lorenzo visti i progressi delle ultime gare”.

Chi vedi favorito per la vittoria del campionato?

"Io dall’inizio del campionato fino a pochi giorni fa avevo pronosticato la vittoria di Marquez al 100%. Ora invece, visto il grande salto in avanti compiuto da Dovizioso, direi che hanno entrambi il 50% di possibilità di trionfare, e lotteranno fino all’ultima gara”.

Può essere davvero l’anno giusto di Dovizioso?

“Assolutamente. Ha acquisito una sicurezza ed un’aggressività mai avuta, oltre che una fiducia nei propri mezzi giusta per vincere. Questo passo in avanti credo lo aiuterà anche nei due o tre appuntamenti che mancano alla fine in cui non è mai stato particolarmente veloce”.

Restando su Ducati, come reputi il percorso di Lorenzo finora?

“Secondo me è in ritardo rispetto a quanto previsto, me lo aspettavo veloce fino in fondo già da qualche gara. Io ero tra coloro che sono rimasti perplessi quando la Ducati ha ingaggiato Lorenzo: non mi sembrava un pilota che si potesse adattare in fretta alla moto, ed avrei puntato senza dubbio su Marquez. A favore di Lorenzo c’è da dire che ha sempre mostrato grande caparbietà, e sicuramente tra poco arriverà al vertice, anche se in ritardo rispetto alle aspettative. In generale, credo che Ducati sia stata molto fortunata ad avere per tante stagioni Dovizioso in squadra”.

Ad inizio stagione le speranze di avere un campione del mondo italiano in Moto3 erano molto alte, ma il sogno pare ormai svanito. Qual è la ragione a tuo parere?

“Molti dei piloti italiani hanno mostrato il loro talento, a partire da Fenati, ma non riescono a sfruttarlo del tutto. La cosa strana è che lo mettono subito in mostra salvo poi perderlo gara dopo gara; la mia opinione personale è che i genitori italiani siano la rovina di molti piloti. Diversi ragazzi credo vengano “pompati” eccessivamente dai genitori sin dai tempi delle minimoto, e questo fa si che quando incontrano la prima sconfitta non sappiano reagire, andando in crisi e non riuscendo più a mostrare il loro talento”.

Servirebbe dunque lasciare i genitori fuori dai box

“Dipende a che età, dato che a 16-17 anni il carattere del ragazzo è già formato e dunque è già tardi. Dovrebbe essere il genitore a capire che un ragazzo per crescere correttamente deve sbattere contro la realtà, senza indorargli la pillola in tutti i modi. Spesso bisogna mettersi in discussione e tirare fuori il carattere”.

Qual è il talento italiano su cui puntare per il futuro?

“In Moto3 direi tutti e nessuno. Mi piacciono molto Morbidelli e Bagnaia in Moto2, perché hanno i piedi per terra più di molti altri, nonostante stiano ottenendo grandi risultati”.   

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