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MotoGP, Addio Marco Guidetti, il fotografo amico dei piloti

E' scomparso improvvisamente ieri. Ha vissuto, sulle orme di papà Vinicio, gli esordi nel Continental Circus.

MotoGP: Addio Marco Guidetti, il fotografo amico dei piloti

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Se ne è andato nella notte Marco Guidetti, uno dei fotografi storici del motomondiale. Marco aveva seguito le orme di suo padre, Vinicio, legando la sua passione per la fotografia a quella per la velocità e i piloti.

Fin da giovanissimo era una presenza costante in ogni Gran Premio, armato dei suoi obiettivi ma sopratutto del suo sorriso. Marco faceva parte di quella grande famiglia che gira il mondo di circuito in circuito e non c’era pilota o addetto ai lavori che non conoscesse o con cui non avesse stretto amicizia.

Per GPOne era soprattutto un amico, con cui scherzare, prendersi in giro e condividere viaggi, camere d’albergo o una cena fra le risate, oltre che un prezioso collaboratore.

Tutta la redazione in questo momento si stinge intorno alla famiglia di Marco, porgendo le più sentite condoglianze.

Alle 12 sarà osservato un minuto di silenzio in sala stampa.


Marco, che scherzo del cazzo ci hai fatto stamattina. Mica so cosa scrivere. Così racconto quello che sei stato per me in tutti questi anni: un amico. Con il quale ho condiviso non trentacinque anni di vita, ma trentacinque anni di paddock, di circuiti, di camere di albergo, di aeroporti in questo campionato del mondo di motociclismo che è la nostra casa.
Quante volte ce lo siamo detto: il paddock, casa.
Non mi ricordo nemmeno quando ci siamo incontrati la prima volta, ma era verso la fine degli anni ’70, nella redazione di Motosprint, quando venivi con tuo padre, Vinicio. Uno dei nostri primi fotografi.
All’epoca ne avevamo due: Franco Villani e Vinicio Guidetti. Ricordo con un sorriso le loro baruffe per pubblicare le proprie foto.
Quintalate di plasticoni con le diapositive da guardare con il lentino assieme ad Alberto Sabbatini.
Ma quelli sono stati gli inizi. I tempi in cui Alberto, poi diventato direttore di Autosprint, dei fotografi diceva: giù la bandiera, sù il dito: il lavoro è finito.
Da un po’ di anni non era più così. Niente più rullini ma migliaia di foto da scaricare sul computer ed editare ed archiviare una ad una.
Un lavoro della madonna, che ti impegnava, come tutti i tuoi colleghi, la sera.
Il Mac, le Canon. Più recentemente il passaggio a Nikon di cui eri entusiasta.
Inevitabile che ti prendessi per i fondelli: Marco, abbiamo scoperto il tuo segreto: fa tutto la macchina fotografica.
Il ricordo più vivido? L'Australia ovviamente: per tanti anni abbiamo affittato la stessa casa e, te lo confesso ora, non era perché ti mettevi ai fornelli a preparare la carbonara.
"Non viene bene perché qui mancano gli ingredienti!"
Seeee… ma l’abbiamo divorata lo stesso.
Una birra, due birre. La Blue Moon in Texas, un appuntamento irrinunciabile assieme a Matteo, con il quale hai scambiato messaggi sino ad una settimana fa.
"Non vengo a Brno, mi devo fare un controllo."
Poi la notizia stamattina, appena entrati nel paddock, perché è una piccola città e ci conosciamo tutti. Una famiglia allargata.
Con tutto quel che è successo quest’anno, si vede che lassù avevano bisogno di un buon fotografo.

Paolo

 

 

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