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SBK, Canepa: Suzuka? Come se avessi vinto al Mugello

"Il passato? Ho già voltato pagina. Nella mia mente c'è la prossima stagione, confermarsi sarà la cosa più bella, ma anche complicata" 

SBK: Canepa: Suzuka? Come se avessi vinto al Mugello

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Il fine settimana di Suzuka non se lo dimenticherà così facilmente Niccolò Canepa. All’ottovolante il pilota ligure ha coronato una stagione da incorniciare nel Mondiale Endurance, che gli ha consegnato il titolo iridato. Adesso il portacolori GMT94 si gode le vacanze, ma tra un mese sarà già tempo di tornare nuovamente in sella alla moto per la nuova stagione.

Meglio di così non poteva proprio andare Niccolò?

“Davvero, una grandissima emozione, che rimarrà per sempre nel mio cuore. Devo dire che dopo la vittoria, i festeggiamenti, i complimenti ricevuti, la cosa più complicata è stata il ritorno a casa”.

Come mai? Colpa dell’alcool?

No, assolutamente (sorride). Abbiamo perso l’aereo – ha svelato - dato che in autostrada c’erano sette ore di coda per un incidente ed è stato un rientro tormentato. Nonostante tutte le difficoltà non sono mancati i festeggiamenti per questo trionfo”.

Facciamo un passo indietro. Fin dal venerdì avete dimostrato di avere una marcia in più rispetto a SERT.

“Esatto, eravamo costanti e allo stesso tempo veloci, però in gara tutto è stato più complicato. Innanzitutto a causa della pioggia a intermittenza e poi c’è l’aspetto mentale”.

Quanto incide?

Nel momento in cui devi gestire una corsa e non puoi permetterti di rischiare, hai tantissimi dettagli a cui badare  -ha spiegato –quando invece scendi in pista per vincere, nella tua mente hai solo quello su cui focalizzarti. Penso che domenica avevamo il passo per rimanere tra i primi sei, ma non ne valeva la pena di spingere”.

De Rosa ha sbagliato ad esempio.

Raffaele è partito molto forte, era davanti a me, poi è caduto. Col tempo, l’esperienza nell’Endurance ti insegna come gestire queste gare, evitando di partire subito all’attacco e mantenendo la costanza”.

Come mai SERT ha perso il Mondiale?

Più che SERT, direi che la vera sfida è stata con Yamaha YART. Suzuki ha faticato  tanto nel 2017, mentre YART si è sempre rivelata una spina nel fianco, rendendoci la strada in salita, nonostante fosse dietro in Campionato. Noi però eravamo consapevoli del nostro potenziale, ma soprattutto di vincere il titolo”.

Davvero?

“C’era tanta fiducia all’interno della squadra dopo le tre vittorie consecutive. Ovviamente non mancava un po’ di tensione, soprattutto, la sera prima della corsa e l’ultima ora”.

Suzuka è una pista mitica. Che effetto fa festeggiare davanti a 80 mila spettatori?

“Un qualcosa di unico, come se avessi vinto al Mugello”.

Immaginiamo tu abbia ricevuto numerosi messaggi dopo la gara. Quali ti rimangono impressi?

“Mi hanno fatto piacere quelli della dirigenza Yamaha, ma soprattutto da parte Kevin Schwantz. Domenica sera eravamo a cena nello stesso ristorante e si è recato di persona al nostro tavolo. È stato un bel momento”.

Questo successo cancella anche le difficoltà del passato?

“Riguardo il mio passato ho già voltato pagina – ha commentato  - ovviamente non posso stare simpatico a tutti, però allo stesso tempo ci sono persone che ci tengono e mi manifestano il loro affetto”.

Adesso vacanze e poi si riparte col Bol d’Or.

“Esatto, staccherò la spina, in seguito tornerò sulla moto con l’obiettivo di confermarci. Penso sia la cosa più bella, ma anche la più difficile”.

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