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MotoGP, Schwantz: Iannone dovrebbe scusarsi con la Suzuki

Parla il #34: se ascoltasse quel che la gente dice di lui non sarebbe contento. Il flag-to-flag? Non dovrebbe esistere!

MotoGP: Schwantz: Iannone dovrebbe scusarsi con la Suzuki

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Kevin Schwantz è una presenza interessante e più che interessata nel paddock del Sachsenring, perché il texano - campione del Mondo della 500 nel 1993 con la Suzuki - è un testimonial d’eccezione per la casa di Hamamatsu e ha  occhi esperti ed attenti verso ogni singolo particolare tecnico ed agonistico.

Anche in Germania le GSX-RR di Iannone e Rins hanno faticato in qualifica ed i risultati per il team Ecstar sono molto lontani dalle ambizioni della squadra: “Iannone è stato licenziato dalla Ducati ed è facile per lui dire che la Desmosedici, la sua ex moto, va bene - parte diretto Kevin - ma lui deve andare avanti con il lavoro pensando alla Suzuki, so che è difficile, ma Andrea deve capire che non deve gareggiare solo contro il compagno di squadra, bensì, per essere un pilota eccellente. Nel team i giapponesi sono troppo educati e non devono scusarsi coi piloti per gli scarsi risultati. Anzi, dovrebbe essere lui a scusarsi coi giapponesi”.

Kevin attacca Iannone dopo aver sentito le ripetute lamentele dell’abbruzzese: “ho parlato con lui ad Austin e mi ha detto che la moto non curvava, non accelerava, non si frenava bene; però nei test prestagionali la Suzuki andava piuttosto bene e Rins era veloce. Mi piacerebbe parlare con Iannone e dirgli quello che la gente pensa di lui e credo che non gli piacerebbe sentire quelle parole”.

Guardando le gare, chi ti ha impressionato?

Mi dispiace molto per Jorge Martin, il suo incidente di ieri è stato davvero brutto; lui era un pilota che seguivo con interesse. Inoltre spero che Xavi Vierge ritorni a correre presto: il suo intervento chirurgico è andato bene. Ci sono altri piloti bravi e Remy Gardner, per esempio, sta facendo bene. In generale ci sono molti talenti che vanno forte e mostrano cose interessanti. Comunque il livello della competizione in MotoGP è talmente alto che in un battito di ciglio ti ritrovi dalle prime posizioni a quattordicesimo”.

Erano meglio le gare ai tempi tuoi o quelle di oggi?

Oggi le corse sono migliori per i fans, sembra che ogni marchio abbia l’opportunità di stare davanti; magari non la KTM, per ora. Le Ducati sono avanti, anche quelle di Bautista, Barbera e Petrucci. Il fatto che tutti abbiano la possibilità di stare davanti rende le gare eccitanti. Già il giovedì i piloti devono essere pronti ad ogni imprevisto, sia nelle prove che in gara”.

Su quale pilota scommetteresti un dollaro?

“All’inizio avrei puntato la quota su Maverick Vinales ma ora… sempre lui, ma non solo:  adesso anche Rossi, Marquez e Pedrosa stanno facendo bene. Le Ducati, inoltre, hanno trovato la consistenza che cercavano”.

Pensi che oggi i piloti si lamentino troppo delle gomme?

“Ai tempi miei la battaglia era tra Michelin e Dunlop e potevamo avere soluzioni differenti per ogni esigenza. Prima non era come oggi, dove le poche mescole sono imposte dal costruttore. Oggi non si possono scegliere bene le giuste gomme, ai miei tempi potevamo avere diverse soluzioni e combinazioni, adatte ad ogni situazione. Ed aggiungo che oggi trovare il setting delle moto è più difficile, perché deve risultare molto più equilibrato rispetto alle gare del passato. Dalla tv queste cose non si capiscono, perché il lavoro nel box non si può vedere”.

Ai tempi di Kevin, Garry Taylor, team manager Suzuki - comunicava con grosse lavagne e scritte in codice, comprese solo dallo stesso Schwantz. Oggi la comunicazione è evoluta ma al texano proprio non piace: “sicuramente la comunicazione sul cruscotto aiuta -ammette Kevin- e rende le gare più sicure. Ma a me non piace: io penso che nel motosport a due ruote la comunicazione debba essere con le lavagne, il resto è una faccenda tra moto e pilota. Io penso che non debba esistere la regola del flag-to-flag”.

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