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MotoGP, Iannone: "Non devo risolvere io i problemi"

L'abruzzese della Suzuki arranca ma non demorde: "io devo guidare, il resto deve essere fatto dalle persone intorno a me" ed aggiunge: "non sono scoglionato, non tornerei mai indietro"

MotoGP: Iannone: "Non devo risolvere io i problemi"

Sesta fila e sedicesimo tempo per Andrea Iannone oggi ad Assen: l’abruzzese della Suzuki non è entrato in Q2 ed il suo giro veloce è risultato migliore di circa un decimo e mezzo di quello del rientrante compagno di squadra Alex Rins, che conosce molto meno la GSX-RR rispetto al pilota di Vasto.

La pioggia, anziché aiutare Andrea, non ha fatto altro che metterlo ancora più in difficoltà: “anche su pista bagnata, abbiamo gli stessi problemi accusati con l’asciutto -ammette Iannone- sicchè, c’è poco da fare: si soffre. Io ci metto tutto l’impegno che posso, ma la situazione è questa, ed io ne sono consapevole. Non mi resta che continuare a lavorare, come sto facendo dall’inizio della stagione, sperando di venirne fuori presto”.

Che idea hai a proposito di questa difficile situazione?

“Errori a parte, lo scorso anno ho fatto un campionato ‘della Madonna’, con risultati incredibili. Io mi sento molto in forma ed allo stesso frustrato, perché non riesco ad esprimere il mio potenziale. Ogni giorno lavoro dando il mio 100%, fornisco le indicazioni agli ingegneri. Devo avere pazienza”.

La gara di domani sarà paragonabile ad un test?

No. La gara di domani sarà come ogni Gran Premio, cercherò di portare a casa il miglior risultato con la moto che ho”.

Il prossimo vero test sarà a Brno e Iannone si sfoga a ruota libera senza perdere fiducia e speranza: “spero che arrivino aggiornamenti dalla Suzuki anche prima di Brno - guarda avanti Andrea- ma, onestamente, non lo so. Sto soffrendo ma non mi arrendo. Non sono scoglionato, anzi, ho sempre più voglia di correre e mi girano i coglioni in senso positivo. So di essere un pilota che può lottare coi primi, faccio il mio mestiere che è quello di guidare, non risolvere i problemi. Il mio ruolo è guidare la moto, il resto deve essere fatto dalle persone che stanno intorno a me. Non sono deluso dalla scelta che compiuta e non tornerei mai indietro. Non ho mai ereditato una moto vincente l’anno prima, ho dovuto sempre impegnarmi per migliorare e continuo a farlo per me e per la Suzuki”.

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