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SBK, Lavilla: "Mi piacerebbe avere Rossi wild card in Superbike"

 Il Direttore Gara di Dorna era un pilota veloce e corretto: "aumenterò l'interesse per il nostro campionato. Valentino qui verrebbe trattato molto bene"

SBK: Lavilla: "Mi piacerebbe avere Rossi wild card in Superbike"

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Essere il direttore gara di un campionato Mondiale come la Superbike, è un ruolo importante e delicato, perché occorre saper prendere decisioni comuni che sappiano mettere d’accordo tutti: case, piloti, team manager, sponsor e pubblico pagante.

Gregorio Lavilla si occupa di questa mansione da diversi anni, e la sua esperienza di corridore gli torna utile in ogni frangente: “iniziai a gareggiare nel Criterium spagnolo, una vera e propria fabbrica di talenti -ricorda Gregorio- insieme a me c’erano piloti come Alzamora e Checa, che non hanno bisogno di presentazioni nel paddock del Motomondiale. La mia strada fu diversa, io arrivai in SBK alla fine degli anni ’90, per rimanerci tanto tempo, correndo con Ducati, Kawasaki e Suzuki. Tanti podi ed il titolo Superbike inglese. Ho imparato davvero molto, gareggiando”.

Era meglio fare il pilota o il direttore gara?

“Il pilota, non ho dubbi! A quei tempi pensavo solo a me stesso; ora, invece, devo ascoltare e parlare con tutti i corridori, oltre 130 ragazzi e, di conseguenza, devo saper comprendere ogni esigenza per poi decidere la cosa migliore. Ma non è facile, perché, ovviamente, la decisione finale non accontenta mai tutti”.

Quale è la parte più difficile del tuo lavoro?

Durante la gara, devo capire la situazione dei piloti in pista, controllando che ognuno rispetti le regole. Abbiamo dei marshall bravissimi in nostro aiuto, che ci segnalano se piove, eventuale olio in pista e tagli di variante; la parte umana è più importante di quella tecnologica, abbiamo le tv, ma le persone sono più attente; siamo in tre persone in direzione gara, io sono uno degli arbitri che prendono le decisioni e lo faccio sempre per il bene dei piloti”.

In Superbike la differenza tra moto private ed ufficiali è sempre più netta…

“In effetti, è sempre stato così: solo le Ducati private riuscivano a stare coi migliori, nel passato, le altre moto accusavano il gap. Adesso è come ai tempi miei, ogni tanto qualche privato va forte, come Haslam con la moto di Puccetti. Nel tempo abbiamo cercato una situazione regolamentare che tutti potessero accettare: parlo delle case, dei team, e della FIM. Ci sono gli ingredienti per compiere un ulteriore step per calmierare i costi ed i gap tra le varie moto”.

La centralina unica per tutti livellerebbe i valori tra ufficiali e privati?

“Ne stiamo parlando, ma la centralina uguale per tutti sarebbe solo un piccolo sasso sulla nostra strada; questo cambiamento non sarà la soluzione finale, il regolamento sarebbe livellato se tutti avessero le medesime condizioni: l’impegno diretto con le case e la capacità economica sono tra queste. Il regolamento influisce nei risultati, ma sono ancora i piloti a fare la differenza. Il nostro obbiettivo è abbassare lievemente l’asticella inerente alla preparazione delle moto”.

Quindi, quali altre modifiche proporresti?

La strada giusta sarebbe avvicinare le attuali Superbike al regolamento Superstock. Quanto? Dobbiamo chiedere alle case ed ai team, io lo faccio sempre, tenendo in considerazione quello che sento e provando ad accontentare tutti. Ogni team ed ogni pilota deve avere la chance per poter vincere. Noi proveremo a creare questa situazione”.

Ci sono nuovi circuiti in arrivo per l’anno prossimo?

Arriverà l’Argentina, gli altri verranno confermati e ci stiamo lavorando. Ci sono tante piste belle ed affascinanti sia per i piloti che per il pubblico, ma dovranno rispettare gli standard di sicurezza, dato che le moto vanno sempre più forte. Noi cerchiamo sempre soluzioni per migliorare l’aspetto sicurezza”.

Ultimamente qui britannici dominano sempre di più, perché?

“Il BSB è un campionato ricco e di grandi tradizioni. Sull’isola loro sono indipendenti e vivono il loro campionato come se fosse un mondiale. L’ondata di forti piloti che abbiamo oggi proviene dai primi anni 2000, periodo nel quale sono emersi i vari Rea, Camier, Haslam, Sykes… ma anche Crutchlow: lui ha vinto il titolo Supersport, ha fatto un anno in Superbike e poi è andato in MotoGP, facendo molto bene”.

La SBK soffre il confronto con la MotoGP in termini di audience…

“Attualmente sì, il nostro obbiettivo è aumentare l’interesse del pubblico verso la SBK. Sarebbe bello avere come wild card per qualche gara Valentino Rossi: mi piacerebbe averlo qui in qualche round e penso che noi della Superbike lo tratteremmo davvero bene”.

 

 

 

 

 

 

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