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SBK, Corser: "Alla Superbike servono campioni come... me"

L'australiano ha conquistato il titolo con Ducati e Suzuki: "ai miei tempi erano tanti i piloti e le moto vincenti. La centralina unica livellerebbe i valori"

SBK: Corser: "Alla Superbike servono campioni come... me"

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Sono due i piloti australiani ad aver vinto almeno un titolo Superbike e portano lo stesso nome: Troy. Prima di Bayliss, fu Corser a sventolare la bandiera della terra dei canguri, e lo fece nel 1996, quando il giovanotto di Wollongon sconfisse tutti con la sua Ducati 916.

Corser, dopo nove stagioni disputate su diverse moto, vinse nuovamente il campionato, questa volta nel 2005 con la Suzuki GSX-R del team Alstare Corona, diventando il primo ad affermarsi con due marche diverse, primato pareggiato poi da James Toseland, che trionfò su Ducati 999 e Honda Fireblade.

Ora Troy si diverte ancora, guida qualsiasi cosa quando glielo chiedono e frequenta il paddock Superbike come lo faceva da pilota, divertendosi e notando ogni dettaglio: “queste gare sono ancora divertenti ed oggi ne vedremo delle belle -ha affermato ‘il coccodrillo’ prima dello start di gara uno- vedrai. Sono in tanti ad andare forte e i due piloti Yamaha potrebbero addirittura vincere”.

Corser ci è andato davvero vicino: Van Der Mark è caduto quando era in testa, Lowes è arrivato secondo. Le sorprese non sono mancate ed il colpo d’occhio di Troy è rimasto quello dei vecchi tempi: “le gare sono belle quando ci sono tanti piloti su diverse moto a poter vincere: -ha continuato l'australiano- quando correvo io la lotta era incredibile: in ogni manche erano tante le marche che vincevano;  oggi era la Honda, domani la Ducati, spesso la Kawasaki e la Yamaha. Senza dimenticare la Suzuki e la Aprilia. In tutte le domeniche il pubblico sapeva che avrebbe potuto assistere a sorprese e novità”.

Per avere moto allo stesso livello, Dorna vorrebbe mettere mano al regolamento…

La centralina unica? Sarebbe una ottima soluzione per i piloti ma, soprattutto, per i tecnici, che dovranno lavorare meno. Inoltre, questa scelta sarebbe per tutti anche più economica, perché ci sarebbe meno esasperazione e ricerca”.

A te piacerebbe avere tutta questa elettronica sulla tua moto?

No, io preferirei, e preferisco, gestire tutto con il mio polso destro. Tra l’altro, non mi piacciono gli stili di guida moderni, con il corpo esposto totalmente fuori dalla moto: è uno stile scomodo, io preferivo guidare spingendo tanto con le gambe sulle pedane ed il corpo vicino ai semimanubri,  era così che sentivo le reazioni della moto; come me facevano Doohan e Gobert, anche loro australiani. Volendo, si potrebbero guidare anche le moto moderne con il nostro stile avvitato e contorto, apparentemente demodè, ma assolutamente redditizio”.

Cosa faresti per dare più show alle gare Superbike?

“Servono piloti forti, come quelli della mia epoca, tutti campioni come Fogarty, Chili, Slight, Kocinsky, Haga e… me!”

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