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MotoGP, Dall'Igna: Dovizioso? E' un ragioniere fuori dal comune

"E' un campione del mondo, ed ha gestito Mugello e Barcellona in modo perfetto. Petrucci con Aprilia nel 2018? Speriamo di tenerlo"

MotoGP: Dall'Igna: Dovizioso? E' un ragioniere fuori dal comune

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La seconda vittoria di Andrea Dovizioso ha proiettato il ducatista a -7 punti dal leader del campionato, dunque teoricamente in piena lotta per il mondiale.

Il Gran Premio di Barcellona peraltro ha mostrato il tallone d'achille della Yamaha di Maverick Vinales, e di conseguenza di Valentino Rossi, incapaci più delle rivali ad adattarsi alle Michelin quando la pista offre poco grip. D'altro canto Marc Marquez sta riguadagnando posizioni e punti con la sua guida aggressiva, mentre Dani Pedrosa sta conducendo uno dei suoi migliori inizi di stagione.

Ai quattro protagonisti presto potrebbe aggiungersi anche Jorge Lorenzo, in crescita, anche se Dovi per il momensto, Jerez a parte, sta andando costantemente più forte di lui.

Ma è veramente il forlivese pronto per sferrare il suo attacco al titolo dopo aver raddoppiato il suo bottino mondiale di vittorie in campionato nell'ultima settimana con i successi di Mugello e Barcellona?

"Partiamo dal presupposto che Dovizioso ha già vinto un mondiale – è la risposta del capo di Ducati Corse, Gigi Dall'Igna - E’ un campione di per sé ed ha tante qualità, alcune fuori dal comune rispetto ad altri piloti. Prendiamo ad esempio gli ultimi due Gran Premi: è stato un vero ragioniere. Ha gestito le ultime due gare da manuale. Per me ha tutte le caratteristiche per lottare per il titolo. Vincerlo però dipende da tante cose. In questo momento comunque io non starei a fare tanti ragionamenti".

I successi di Dovi possono destabilizzare Jorge Lorenzo?

"Naturalmente è sempre un problema quando un pilota va più forte di un altro, ma 'Giorgio' è un campione. Cercherà di reagire e noi con lui per aiutarlo a raggiungere gli stessi risultati di Andrea. Tutto ciò fa parte del gioco. Io poi sono molto ottimista, Lorenzo sta capendo sempre di più come guidare la nostra moto e noi stiamo comprendendo cosa gli serve, quindi progressivamente farà risultati migliori".

A Barcellona è partito fortissimo, poi a metà gara ha avuto un calo inspiegabile.

"Giorgio è sempre andato fortissimo nei primi giri. Non è una novità. E’ uno dei motivi per cui ha vinto tanto. Nella fase centrale della gara, quando è stato superato, si è un po’ disunito per tre o quattro giri, ed è andato un po’ in confusione. Tolti quei giri lì sarebbe potuto salire sul podio".

Dovi e Jorge hanno caratteristiche di guida diverse. E' difficile andare dietro alle esigenze di entrambi?

"Fondamentalmente ci chiedono stesse cose con sfaccettature diverse, ma sono allineati, e questo è un buon segnale. Noi stiamo lavorando, se fossimo stati fermi non avremmo vinto né al Mugello né a Barcellona. Stiamo provando cose un po’ diverse da quello che pensavo fosse giusto in passato. Il nostro programma di sviluppo prevede delle novità che arriveranno a metà campionato, quindi non fra molto tempo".

Le altre case, stanno spingendo sull'acceleratore. Nei test dopo il GP di Barcellona la Yamaha ha portato addirittura due telai e una carenatura.

"Non è che le novità per essere importanti devono essere visibili dall’esterno. Anche noi abbiamo portato telai diversi per valori di rigidezza, ma non si vedono. A volte le modifiche speri abbiamo un effetto grande ed invece ce lo hanno piccolo".

Siete sempre i più veloci. Da dove deriva questa supremazia in campo motoristico, è solo il Desmo a far guadagnare cavalli?

"Ducati ha sempre avuto motori performanti, ed anche io nella mia storia ho cercato di avere motori veloci. E’ la nostra filosofia. Abbiamo cercato sempre vantaggi di questo tipo. Nell’arco del campionato avere qualche cavallo in più della concorrenza porta sempre dei frutti".

Questo mondiale, che inizialmente pensavamo nelle mani di Vinales, si sta evolvendo verso una situazione di assoluta imprevedibilità. Colpa o merito delle gomme?

"Le moto in campo hanno caratteristiche molto diverse. Honda, Yamaha e Ducati sono particolarmente performanti in certe situazioni e meno in altre. Questo rende il campionato molto avvincente. Onestamente mi sembra che le Michelin dia delle ottime gomme in certe situazioni, in altre sono più difficili da gestire, ma parlando di Barcellona darei la colpa all’asfalto, non alla pista. Devono rifarlo se vogliono continuare ad avere la MotoGP".

Inutile girarci attorno: tutti si chiedono se questa Ducati è da titolo mondiale.

"Barcellona, sulla carta, non era una pista a noi favorevole. Capirossi ci ha vinto la prima gara della Ducati ma era il 2003. Nemmeno Jerez, dove Lorenzo ha fatto terzo, lo era. Ma io preferisco tenere i piedi per terra e non cambiare il modo di pensare. Il nostro prossimo obiettivo è il GP d'Olanda".

Dopo appena sette Gran Premi ha già iniziato a muoversi il mercato piloti. Ad aprire la stagione è stata l'Aprilia che ha messo gli occhi su Danilo Petrucci, oggi sotto contratto diretto con Ducati, come possibile sostituto di Sam Lowes.

"Per fare gli accordi bisogna sempre essere in due – ha detto Gigi Dall'Igna - Danilo alla fine del 2017 dovrà decidere cosa vorrà fare. Noi siamo contenti sia di lui che della progressione che ha fatto. E’ maturato molto, si è adattato alla moto, sa come sfruttarla, la conosce bene. Mi auguro di poter trovare le modalità per tenerlo con noi".

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