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MotoGP, Dovizioso: gli alti e bassi Ducati? Dipendono dalle gomme

Andrea svela: "Al Mugello ho goduto per tutto il GP, specie quando ho passato Vinales. La vittoria cambia tutto"

MotoGP: Dovizioso: gli alti e bassi Ducati? Dipendono dalle gomme

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È sbarcato a Barcellona con un volto sereno e rilassato. La vittoria del Mugello rimarrà un ricordo indelebile per Andrea Dovizioso, ma adesso la sua mente è già concentrata all’appuntamento con il GP di Catalunya.

Diciamo che ho trascorso questi ultimi quattro giorni a rispondere a tutti i messaggi ricevuti e penso sia una bella dimostrazione di quando arrivi a un traguardo. È davvero bello vedere l’affetto di piloti, manager, addetti ai lavori. Penso che quanto fatto al Mugello sia qualcosa di speciale, soprattutto vincere una gara della MotoGP”.

Che sapore ha il successo?

La vittoria è fantastica, ci sono tanti modi di vincere, ma noi l’abbiamo fatto dominando. C’erano tanti piloti con un passo veloce, ho cercato di evitare ragionamenti, lasciandomi andare. Penso che alla fine abbia funzionato per tutti e 23 giri, compresi i primi 13 alle spalle di Maverick”.

Cosa ti ha emozionato della gara.

“È stato bello il sorpasso su Vinales, così come il fatto di staccarlo. Ho goduto per tutto il GP e questi risultati danno grande gusto”.

Secondo te, quale idea si sono fatti i tuoi detrattori?

“Non ho dato importanza a quelle persone, ho pensato solo a godere per la prestazione”.

Tua figlia non era al Mugello, però immaginiamo fosse entusiasta.  

“Lei è ancora piccola, però quando vede tanta gente che è felice di me, si sente orgogliosa del suo papà”.

In quell’ultimo  giro Petrucci ha detto che si sentiva solo, ribadendo anche sul podio. Tu invece che sensazioni hai avvertito?

“Più o meno la stessa cosa, ma in modo positivo. A sei giri dalla fine faticavo a capire chi fosse il quarto pilota, provavo a guardare i maxischermi, ma non riuscivo a vedere il nome. Poi ho visto Petrucci dietro di me e ho realizzato. In quel momento sapevo che la gara dipendesse  da me, consapevole del mio passo. Ho visto poi Maverick avvicinarsi, avevo la carte giuste da giocarmi, ovvero fare l’1’47”9. Di conseguenza è stata una carica che mi ha permesso di compiere tre giri veloci”.

La strategia che peso ha avuto domenica al Mugello?

Quando siamo in pista la testa lavora a mille, hai tanti pensieri sia a livello agonistico e non solo. Credo che il mio modo di approcciare certe gare in strategia a volte mi abbia limitato, in altre invece mi ha permesso di portare a casa punti”.

Cosa ti lascia il successo del Mugello?

“Credo di aver imparato qualcosa di importante, dato che non avevo in mente di fare dieci giri davanti. Ogni situazione merita però un discorso a parte e non esiste un modo per ottenere un bel risultato, serve infatti interpretare”.

Aver vinto il GP d’Italia cambia qualcosa o resta tutto come prima?

“Questo successo cambia tantissimo e tutto. A livello personale è stata un’esperienza che mi arricchisce in gestione e approccio della gara. Inoltre fa una grande differenza per la gente del paddock ed è importante per l’evoluzione della moto. Di sicuro le mie opinioni non cambiano, ma a livello emotivo hai un nuovo modo di avvicinarti al fine settimana”.

Non pensi che adesso riesci a raccogliere molto di più rispetto al passato?

“Raccogliere molto di più penso sia esagerato, però già da metà dello scorso anno ho messo dei tasselli che  mi fanno vedere la vita da un punto di vista diverso. Di conseguenza questo è uno dei motivi per cui gestisco meglio le situazioni”.

Cosa ti aspetti dalle gomme qua a Barcellona? Qualcuno si è soffermato sulla qualità degli pneumatici.

“Gli alti e bassi non dipendono dalla qualità, ma dalla caratteristica delle gomme. Quello che accadrà non lo so, dato che i test non erano andati nel verso giusto. L’asfalto è infatti rovinato, fa molto caldo, inoltre c’è la nuova chicane. Essere veloci al Montmelò non la vedo quindi una cosa così semplice, bisogna pertanto mantenere i piedi a terra”.

Un tuo amico, tempo fa, disse che eri al posto giusto sulla moto giusta.

“Io penso che questi quattro anni in Ducati hanno fatto capire chi è Dovizioso ed è stato positivo per la mia crescita. Se volevo rimanere ad alto livello tutto ciò mi ha permesso di essere forte”.  

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