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Moto3, Migno e la VR46: "Per me Rossi è un dono del Signore"

ESCLUSIVA "Nella vittoria del Mugello ci sono i consigli di Valentino, mi ha sempre detto che non vale la pena abbattersi e arrabbiarsi" 

Moto3: Migno e la VR46:

Non poteva scegliere circuito migliore per la sua prima vittoria nel Motomondiale. Una domenica magica, che rimarrà per sempre impressa nella mente di Andrea Migno, quella del Mugello. L’alfiere dello Sky Racing TeamVR46 ha fatto suonare per primo l’inno di Mameli, aprendo le danze di un una giornata indimenticabile.  È salito sul podio una volta, poi una seconda, insieme a Pasini e Dovizioso, raccogliendo l’applauso di un pubblico da stadio.

Da dove partiamo?

“Questa è una emozione unica, se non la provi non puoi capirla. Non c’è nulla come vincere al Mugello. Il podio di Assen rimarrà speciale, ma qua è indescrivibile, perché sei davanti al tuo pubblico, la tua famiglia, gli amici che hanno fatto tanti chilometri per vederti”.

Hai vinto uscendo dalla Bucine per primo, cosa tra l’altro sconsigliata dei maestri delle due ruote.

Lo so, però a me non interessava nulla. A quattro giri dalla fine ho capito che si poteva vincere, poi all’ultimo sono stato consapevole del fatto che questa fosse l’occasione. Avessi lasciato passare Diggia temevo di avare un rimpianto, invece ho continuato a spingere”.

La tua strategia è andata nel verso giusto.

“Non mi piace parlare di strategia, perché in Moto3 a mio parere non esistono. In quell’ultimo giro volevo soltanto pensare a stare davanti, poi una volta tagliato il traguardo avrei riflettuto sul fatto di aver fatto bene o male. Nel caso in cui Fabio mi avesse passato,  sfruttando la scia, non avrei avuto rimpianti”.

Due volte sul podio di una gara. Evento più unico che raro, bisogna tornare ai tempi di Agostini.

“Già, ovviamente quello di Moto3 mi rimane più impresso, perché è il mio podio. L’altro è senza dubbio speciale, perché c’era il Paso e anche Dovi”.

Cosa ti hanno detto Mattia e Andrea?

“Mi hanno fatto i complimenti, anche loro hanno fatto delle grandissime gare. Bellissimo vedere tutto quel tifo sulla pista, bisogna provarlo una volta nella vita per capirlo”.

Quanto ti è dispiaciuto non ci fosse Vale?

“Molto, però sapevo che sarebbe stata dura per lui. L’avevo visto in palestra prima della gara e si vedeva che non era il Vale di sempre dal punto di vista fisico. Secondo me è stato comunque un grande a centrare il quarto posto in quelle condizioni”. 

Ti ha aspettato però in corsia box per farti i complimenti.

“Davvero figo, l’ho visto che era molto felice per me e questo mi rende orgoglioso, perché cerco sempre di mettere in pratica i suoi insegnamenti”.

Nell’ultima GPOnecar, Morbidelli ci ha svelato un consiglio ricevuto da Rossi, ovvero non risparmiarsi. Ne ha dato uno in particolare anche a te?

“Credo proprio di sì. Mi ha sempre detto che è inutile abbattersi e arrabbiarsi, non serve proprio a nulla. Ricordo il 2015, quando lui perse il titolo. Avevo paura ad andarlo a trovare a casa oppure nel suo motorhome, perché temevo fosse giù di morale o non avesse voglia di parlare, invece lo vedevo sempre sorridente e disponibile”.

Valentino ha detto che tu sei uno dei piloti che più presta attenzione.

“Io lo considero un fratello maggiore, un amico, forse anche un dono del Signore. Di certo non mi faccio problemi nel rompergli le scatole, gli chiedo sempre tutto quello di cui ho bisogno, andando oltre il fatto che sia Valentino Rossi. Poi ovviamente sta a me mettere in pratica le cose, è quello che fa la differenza”.

Torniamo a domenica, questa vittoria possiamo definirla una liberazione dopo 50 gare?

Per certi versi direi proprio di sì. È una grande scarica di adrenalina, ma allo stesso tempo regala consapevolezza in quelli che sono i miei mezzi. L’ho inseguita con tanti sacrifici ed è penso il giusto premio”.

Qual è il messaggio più bello che hai ricevuto?

“Li sto ancora leggendo, devo ammettere di aver dato la priorità a quelli delle ragazze (scherza). Piano piano rispondo a tutti, anche se tra pochi giorni c’è già Barcellona”.

È stato quindi un festeggiamento un po’ contenuto?

“Purtroppo sì, mi sono ritrovato domenica sera con il team, ma non abbiamo potuto fare più di tanto casino. Tra pochi giorni si torna in pista”.

Nei primi cinque posti della classifica, tu e Mir siete gli unici ad essere sempre arrivati a punti.

“Penso che in Moto3 l’obiettivo sia la costanza ed è su quello che voglio lavorare. Joan è davvero molto bravo, ha grandi qualità e merita la posizione in Campionato”.

Bulega invece soffre. Te lo aspettavi?

“Nicolo è stato un po’ sfortunato in questo inizio di stagione, però c’è! Sono convinto che presto dimostrerà il suo valore, che tra l’altro è già emerso nella passata stagione”.        

Qualcuno definisce Mir come un Vinales. E’ un paragone affrettato?

“Forse è presto, ma di certo Joan possiede qualità come pochi nel guidare la moto”.

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