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MotoGP, Iannone: Vinales meglio di me? Son discorsi da bar

"Lui è un fenomeno, ma io sono andato sempre più forte. Per fortuna che accanto ho Belen a sostenermi"

MotoGP: Iannone: Vinales meglio di me? Son discorsi da bar

L'anno passato Andrea Iannone era arrivato al Mugello con già un terzo posto alle spalle, quello di Austin, in Texas. Una iniezione di adrenalina che lgli aveva consentito di andare sul podio con la Ducati anche sul circuito toscano, alle spalle di Lorenzo e Marquez.

Quest'anno Andrea ritorna nell'autodromo toscano con la stessa determinazione, ma non supportato dai medesimi risultati: l'inizio di stagione, infatti, è stato largamente al di sotto delle aspettative. Cinque gare, 15 punti in totale ed un 7° posto in America come miglior risultato. C'è da domandarci cosa non abbia funzionato.

"Abbiamo iniziato benissimo, andando veramente forte nei primi test a Valencia, a novembre – ricorda il pilota di Vasto – così ho passato un ottimo inverno, carico e pieno di energia. Poi sono iniziati i test, abbiamo provato tanto, trovando qualche ostacolo in più del previsto con il risultato, oggi, di trovarci un po' indietro rispetto ad Honda e Yamaha che hanno fatto grossi passi in avanti, mentre noi siamo rimasti, fondamentalmente, alla moto del 2016. E c'è dell'altro...".

Oggi però la gente comincia a dire: questo è il livello della Suzuki. Era Vinales a farla andare.

"Questi però sono discorsi da bar, quello che appare dall'esterno. In realtà io, dati alla mano, non sono mai andato più piano, nemmeno in una gara, di quanto abbia fatto Maverick l'anno passato. Poi Vinales è un fenomeno, un campione ed un grande talento...però io sono andato più forte su ogni pista. Sono caduto, ma perché io non mi contento di fare numero, voglio stare lì davanti, con i migliori, quello è il mio posto. Purtroppo, e mi prendo le mie responsabilità, non riusciamo ancora a tirare fuori dalla Suzuki tutto il suo potenziale".

Come è possibile?

"Ho portato con me dalla Ducati il mio ingegnere di pista, Marco Rigamonti. Siamo molto affiatati, ma non conosciamo ancora bene la GSX-RR. Le soluzioni che sulla Ducati funzionavano non vanno bene per la Suzuki. E il metodo di lavoro dei giapponesi è di farci trovare la nostra strada".

Cosa manca oggi alla Suzuki per tornare alla competitività dimostrata nel 2016?

"Parlando del Mugello, un po' di velocità di punta – ammette ridacchiando Iannone pensando alla potenza del propulsore Ducati, ma poi aggiunge – e poi un po' di accelerazione fuori dalle curve e di migliorare anche la frenata. Se posso aggiungerei che il livello dal 2016 si è alzato parecchio. Basta guardare a quante Ducati GP16 ci sono in pista. E sono moto da podio".

Allora non è vero che la 'colpa' è tutta di Belen che ti distrae...

"Mi viene da ridere...chi conosce così bene la mia vita privata da poterne discutere? Ti voglio parlare a cuore aperto: il primo ad essere insoddisfatto dell'attuale situazione sono io, ma Belen in questo momento anzi mi è di supporto. E' una ragazza unica nel suo genere, umile. E' lei a spronarmi quando mi vede giù".

Però per la strada, quando siete assieme, riconoscono più lei che te...

"Si, qualche volta sì, ma la gente riconosce anche me. Siamo in Italia...". Riappare il sorriso nella voce di Iannone che nei giorni scorsi si è informato sulla salute del suo amico Valentino.

"Questi ultimi giorni ci hanno ricordato che facciamo uno sport pericoloso. Penso a Nicky. Dobbiamo allenarci per essere in forma, in bici, in moto e quel che è accaduto a Vale ne è la conferma. Se lo ho sentito? Ho chiamato Uccio. Non è che uno che finisce in ospedale sta lì con il telefonino in mano...".

Dacci un messaggio per i tuoi tifosi.

"Le corse sono la mia vita. E in sei mesi non sono diventato un brocco. Ho aspettative altissime. Non sarò al Mugello per cambiare aria".

Questa intervista è stata pubblicata sul Corriere dello Sport l'1 giugno 2017

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