C’è molto di italiano nel primo posto di Joan Mir nella classifica Moto3. La nuova promessa spagnola corre infatti per un team italo-lussemburghese, Leopard, e i suoi tecnici sono tutti italiani. A cominciare da Cristian Lundberg, il cui cognome non deve ingannare perché nelle sue vene scorre sangue di romano verace.
Il curriculum del capotecnico è di quelli a 5 stelle e nella sua carriera Lundberg è stato al fianco di piloti del calibro di Vinales, Redding, Bautista, Rabat, Perugini, senza dimenticare Kent con cui ha vinto il mondiale due anni fa.
Christian, qual è il bilancio di questa partenza di campionato?
“Sono già passati i primi cinque round di questa stagione e la Moto3 si conferma come un campionato con una competitività altissima, in ogni gara ci sono 10 piloti candidati alla vittoria”.
Siete tornati alla Honda, una scelta azzeccata?
“In questo inizio di stagione la KTM non è riuscita ancora a trarre il massimo dal suo potenziale; la Honda invece ha fatto un grandissimo lavoro”.
Mir ha vinto 3 gare su 5, l’ultima in Francia…
“La gara di Le Mans è stata un po’ anomala, con Mir e Fenati che avevano qualcosa in più: Joan ha impresso un gran ritmo e Romano, che forse non si aspettava quel recupero, ha spinto troppo. Dal nostro lato, dobbiamo rimanere concentrati gara per gara, spingendo a fondo e cercando di portare a casa il massimo risultato possibile, senza fare errori che farebbero perdere punti preziosi”.
Loi invece sta faticando...
“Speriamo di poter aiutare anche Livio perché dopo una serie di cadute a Jerez ha perso un po’ di fiducia. Siamo cercando trovare il bilanciamento della moto secondo le sue esigenze, ma non è così semplice. Ha una statura minuta e trasferisce meno il peso sulla moto, questo penalizza ad esempio la stabilità in frenata”.
Il GP di Italia è alle porte, chi temi?
“Al Mugello ci sono tanti piloti italiani che vogliono vincere: a partire da quelli del team Sky VR46, che si stanno avvicinando e sviluppando bene la loro moto. Sicuramente saranno della partita anche Di Giannantonio e Martin e tanti altri piloti ci daranno del filo da torcere. L’avversario numero 1 è però Fenati, l’importante sarà cercare di rimanergli attaccato il più a lungo possibile, specie se tenterà di scappare. L’anno scorso era quasi riuscito nel suo intento, quando poi è stato fermato dall’inconveniente alla catena”.
Qual è l’obiettivo per questo fine settimana?
“Per noi il podio al Mugello sarebbe un gran risultato, aspettando poi di arrivare a Barcellona e puntare alla vittoria. Siamo contenti per questo inizio di stagione: vincere 3 gare su 5 e fare un podio sono risultati importanti e senza il problema di Joan in Gara2 di Austin saremmo potuti arrivare tranquillamente sul podio. Sappiamo che le cose non andranno sempre per il meglio, nei weekend in cui siamo in palla dobbiamo cercare di portare a casa il massimo dei punti possibili e di mantenere il vantaggio sugli avversari”.
Detto così sembra semplice…
“Non possiamo e non dobbiamo dormire sugli allori: ricordiamo il titolo mondiale 2015, quando a 6 gare dalla fine avevamo oltre 100 punti di vantaggio, eppure abbiamo sofferto fino a Valencia. Credo che la mentalità di Joan sia completamente diversa da quella di Kent, che a un certo punto della stagione ha pensato di amministrare, forse troppo, la situazione. Oggi la nostra filosofia è ottenere in ogni Gran Premio il miglior risultato possibile, senza mai accontentarsi”.