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Superbike, chi può fermare Rea?

Le Kawasaki sono su un altro gradino. Le Ducati a volte vanno forte, mentre gli altri fanno un mondiale a parte

Moto - News: Superbike, chi può fermare Rea?

Per un attimo ci eravamo illusi che forse il mondiale potesse essere in discussione o comunque (molto lontanamente) alla portata di più di un pilota. Dopo il doppio successo di Davies di due settimane fa, la vittoria di Tom Sykes di sabato – per quanto prevedibile (visti i precedenti sul circuito di Donington) e giunta in contemporanea con uno zero di Rea – ha fatto pensare che in fondo non fosse tutto scontato. Però poi domenica Jonathan Rea – con una moto a posto e con una gomma posteriore che non gli ha fatto scherzi – ha messo nuovamente le cose in chiaro, riportandoci tutti con i piedi per terra. Anche su un terreno a lui non favorevolissimo è riuscito ad avere la meglio su uno strabiliante Sykes. Ha vinto una gara difficilissima, costruendola dal primo all’ultimo giro con precisione e astuzia. Ha disegnato un capolavoro, l’ennesimo. Ora, dunque, risulta difficile pensare che gli equilibri del mondiale possano cambiare se il leader riesce ad uscire così anche da una pista “difficile”. Per due motivi principalmente.


Le Kawasaki sono su un altro gradino


Il primo perché, lasciando da parte il talento smisurato di Rea, la superiorità delle Kawasaki è abbastanza lampante. Da questo punto di vista bisognerà fare qualcosa in vista della prossima stagione perché altrimenti si rischia di demolire pian piano lo spettacolo che, da sempre, le derivate di serie hanno offerto negli anni. In particolare, se prendiamo in esame gara 2, tra le due Kawasaki e il “resto del mondo” c’erano in ballo ben 12 secondi, mentre in gara 1 (senza Rea) tra Sykes e Haslam (2°) a fine gara c’erano oltre 16 secondi, con Melandri arrivato dopo quasi 20 secondi. È vero, in altri circuiti non è andata sempre così (menomale!), le Ducati in alcune occasioni si sono mostrate molto vicine e anche superiori alle verdone, ma è sembrato un po’ come un evento eccezionale. E in ogni caso, escluse anche le Rosse di Borgo Panigale, gli altri marchi sembrano quasi non partecipare.


Chi sono i veri rivali di Rea?


Il secondo motivo riguarda i singoli. Chi può davvero competere con Rea? Sykes ha la sua stessa moto ma ha uno stile di guida diverso, sfrutta molto le gomme e spesso si ritrova a finire le gare con gli pneumatici rovinatissimi. Potenzialmente è quello che più potrebbe impensierire il campione del mondo in carica eppure, di fatto, non ci riesce. Così come non ci riesce Chaz Davies, che è l’altro “potenziale ostacolatore”, passatemi il termine. Spesso è più veloce e performante di Sykes e in tre occasioni è riuscito a mettersi tutti alle spalle: quindi il suo talento è indiscutibile. Ma non riesce ad essere costante. Sfortuna a parte, guida sempre al limite e talvolta rischia di rovinare tutto cadendo o commettendo qualche errore. È comunque uno spettacolo vederlo in pista. Esclusi questi tre, gli altri fanno un mondiale a parte, come se partecipassero a un’altra categoria. E dispiace soprattutto per Melandri, che per ora non è ancora riuscito a trovare il feeling perfetto con la moto; lui però è giustificato, almeno per quest’anno.

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