Sarà solo il primo turno di libere, ma Johnny Rea ha già fatto di capire di voler stravolgere il pronostico della vigilia. Chi si aspettava una Ducati protagonista nella sessione inaugurale, si è dovuto presto ricredere. Già, perché il riferimento della FP1 è proprio il nordirlandese a strapparlo, grazie al crono di 1’50”570. Il numero uno fa subito la voce grossa, portandosi al comando della classifica e mandando un segnale ben chiaro alla concorrenza. Il cronometro lo vede un secondo più lento rispetto al tempo siglato nel 2016 da Sykes in Superpole.
Se la ZX-10R fugge, deve invece rincorrere la Ducati. Turno in salita per Chaz Davies. Il gallese non si sarebbe mai immaginato un inizio del genere, dal momento che è stato costretto ad alzare bandiera bianca dopo soli due giri per rottura del motore. La sua FP1 è quindi di quelle da dimenticare, sicuramente meglio è andata a Marco Melandri, nonostante il ravennate sia rimasto lontano dalla vetta. Il 33 si deve accontentare del settimo crono, a oltre mezzo secondo dalla prestazione di Rea (+0.574).
La Panigale più veloce è quella di Xavi Forés, che nel finale aggancia la terza posizione a oltre un decimo dalla leadership (+0.158). Impressiona invece il secondo crono realizzato dalla Yamaha di Alex Lowes, che manca il colpaccio per soli 71 millesimi. Insomma, la R1 dimostra di essere una moto cresciuta e lontana parente rispetto a un anno fa. Nelle prime cinque posizioni c’è anche spazio per la BMW di Torres (+0.228) e la Kawasaki di Tom Sykles (+0.376), braccato a soli dodici millesimi dalla Yamaha di van der Mark
In pista anche Leandro Mercado, al debutto con l’Aprilia di Ioda. Ottavo crono per il sudamericano (+0.604), poi le Honda di Bradl e Hayden. Rimane fuori dalla top ten l’Apirlia di Laverty, tredicesimo De Angelis, seguito da Russo e Krummenacher. Più arretrato Simon, chiamato a sostituire l'infortunato Savadori.