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Manca: dal coma al ritorno alla Dakar

Luca in gara dopo l'incidente del 2010: "Il RAID è una corsa contro se stessi, la classifica non bisognerebbe nemmeno guardarla"

Dakar: Manca: dal coma al ritorno alla Dakar

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È uno dei ritorni più attesi di sempre. All’edizione 2017 della Dakar c’è anche Luca Manca. Coraggio, determinazione e un pizzico di follia: non manca nulla nel pilota sardo di nuovo al via del RAID dopo il terribile infortunio del 2010 che gli costò ben due mesi di coma. La sua sfida l’ha vinta e ora non vuole certo tirarsi indietro in questa avventura.

Quanto hai sognato questo ritorno?

“Ritornare alla Dakar è stato senza dubbio uno stimolo in più per esserci e disputarla al meglio. Bisogna fare particolare attenzione come sempre, evitando di esagerare”.

Quanto è stato complicato essere di nuovo al via della gara?

“Dopo l’incidente non riuscivo più a camminare e parlare. È servito un anno per tornare ad allenarmi in sella alla mia bicicletta. Per mantenermi in forma utilizzavo anche la moto da minicross”.

Come la definiresti questa nuova avventura alla Dakar?

“Non è semplice. La Dakar è coricarmi sereno la notte, convinto di aver dato tutto, cercando di mettere da parte ogni tipo di ansia riguardante le difficoltà incontrate sul cammino”.

Rispetto all’ultima volta quanto è cambiato il RAID?

“Moltissimo, adesso il livello è più alto, inoltre la Dakar è diventata una sfida con se stessi. I tempi si sono allungati. Ti svegli alle 4 di mattina, poi devi affrontare 2-3 ore di trasferimento. Marc Coma ha preparato questo format affinché ogni partecipante riuscisse a  superare se stesso, scoprendo posti bellissimi”.

E’ l’altitudine l’aspetto più difficile con cui confrontarsi?

“Un po’ la soffro, tra l’altro dopo l’incidente del 2010 non assumo pastiglie per quel tipo di disturbo. Sono comunque riuscito ad adottare una strategia diversa, ovvero mi fermo a prendere dell’ossigeno quando c’è un camion ambulanza o un elicottero presente sul percorso”.

Al momento sei 52°. Dove può arrivare Luca Manca in questo 2017?

“E’ una gara lunghissima, non si dovrebbe nemmeno partire guardando la classifica. Così mi disse in passato Marc”.

In tanti si ricordano la vicenda del 2010 proprio con Coma. Ti ha detto qualcosa prima di partire?

“Mi ha chiesto alcune informazioni sulle mie condizioni di salute, ci teneva a saperlo. L’ho visto un po’ timoroso, in particolare per quelle che erano le mie possibilità di arrivare alle tappa di riposo a La Paz”.

A chi dedichi questo ritorno?

“La dedico a mia moglie. Volevo tornare alla Dakar e in certi momenti sono stato insopportabile. Se ora mi trovo qua, gran parte del merito è sicuramente suo”.

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