Fra i tanti motivi di attesa del mondiale 2017 c'è ovviamente anche quello del nuovo scontro fra Valentino Rossi ed il neoducatista Jorge Lorenzo. I due dovranno fare i conti con l'ennesimo cambio regolamentare che proibisce ogni appendice aerodinamica.
"E pensare che in Ducati erano state pensate proprio per migliorare la sicurezza – ha spiegato Davide Tardozzi al Corriere dello Sport – gli spoiler rendevano la moto più stabile sul rettilineo, in frenata e diminuivano le impennate nella fase di accelerazione. Il fatto che tutti ci abbiamo copiato ci ha dato ragione, persino quei piloti che dicevano che le ali non servivano a niente e ora si sono resi conto di quanto meno stabile sia la moto in frenata. Sottolineiamo che così la sicurezza è diminuita, non aumentata".
Chi si aspetta carenature rivoluzionarie però rimarrà deluso.
"A Sepang a partire dal 25 gennaio faremo dei test comparativi fra le vecchie e le nuove carenature, con Michele Pirro e Casey Stoner, ma esteriormente non vedrete grandi differenze".
Si dice che la MotoGP, così come già in F.1, svelerà la nuova aerodinamica solo in occasione del primo Gran Premio.
"A Valencia è stata omologata una carenatura. Nel 2017 se ne potranno sviluppare solo due, una delle quali dovrà essere omologata prima del GP del Qatar. Durante l'anno si potrà indifferentemente utilizzare una delle due, o eventualmente quella 2016 senza ali. Purtroppo il regolamento non è precisissimo su ciò che si può fare e ciò che non si può fare, tant'è che l'ultima parola, inappellabile, spetterà al Direttore Tecnico della Dorna, Danny Aldridge che dopo un esame visivo dirà sì va bene o no, non si può fare".
Aerodinamicamente parlando un grosso passo indietro. Tenendo anche conto che non solo la MV Agusta provò con degli spoiler sulla carenatura ai tempi di Read e Ago, ma che la Suzuki li utilizzò con Barry Sheene dal 1976.
La domanda è: come si farà a recuperare il carico perso con l'abolizione delle ali?
"Con prove di bilanciamento. Dovremmo trovare anche la stessa trazione. Cercheremo un compromesso, perché se la moto accelerasse senza ali come con gli spoiler questi non sarebbero serviti a niente".
Il mondiale inizierà su tre piste favorevoli alla Ducati: Losail, Austin e Rio Hondo.
"Ciò vuol dire che sarà ancora più difficile vincere su quelle piste perché i nostri avversari non si faranno trovare impreparati - prosegue Tardozzi -Piuttosto il vero banco di prova per noi sarà la quarta prova, a Jerez perché è un circuito dove abbiamo sempre faticato molto".
Per velocizzare la sviluppo com'è noto una terza GP17 sarà affidata dal team Pramac-Ducati nelle mani di Danilo Petrucci,
"Se sarà necessario - ha confermato Tardozzi al Corsport - qualora una evoluzione sia disponibile in un unico esemplare Dall'Igna potrà decidere di farla provare prima a Petrucci".
L'obiettivo dichiarato è il titolo mondiale.
"Quando una casa prende un tre volte campione del mondo non ci si può più nascondere dietro ad un dito - l'ammissione di Tardozzi - L'obiettivo è il mondiale entro il 2018".
I riferimenti saranno Yamaha, Honda, ma anche Suzuki.
"Hanno in squadra piloti campioni del mondo che ci hanno già mostrato di cosa sono capaci. Mentre la Suzuki ha Iannone, un pilota di cui abbiamo grande rispetto".