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SBK, Pontone: "Con Iodaracing la forza è con me"

Il laziale, recuperata la piena forma dal brutto infortunio, è pronto a vivere la prima stagione Supersport 300 con la R3 del team di Sacchi 

Pontone: "Con Iodaracing la forza è con me"

Chi è dotato di una discreta memoria può ricordare l’annata 2011 del Campionato Italiano Velocità e, in particolare, il primo test stagionale tenutosi sulla pista di Monza: i piloti della 125 arrivano in gruppo alla staccata della Ascari e, tra i sibilanti urli dei piccoli due tempi, si ode un suono nuovo, baritonale, intenso e a quattro tempi, la prima Moto3 portata in pista in Europa dal giovanissimo Armando Pontone, in sella alla Ioda Racing Project TR001 motorizzata da un monocilindrico TM, derivato dai modelli da cross.

Il pilota laziale fu il primo vincitore di categoria ed è proprio da quel 2011 che nacque la storia di questa moto che sta interessando esponenzialmente case costruttrici e pubblico: “la moto di Giampiero Sacchi fu la prima a vincere, con in sella il sottoscritto -afferma con orgoglio Pontone- in pista c’erano anche le Moriwaki e, in quella classe mista tra 125 e Moto3 io vinsi il primo campionato”.

Sono passati diversi anni da quell’esordio, nel frattempo Pontone ha corso e sviluppato diverse Moto3 ed il progetto ha vissuto grandi evoluzioni tecniche e dinamiche, specialmente nel Motomondiale dove le case investono parecchio denaro: “le prime Moto3 non godevano di una grande potenza, specialmente nella fase di allungo, quando si tiravano le marce. Faticavo molto contro le 125, però, nei circuiti guidati mi difendevo bene: l’erogazione era molto dolce e regolare e dentro le curve la moto andava forte. Inoltre, la Moto3 era ed è più facile da guidare di una 125 due tempi, specialmente in uscita di curva”.

Del resto, lo stile di Armando predilige proprio la fase centrale della curva: “io do il meglio nella percorrenza delle curve, nella fase centrale. So anche che posso migliorare in staccata, ma a centro curva sono molto forte”.

Il pilota scelto, nuovamente, dal team Iodaracing per la serie Supersport 300 ha anche corso nella Yamaha R1 Cup con moto da 1000 centimetri cubici, perché, momentaneamente, la sua giovane carriera è stata pericolosamente a rischio: “stavo provando una Rumi Moto3 a Misano nel 2015 e, senza alcun preavviso, la moto si ruppe, facendomi volare in aria; l’atterraggio fu molto duro, picchiai con il sedere sull’asfalto e quando mi rialzai fui portato in ospedale. Il pericolo sembrava scongiurato ma io continuavo a manifestare scarsa sensibilità dagli arti, in particolare dal braccio destro. Fui successivamente operato a Roma e l’intervento durò 7 ore. Sono serviti mesi di recupero, tanta sofferenza ed un lavoro di riabilitazione costante per guarire. Grazie al professor Galozzi del CONI ce l’ho fatta ed eccomi qui”.

In effetti, il giovane Armando ha dubitato di poter continuare con le moto, ma… :”è stato un periodo durissimo, per me. Avevo perso 10 chili di peso, non avevo più forza ed ero totalmente demoralizzato. Ma io sapevo che la forza era dentro di me e ora lo posso dire: da un certo punto di vista ero morto e poi rinato e l'opportunità di Iodaracing mi motiva molto".

Addirittura, perché?

Credimi, se non avessi avuto questo brutto infortunio, la prima gara con la Yamaha 1000 non l’avrei vinta. Dopo una botta simile, cambi mentalmente. Soffri, ma vedi i miglioramenti ogni giorno, se li vuoi. L’incidente è stato quasi un toccasana. Se non avessi avuto problemi alle vertebre, probabilmente, dopo il primo ricovero a Misano avrei smesso di correre”.

Tornando al presente, il ventiquattrenne laziale si appresta a vivere il nuovo campionato Supersport 300 nel quale è iscritto: “siamo in tanti piloti nella lista d’ingresso ed alcuni sono molto forti: c’è l’olandese Scott Deroue che ha vinto il campionato inglese Moto3 nel 2015, Ana Carasco ha corso nel Motomondiale misurandosi con avversari molto forti. Ashton Yates, americano, non verrà dagli USA per fare solo presenza… insomma, ci sarà da lottare con tutti”.

Hai già provato la tua nuova moto?

No, ci stiamo organizzando con il team che sta allestendo la mia Yamaha R3, una assoluta novità per me. Nel campionato ci saranno anche le Honda e le Kawasaki e credo che il livello prestazionale sarà simile per tutte”.

Cosa occorre per vincere con una 300?

Su queste moto la differenza la fa chi sta in sella ed ogni gara sarà una sorta di lotteria. Nel team Iodaracing sarò l’unico pilota di questa categoria e Giampiero Sacchi mi ha dato davvero un bel compito da svolgere”.

Chi è il tuo pilota preferito?

Quando ero molto piccolo il mio idolo era Valentino Rossi. Poi, crescendo, ho iniziato ad appassionarmi di Nicky Hayden: quando correva in Ducati, Nicky è arrivato molte volte davanti a Valentino; Hayden ha avuto un brutto periodo con la Honda, che pensava molto a Pedrosa (la RCV 212V del 2007, minuscola, fu concepita proprio per il piccolo Dani). Lui è stato sottovalutato da molte persone, ma io amo il suo stile di guida, pulito quando serve, “sporco” quando occorre. Inoltre, Nicky non si lamenta di nulla, nemmeno nel 2016 con la vecchissima CBR che stentava parecchio. Nonostante la moto, Hayden è riuscito addirittura a vincere”.

Cosa pensi dell’ambiente SBK?

“Chi dice che la SBK sia un campionato “di serie B”, sbaglia. Anche questo campionato è di serie A. Le moto sono diverse e più economiche, d’accordo, infatti, in MotoGP servono grossi sponsor per poter fare una stagione. Non è detto, tuttavia, che un pilota vincente in MotoGP possa battere Rea o Sykes ed il test a Jerez ha dimostrato che il valore dei piloti delle due categorie è il medesimo”.

Oltre alle moto che ti piace?

Lo sport, decisamente. Lo sport è la mia droga, mi alleno ogni giorno con la bicicletta ed in palestra, alternando lavoro aerobico ed esercizi di ginnastica”.

La sera, nel paddock, fai casino o…

Macchè, io mangio regolare, seguo una dieta e la sera prima della gara vado a letto presto; a me piace essere preciso, forse troppo, secondo alcuni. Ma a me piace fare le cose bene, altrimenti… non le faccio”.

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