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SBK, Sofuoglu: "dedico il quinto titolo alla Turchia"

Il pluricampione turco in patria è come un Re che vuole onorare il suo popolo: "in Qatar avrò una moto tutta rossa con la bandiera turca".

Sofuoglu: "dedico il quinto titolo alla Turchia"

Provate ad immaginare quanto fosse difficoltoso per un ragazzo turco tentare di emergere in un Paese, la Turchia, che di strutture adatte e pensate per i motociclisti non ne aveva nemmeno le basi ed eventuali sponsorizzazioni erano, nei primi anni 2000, un vero e proprio miraggio.

Kenan Sofuoglu tutto questo lo sapeva e, con l’obbiettivo di mettersi in luce per provare a diventare grande, lasciò la sua amata nazione per debuttare in veste di wild card nella Supersport mondiale in sella ad una R6 messagli a disposizione da Yamaha Motor Germany, con la quale iniziò i primi passi internazionali.

Dopo due stagioni a dir poco movimentate in Superstock1000 con la R1 ed altrettanti titoli sfiorati, il coraggioso e veloce turco approdò nel 2007 in Supersport con la Honda CBR600 del team olandese Ten Kate e, grazie a ben 8 vittorie e 12 podi complessivi, Kenan si laureò per la prima volta Campione del Mondo e la gente, anche in madrepatria, iniziò a parlare di lui.

Il resto è storia recente: a parte un campionato corso in SBK con molte fatiche e un paio di stagioni in Moto2 dove ottenne un podio nella gara di Assen, il coriaceo Sofuoglu decise di tornare al suo primo amore, la 600 Supersport, a cui tanto aveva dato e dalla quale ancor di più avrebbe ricevuto: per lui arrivarono altri campionati vinti ed il quinto alloro con la Kawasaki ZX6R del team Puccetti, il secondo consecutivo con questa squadra, fanno entrare il trentaduenne turco nella storia del motociclismo e lo confermano come un vero e proprio idolo locale, dove il mondo delle due ruote, anche grazie alla sua immagine ed al suo impegno, sta crescendo esponenzialmente: "non ho mai avuto dubbi di potercela fare -parte deciso Sofuoglu- anche quest’anno, sapevo quale fosse il mio potenziale ed ero ben consapevole che il team Puccetti avesse per me il pacchetto migliore, ovvero, una moto per vincere ed una assistenza dalla squadra di prim’ordine. Ed aggiungo che, scivolata a parte, il nostro obbiettivo era chiudere i giochi a Magny-Cours ma, tutto sommato, è andata bene anche così”.

Sintetizzato così, in poche parole, il percorso di Kenan potrebbe sembrare liscio e senza problemi, invece, il ragazzo ha dovuto affrontare situazioni molto più difficili e dure degli avversari con cui ha duellato in pista. Ma con dignità, forza, orgoglio, fede e tenacia, Sofuoglu è sempre riuscito a reagire con grande talento e professionalità, come conferma lui stesso quando deve scegliere il campionato più bello vinto fino ad ora: “quello dello scorso anno è stato il mio successo preferito; voglio essere preciso, non è stata la vittoria più bella, però, è stata quella più sofferta ed emozionante, in cui i momenti di gioia e dolore si sono alternati. Dopo un grande inizio di stagione con quattro vittorie consecutive, ho dovuto affrontare la perdita del mio bimbo nato da poco e, davvero, rimanere concentrati e veloci è stato veramente difficile. Alla fine ho vinto ed ho dato tutto ciò che potevo, rimanendo forte e solido in ogni turno in pista”.

Quale è il tuo segreto per rimanere concentrati anche nei momenti “impossibili” da affrontare?

Io so rimanere concentrato in ogni situazione, questo grazie alla determinazione che ho nelle cose che faccio; io mi sento un professionista a tutti gli effetti e metto in pista il 130%. Penso a quello che è il mio obbiettivo senza perdere il focus principale e mi impegno oltre il mio massimo”.

A chi dedichi questo quinto mondiale?

Lo dedico, ovviamente, alla mia nazione, la Turchia. Io devo tanto al mio Paese e ho una anteprima: in Qatar mi presenterò il venerdì nelle prove libere e nella Superpole del sabato con una Kawasaki tinta di rosso, in onore al mio popolo, alla mia patria".

Hai 32 anni e in Supersport sei il Re; quali sono i tuoi obbiettivi futuri?

Oltre a seguire Toprak Razgatlioglu nella sua carriera, in Turchia ho aperto una scuola guida per piloti supportata dalla federazione turca e dai miei sponsor; faccio selezione tra centinaia di ragazzi e ragazze e, sulla mia pista, scelgo quelli più meritevoli che vanno poi nei campionati internazionali. Per esempio, ho mandato tre piloti nella Asian Cup, ho un ragazzo che corre nel trofeo per ragazzini nella SBK. Sto costruendo il mio futuro per quando smetterò di correre; voglio rimanere in questo ambiente che mi sta dando molto”.

Fino a quando correrai?

Se sarò competitivo, avrò ancora 3 o 4 anni di gare. Ma, ripeto: solo se sarò veramente competitivo, ossia, correre per vincere”.

In Turchia sei molto popolare, quasi un Re; come vivi questa situazione?

“Io sono entusiasta di come vengo considerato in Turchia ed essere come un eroe mi piace. Tento di ricambiare tutta l’attenzione e l’affetto che mi arriva portando sempre con me la bandiera della mia nazione. Ho adesivi della bandiera turca sul casco, sulla tuta, nel box… ovunque! Sono convinto di quello che faccio e mi sento felice che la mia gente mi consideri un idolo da imitare”.

Personaggio serio ed austero, fedelissimo alla sua stessa filosofia e a ciò in cui crede, Kenan è un tipo molto riservato e risoluto, che non ama perdere tempo e, quando si concede, lo fa nel rispetto dell’interlocutore e con tutta la passione per questo sport.

Adesso lo puoi dire: cosa significa “vincere” per te?

Io penso che il secondo classificato sia esattamente come l’ultimo; chi arriva primo, vince, dal secondo in poi si perde. A me interessa solo la vittoria, arrivare secondo o perdere non è nel mio DNA. Questa filosofia è sempre stata la spinta per il mio successo e così sarà per sempre”.


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