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MotoGP, GP Phillip Island: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Crutchlow diventa il papà a due ruote più veloce del mondo, Marquez cade, Rossi rimonta, Lorenzo non pervenuto

GP Phillip Island: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Continuate a sognare la spiagge della Gold Coast quando pensate all’Australia, la realtà per il motomondiale significa una pista bellissima ridotta in condizioni al limite dell’impraticabilità per colpa del maltempo. Il sole è arrivato solo per assistere alla gara di domenica, meglio che niente.

Soprattutto per Crutchlow che ha sventolato la Union Jack nell’antica colonia, mentre Marquez ha dovuto ammainare la sua dopo avere terrorizzato i mari australi. Rossi ha sorriso solo in gara, una soddisfazione che Lorenzo non ha avuto.

In Moto3 il solito Binder ha aggiunto un’altra medaglia al suo petto e Locatelli è tornato sul podio. Come Morbidelli in Moto2, beffato da un Luthi in rimonta per il Mondiale.

IL BELLO – Sbugiardare Enzo Ferrari è una soddisfazione, farlo due volte è ancora meglio. Per Cal Crutchlow la figlia Willow funziona come un turbo, è quest’anno è il papà più veloce del mondo su due ruote. Merito suo e della squadra di Cecchinello che sta funzionando come un orologio svizzero. Il britannico è sempre il solito guascone, ma ridere dall’alto del podio è tutta un’altra cosa.

IL BRUTTO – Più che una gara, una corsa a eliminazione. Parliamo della Moto3, che fra cadute e incidenti assortiti ha letteralmente decimato i nostri azzurri. Undici quelli partiti, quattro quelli arrivati: uno solo a punti, e sul podio, bravo Locatelli. La sfortuna ha voluto così, ma la fortuna ha voluto che le conseguenze per tutti i piloti non fossero troppo gravi. Riguardando le dinamiche, sarebbe potuta andare peggio.

IL CATTIVO – Se a Phillip Island i turisti vengono a vedere i pinguini e non i cammelli, un motivo ci sarà. Neanche troppo difficile da scoprire, basta aprire Google Maps e scoprire quando è vicino il Polo Sud. Il freddo e la pioggia battente vanno bene per l’Elefantentreffen, non per i piloti del motomondiale a cui non è neanche consentito tenere del vin brulè nei box per un minimo di conforto. Qualche pilota si lamenta, altri fanno finta di niente e nessuno si mette d’accordo. Si parla tanto di sicurezza, ma non si riesce neanche a cambiare una data.

LA CONFERMA  – Sei podi nelle ultime nove gare, tre consecutivi: Franco Morbidelli ha mostrato i muscoli in questo finale di stagione. Gli manca solo la vittoria e in Australia l’ha mancata per 10 millesimi, difficile misurare una frazione di tempo così piccola più facile farlo col giramento di scatole che comporta. Manca solo l’ultimo passo per la vetta.

L’ERRORE – Troppo scontato, dopo la caduta in gara di Marc, costruire la battuta sulla sua promessa di far vedere “il vecchio Marquez” nelle ultime gare, ma non abbiamo resistito. Il lupo perde il pelo ma non il vizio e una scappatella è concessa come regalo per il titolo. Lui dice che non è un macchina, ma in qualifica non era sembrato neppure umano.

LA DELUSIONE – Siamo alle solite, sulla Yamaha numero 99 è salito quel pilota che assomiglia tanto a Lorenzo di viso ma non quando guida. Impacciato come un esordiente, Jorge ha portato a spasso la sua M1 più che guidarla. Non è la prima volta che inciampa in questo modo, in Malesia dovrà ritrovare lo scatto da centometrista.

LA SORPRESA  – Dalla Svizzera con furore, mentre Zarco e Rins stanno facendo gara a chi perde il Mondiale, quatto quatto Tom Luthi si è messo loro in scia. L’uragano elvetico dopo la doppietta di Motegi e Phillip Island è a 22 punti dal primo posto in classifica. Non tutte le ciambelle vengono col buco, a differenza del formaggio svizzero.

IL SORPASSO – Non ci siamo dimenticati di Valentino Rossi e dei suoi 13 sorpassi, gliene è mancato solo uno per il capolavoro, ma il quadro è comunque da appendere alla parete. Gli ultimi saranno i primi, i quindicesimi secondi.

LA CURIOSITA’ – A Phillip Island, più che la tuta di pelle, ai piloti sarebbe servito un piumino. Fra freddo e pioggia ognuno cerca di proteggersi come può. Valentino, fedele alla vecchia scuola, quando piove usa dei guanti di lattice sotto quelli di pelle. Dopo una delle indagini più inutile della storia del motociclismo, abbiamo scoperto che è l’unico a farlo. Certe informazioni meritano di essere condivise.

IO L’AVEVO DETTO – Guai a non fidarsi di Cal Crutchlow: “io l’avevo detto che ero venuto a Phillip Island per vincere, ma nessuno mi credeva”.

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