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Moto3, CIV: Pagliani: "Ed ora datemi il mondiale"

Il pilota padovano dopo il suo secondo titolo italiano: "Nel mondiale alcuni piloti corrono solo grazie al denaro, io dimostro il mio valore in pista"

CIV: Pagliani: "Ed ora datemi il mondiale"

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Quando le cose non vanno nel verso giusto, bisogna sapersi rialzare. Ed è quello che ha fatto in questa stagione Manuel Pagliani. Il ventenne di Campodarsego (un piccolo comune in provincia di Padova) infatti, al termine della stagione 2014 ha conquistato il titolo italiano della classe Moto3 e questo, unito alle positive prestazioni fornite nella Rookies Cup, sembrava aprirgli le porte del motomondiale. Invece no, per varie ragioni quella porta si è chiusa di scatto, e la stagione 2015 si trasformata in un insieme di alti e bassi tra europeo stock 600 e mondiale Moto3, in sostituzione di Matteo Ferrari nel team Italia per le ultime cinque gare della stagione. Quest’anno il 96 è tornato alle origini, quindi nel CIV Moto3. Vincendo il titolo per la seconda volta, al termine di un campionato più che mai aperto.

Manuel partiamo dalla fine, quindi dall’ultimo round di campionato                                                                                                                                          

"Sono arrivato al Mugello molto carico, ma poi la tensione ha cominciato a farsi sentire, così entrambi i turni di qualifica sono stati pessimi. Inoltre non mi ha aiutato il ricordo della caduta di Imola (nel penultimo round ndr), a causa del quale nei primi turni ho avuto un po’ timore nell’aprire il gas fuori dalle curve. Gara 1 (caratterizzata dal maltempo ndr) è andata abbastanza bene dato che sono riuscito ad arrivare al traguardo, e vista la caduta di Casadei ho anche limitato i danni in classifica. In gara 2 sono partito molto carico e concentrato, con la consapevolezza di dover fare una gara d’attacco. E’ stata una bagarre continua ma alla fine ce l’ho fatta e ho conquistato il titolo”.                                                                                                                     

Hai vinto il titolo nonostante un inizio di campionato difficile                                                                              

"Si a Vallelunga ho avuto tanta sfortuna. Nonostante entrambe le gare furono sul bagnato mi sentivo veloce, ma è sempre andato storto qualcosa così ho raccolto due zeri. In effetti in quel primo round ho buttato via molti punti che mi sarebbero sicuramente serviti per il finale di stagione”.                                                                                                          

Con la vittoria di quest’anno hai replicato quella del 2014. In cosa si differenzia questo trionfo da quello precedente?                                                                                                                                     

“Direi che quest’anno il livello degli avversari era molto più alto rispetto a due anni fa, infatti è stato un campionato molto più combattuto. Per il resto direi che sono state due stagioni simili”.                                                                

Dopo il primo titolo italiano sembravi proiettato verso una stagione completa nel mondiale Moto3, invece non è stato così.                                                                                                                                    

 “Il progetto per la stagione 2015 consisteva nel fare il mondiale, e c’era una trattativa con il team Ongetta molto ben avviata. Poi però nel mese di dicembre si è offerto alla squadra un pilota con un budget molto più alto del mio ed è stato scelto lui. Così mi sono trovato a piedi, e l’unica possibilità rimasta era correre nell’europeo stock 600, ma non era ciò che cercavo così mi sono fermato dopo poche gare. Fortunatamente il team Italia mi ha poi chiamato per correre le ultime cinque gare di quella stagione; è stata un’esperienza utile per non rimanere fermo, ma in generale complicata visto che la moto non era delle migliori”.                                                                                                                                                                 

Quindi questa nuova vittoria nel CIV è quasi una rivincita per te                                                           

“In parte si ma non era quello che cercavo. Io sono consapevole di avere le carte in regola per tentare il salto nel mondiale, ma la gente sembra non accorgersene più di tanto. Per correre nel mondiale oramai bisogna avere prima il denaro e poi la velocità, e questo porta piloti meno dotati a correre a discapito di altri più veloci”.                                                                                                                                                  

   Parliamo di futuro. Hai già delle trattative in corso per ritentare il salto?                                         

 “Sono già alcuni mesi che stiamo trattando per la prossima stagione. Non ci sono tante opportunità, e comunque si ritorna sempre al discorso dei piloti a cui basta la valigia per avere un posto, mentre per quanto mi riguarda ciò che ho fatto in pista passa in secondo piano. Nel caso non riesca ad entrare nel mondiale ho anche delle offerte dal CEV, ma senza nulla togliere a quel campionato, io mi sento pronto per correre nel mondiale e vorrei andare lì. Quasi tutti i piloti italiani che corrono ora nel mondiale sono ragazzi con i quali ho corso in vari campionati, anche battendoli, quindi non mi reputo inferiore a loro. Spero di poterli raggiungere per dimostrare il mio valore”. 

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