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Dalla Porta: "CEV e Moto3 più simili di quanto si possa immaginare"

Lorenzo svela: "In Spagna c'è una mentalità diversa, qua quando dici che vai a correre, pensano parti per le vacanze"

Dalla Porta: "CEV e Moto3 più simili di quanto si possa immaginare"

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Dal CEV alla Moto3 il passo è breve. Una stagione ricca di impegni per Lorenzo Dalla Porta, chiamato in estate a sostituire Romano Fenati sulla KTM dello Sky Racing Team VR46 nel Motomondiale. Adesso lo attende il trittico, dove il pilota toscano ha le idee ben chiare riguardo a come comportarsi. A novembre punterà invece a replicare il trionfo di Bulega ottenuto in Spagna della passata edizione.

In questi mesi non ti stai certo annoiando.

Diciamo di no (sorride). Salto da una moto all’altra, però sono felice, perché questa è la mia passione e sono contento di farlo”.

Hai dimostrato di essere competitivo nelle prove, mentre in gara hai sofferto ultimamente. Come bilanciare questi aspetti?

“Penso che a partire dal trittico sarò più competitivo la domenica. Negli ultimi test di Aragon abbiamo infatti lavorato sulla meccanica, che ci ha permesso di compiere un ulteriore step di crescita. In gara serve tenere alto il ritmo e sono convinto che potrò farlo”.

Qual è la pista che ti piace di più?

“L’Australia, dato che il tracciato si adatta molto alle mie caratteristiche. Le prossime gare saranno in rapida successione e il mio obiettivo è quello di finire tra i primi dieci”.

Con la spalla come stai?

“Ci vorrà ancora un po’ di tempo, in particolare per quanto riguarda la muscolatura. Il medico mi ha comunque assicurato che nell’arco di pochi mesi sarà completamente in forma, forse già prima della fine dell’anno”.

La tua esperienza con il team Sky si concluderà a Valencia. La settimana seguente ti giocherai il titolo nel CEV.

“E’ un appuntamento da non sbagliare, perché vogliamo vincere. In questa stagione ci sono già riuscito quattro volte e sarebbe perfetto concludere con un successo. Ci sono 14 punti tra me e Ramirez, lui sarà competitivo e io dovrò cercare di esserlo più di lui”.

Quanto è grande il passo dal CEV al Motomondiale?

“Secondo me non così tanto, anzi per certi aspetti è molto simile. I tempi che i primi dieci realizzano in prova sono identici a quelli della Moto3”.

E quello da KTM a Husqvarna?

“Non molto, è semplicemente una moto con qualche aggiornamento in meno (sorride)”.

Per correre nel Motomondiale è proprio fondamentale passare dal CEV?

Credo che in Spagna ci sia un’altra mentalità. Quando a scuola dicevo che andavo a correre, tutti pensavano andassi in ferie alcuni giorni. In Spagna le moto sono come il calcio per noi, inoltre penso che la cultura sia differente. Molti ragazzi mi hanno detto che sono seguiti fin da piccoli e anche la scuola riconosce l’impegno del pilota. Per quanto riguarda invece le corse, il CEV si disputa su diverse piste del Mondiale, questo aiuta ad entrare subito in confidenza con i tracciati ed essere preparato. Inoltre i piloti hanno il coltello tra i denti ogni volta che salgono in moto”.

Il prossimo anno ti aspetta la Mahindra, cosa ti ha colpito?

“Ho parlato con Pecco e mi ha detto che la moto ha un gran potenziale. Penso che in frenata e percorrenza di curva dimostri grande competitività. Ovviamente devo ancora provarla, però qualche soddisfazione me la toglierò”.   

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