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SBK, La Marra: dall'inferno al ritorno

"Se penso a Marquez mi sento vecchio, ma Biaggi ha vinto a 40 anni; non sono Max, vorrei però tornare ad essere un professionista"

La Marra: dall'inferno al ritorno

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Era uno dei ritorni più attesi. Tre anni dopo il grave incidente di cui è stato vittima nel test di Misano, ecco di nuovo in pista Eddi La Marra. Lo scorso weekend, sulla pista del Mugello, il pilota laziale è salito in sella alla Ducati del team Barni nella Racing Riders Cup, ottenendo il secondo posto alle spalle di Alessio Terziani. Non mancava la tensione così come la gioia per una giornata che rimarrà storica per il pilota laziale.

Bentornato Eddi!

“E’ passato un po’ di tempo, però rieccoci qua. È stata una domenica particolare, perché la voglia di salire in moto era tantissima dopo quello che è successo. Tra l’altro la licenza l’ho ottenuta nemmeno dieci giorni fa. Sono felice, più per essere tornato in pista con la Ducati che il risultato finale”.

Secondo posto non è male come rientro.

“Davvero, una gara avvincente, anche se devo ammettere che c’era un po’ di tensione da parte mia. Tra l’altro giovedì sono caduto nel primo turno e sul momento ho pensato: “Ecco, mi sono fatto di nuovo male”. Invece no. Nelle prove miglioravo di un secondo circa a sessione fino ad arrivare alla gara dove sono riuscito ad essere competitivo”.

Sono trascorsi tre anni, però la velocità non è scomparsa.

“Per fortuna no. Devo dire che questi ultimi tre anni mi sono sembrati dieci. È stato un periodo lunghissimo, dove uscivo da un ospedale e rientravo in un altro. Quando mi tolsero l’idoneità fui rassegnato, perché in quel momento ho pensato che tutto fosse finito”.

Invece no.

“Vero, mi sono dovuto far forza e ripartire. Per me, ma anche per Alessia e tutte le persone che avevo al fianco. Quando ero in ospedale ho visto persone che hanno avuto tragedie peggiori delle mie e in quel momento ho capito che dovevo rialzarmi, non potevo fare diversamente”.

L’infortunio è capitato nel 2013, un periodo in cui eri pronto al grande salto.

“Già, dovevo correre come wildcard nella classe regina. Ricordo ancora che quando guardai la prima gara del 2014 della Superbike piansi un sacco. Pensavo che 20 anni di lavoro fossero svaniti nel nulla. Dentro di me però la passione per le due ruote era rimasta intatta, perché le moto le ho nel DNA dalla nascita”.

Adesso che sei tornato su una moto quali sono le sensazioni?

“E’ una nuova pagina della mia vita, ovviamente questo era un primo passo dopo quanto accaduto. Il prossimo weekend sarò nuovamente in pista al Mugello per la gara del CIV e in quell’occasione sarà tutto molto più complicato. Ci saranno piloti del calibro di Pirro e l’asticella si alza di conseguenza”.

Hai detto di avere la passione delle moto nel DNA. Ci pensi ancora alla Superbike in un futuro?

Se dicessi di no sarebbe una bugia troppo grossa. Adesso ho 27 anni e penso di essere già vecchio se mi confronto con  un fenomeno del calibro Marquez. Però dall’altra parte sarei pronto a intraprendere nuovamente una carriera da professionista, senza forzare ovviamente i tempi. Biaggi ha vinto con 40 anni, non sono al suo livello, però vorrei provarci”.

A chi lo dedichi questo secondo posto?

“Alla mia famiglia e Alessia. Se non mi sono abbattuto, se ho cercato di impegnarmi a tornare in moto è grazie a loro”.

   

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