Tu sei qui

MotoGP, Marquez e Rossi: matematica batte velocità

Ancora cinque gare da correre e 43 punti in classifica da recuperare: la missione (im)possibile del Dottore

Marquez e Rossi: matematica batte velocità

Ripassiamo un po’ di aritmetica: 43 : 5 = 8,6. Non stiamo dando i numeri, sono i punti (decimali compresi) che Valentino deve recuperare su Marquez nelle ultime gare per riuscire a vincere il suo decimo titolo. Con ancora 5 Gran Premi prima della fine del campionato, la lotta è a due, anche se la matematica non mette fuori dai giochi neppure Lorenzo, che però insegue a 61 lunghezze.

Meglio allora concentrarsi sui due piloti in testa alla classifica, che si affronteranno ad Aragon fra pochi giorni. Diciamo subito che 43 punti sono un bel bottino da gestire ed infatti Marc per diventare campione non ha neanche bisogno di battere Rossi, gli basterebbe arrivargli sempre in coda e il gioco sarebbe fatto.

Nove punti a GP, infatti, non sono pochi, sono quelli che dividono il vincitore dal pilota che arriva sull’ultimo gradino del podio. Pensare al Dottore vincente fino a Valencia e Marquez costantemente 3°, è uno scenario altamente improbabile in una stagione imprevedibile come questa, in cui la rosa dei vincitori si è allargata fino a 9 diversi.

Questo, però, non è solo l’anno dei tanti vincitori, ma anche quello degli errori, delle Michelin che rendono tutto più incerto e delle condizioni meteo pazze. Significa che sbagliare è più facile che in passato e che quando accade lo si paga a caro prezzo.

Lo sa bene Valentino, andato a terra sia in Texas che in Olanda, poi si è messa la sfortuna a giocare la sua parte al Mugello con un motore rotto. Lo vedete chiaramente nel grafico qui sopra, che riassume l’andamento dei punti di vantaggio di Marquez su Rossi. Le impennate si registrano in quei tre Gran Premi e poi ancora in Germania, quando l’italiano sbagliò i tempi nel cambio gomme.

Dall’Austria in poi, invece, i punti diminuiscono e infatti da quella gara il Dottore è sempre arrivato davanti all’avversario. In quattro GP il distacco si è ridotto da 59 punti (il massimo) a 43, cioè 16 in meno. Riprendendo in mano la calcolatrice, però, scopriamo che Valentino ha eroso mediamente solo 4 punti a GP al tesoretto dell’avversario, meno della metà di quanto gli servirebbe da Aragon in poi.

Quindi i giochi sono fatti? No, perché, come detto, l’imprevisto è sempre dietro l’angolo e per entrambi. Uno ‘zero’ per Rossi e addio sogni di rimonta, uno per Marquez e tutto si riaprirebbe. Marc lo sa bene e infatti nelle ultime gare ha rischiato raramente e infatti è salito sul podio solo una volta, contro le tre di Valentino. Una strategia che sta funzionando.

Il Dottore, da parte sua, sta giocando nel miglior modo le sue carte, pensando solo al podio: perché è solo rimanendo abbonato a quei tre gradini che può sperare di riacciuffare lo spagnolo.

Parlare di alleati lascia il tempo che trova, perché è vero che a Misano Lorenzo ha tolto punti a Marquez, ma sono di più quelli che Pedrosa ha soffiato a Valentino, e così via riguardando le gare passare. La vittoria diventa un obbligo se si vuole ricucire o scappare e l'errore il peggior nemico. Poi c'è la fortuna, da sempre la migliore alleata, ma è cieca e nessuno può decidere chi bacerà.

Articoli che potrebbero interessarti