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MotoGP, Jan Witteveen: l'uovo di Colombo per le vie di fuga

La proposta dell'ex progettista dell'Aprilia per far coesistere F.1 e MotoGP sullo stesso circuito

Jan Witteveen: l'uovo di Colombo per le vie di fuga

Questa foto raffigura il trimurti dell'Aprilia: Leandro Scomazzon, Jan Witteveen, Carlo Pernat. Rispettivamente il direttore finanziario, il direttore del reparto corse ed il direttore sportivo della casa di Noale.

I tre si sono rincontrati oggi al Red Bull Ring, facendoci rimpiangere il momento in cui - insieme - gestivano una delle più belle realtà che il motociclismo, non solo italiano, abbiano mai avuto.

Tre uomini intelligenti e capaci, nei rispettivi settori di influenza e capaci di portare avanti le proprie idee senza lasciarsi influenzare dai cosiddetti poteri forti.

Witteveen, come gli altri, è ancora in giro. Recentemente ha lasciato la Superbike dove seguiva il team BMW di Genesio Bevilacqua: probabilmente non riusciva a fare ciò che gli piace di più: lavorare.

Un esempio di ciò che un uomo come questo può dare al nostro sport ce lo ha dato parlando di sicurezza e di circuiti.

"Non so come sia possibile dare l'omologazione a tracciati le cui vie di fuga sono asfaltate - ha argomentato l'inegnere olandese riferendosi al volo della Honda di Pedrosa oltre gli air-fence - è ovvio che una moto quando scivola sull'asfalto non rallenta. le esigenze delle auto sono completamente diverse, anche perché una F.1 è in grado di rallentare frenando e quando va in testa coda l'enorme attrito delle sue gomme la rallentano molto più di una moto che scivola".

Da qui la sua idea.

"Secondo me, specie oggi che MotoGP e F.1 sono in grado di attrarre spettatori sullo stesso tracciato, bisognerebbe studiare delle soluzioni di facile applicazione per poter modificare le vie di fuga di quelle curve dove moto e auto richiedono accorgimenti diversi. Tenendo conto del fatto che un letto di ghiaia è l'unica cosa in grado di rallentare la scivolata di una moto e di fermarla prima delle protezioni, io suggerirei di togliere la ghiaia per le gare di F.1 e, nello spazio rimasto, poggiare dei lastroni di cemento o comunque materiale idoneo. Una copertura tipo piastrelle, facile da posare e facile da togliere e sostituire nuovamente con la ghia".

Idea troppo semplicistica? Non ci sembra. Non dovrebbe essere, al contrario, troppo difficile da realizzare. La FIM avrebbe bisogno di un uomo così.


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