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Canepa: “Il segreto? Strategia perfetta e ritmo da SBK”

Niccolò ha condotto il team GMT94 alla vittoria in Portogallo, la prima per lui in Endurance, ottenuta sul filo di lana

Canepa: “Il segreto? Strategia perfetta e ritmo da SBK”

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Dodici lunghe ore decise all’ultimo giro di gara e con un distacco da fotofinish: la seconda prova del Mondiale Endurance corsasi a Portimao, Portogallo, ha offerto uno spettacolo degno di una competizione sprint, con il team vincitore GMT94 che ha tagliato il traguardo sul secondo piazzato Suzuki Sert con un vantaggio di soli 8 millesimi.

Il team Yamaha GMT94 ha trionfato con il trio di piloti composto da David Checa (fratellino di Carlos), il francese Lucas Mahias ed il nostro azzurro genovese Niccolò Canepa, 28 anni, ed una vasta esperienza nelle corse che lo ha visto gareggiare in MotoGP, in Moto2, nella SBK ed ora la nuova esperienza Endurance, per molti un campionato “minore” dove, invece, trasuda passione e le competenze tecniche abbondando.

La gara è durata, appunto, 12 ore sulla distanza di 393 giri e quasi 2000 chilometri di distanza percorsa, è stata molto dura e combattuta, con giri veloci e duelli simili ad una manche SBK ed è proprio Niccolò a raccontarcela: “La partenza, come a Le Mans per la 24 Ore, la ha affrontata David che è il più esperto nella specialità; quando è entrato nel box per il cambio moto, era già terzo… sono entrato in pista sapendo che poteva essere una buona occasione per noi”

Siete partiti dalla quarta posizione in griglia e Checa è stato bravo a guadagnare una posizione, ma il cambio di passo lo hai dettato tu…”Sì, io ho spinto al massimo sin da subito, come se fosse una gara di velocità e non di durata; mi sono trovato in prima posizione per tutto il mio turno di guida, non è stato facile però: ad un certo punto mi sembrava di essere a Portimao per la Superbike e non per l’Endurance”.

Quale è stata la strategia che avete deciso di attuare?

Noi piloti ed il team sapevamo che la nostra R1 consumava più carburante rispetto alle moto dei migliori rivali, ed una sosta in più del team Suzuki era per noi obbligatoria; ecco perché io e i miei due compagni abbiamo spinto al limite in ogni turno, esattamente come una manche SBK: dovevamo accumulare il vantaggio utile di 45-50 secondi, che poi è indicativamente il tempo necessario per la sosta ai box in cui, oltre al rifornimento ed all’eventuale cambio gomme si lascia la moto al compagno di squadra”.

Bè, geniale, avete calcolato tutto alla perfezione! L’esperienza del tuo team è servita molto ma tu, co la tua velocità, hai fatto la differenza…

“(Sorride), sì, ho spinto forte: ogni turno prevedeva 31 giri in sella ed ho tirato al massimo, in ogni situazione, a volte guidavo solitario, altre duellavo e sorpassavo… fondamentale, oltre al ritmo, è fare attenzione ai doppiaggi che in endurance capitano sempre”.

Al traguardo siete arrivati in pochi, meno di metà schieramento si è ritirato dalla corsa, è stata una gara dura?

Verissimo, perché, oltre alla già lunga durata della corsa, 12 ore, oltre alla affidabilità delle moto è richiesta attenzione dai piloti, dai meccanici ai box ed oggi faceva pure caldo; aggiungi che Portimao, con i suoi saliscendi, mette a dura prova il fisico di chi guida, ed ecco perché alla fine eravamo in pochi”.

Il team Kawasaki ha avuto un problema tecnico che lo ha costretto al ritiro, tenendo così aperto il vostro campionato? 

Certo, loro erano in quinta posizione e hanno dovuto sventolare bandiera bianca: qualcosa di difficilmente riparabile sulla loro moto si è rotto e, con il nostro zero patito a Le Mans, ora siamo in vicini in classifica, ancora in corsa per il titolo finale”.

Voi, comunque, siete stati in testa per quasi tutta la gara, finchè…In realtà Checa ha iniziato il suo ultimo turno di gara in svantaggio sul primo di 11 secondi, che ha poi recuperato negli ultimi 30 minuti di gara…nei 5 giri restanti David ha iniziato un duello per la vittoria in cui lui ha avuto la meglio sulla Suzuki degli avversari, ed ha tagliato il traguardo in vantaggio di 8 millesimi, in pratica, mezza ruota anteriore, forse meno! Un finale di gara simile a quello di una Moto3, tra l’altro, abbiamo girato in tempi record”.

Questa vittoria, prestigiosa, ti ha riportato al successo in una competizione di un certo livello e, dopo il bel podio conquistato a Donington in Superstock, sembra che la tua stagione sia decisamente divertente, confermi?

Confermo decisamente! Il podio di Donington, terzo gradino, mi ha ulteriormente caricato e questa vittoria in endurance, tra l’altro combattuta e sofferta sino all’ultimo, mi dà ancora più soddisfazione: sono molto contento per questa fase della mia carriera. Sono arrivati a me e a tutto il team i complimenti da Yamaha Europa e pure in Giappone sono molto contenti: la prossima tappa Endurance sarà la 8 Ore di Suzuka e non sarebbe male finire almeno nei primi tre. Ma so che sarà dura, laggiù”.

Sarà dura, per quali fattori? Il clima caldo, i nuovi avversari, tra cui Hayden e Jacobsen, le moto rivali?...

Tutte queste cose messe insieme: per i giapponesi la 8 Ore conta quasi più della MotoGP e lì ci saranno team super ufficiali con piloti veloci ed esperti, in sella a moto di primo livello e gomme ufficiali. Fare un podio lì è paragonabile ad una vittoria da altre parti ma noi del team GMT94 Yamaha siamo pronti e qui in Portogallo lo abbiamo dimostrato a tutti”.

Questo anno è per te particolare, salti da una moto all’altra con disinvoltura, senza soffrire cambi di gomme e caratteristiche tecniche differenti. Dove ti rivedremo prima di Suzuka?

“La prossima settimana sarò a Misano in Superstock 1000 dove proverò ancora a giocarmi il podio: sarebbe una grande gioia per me, per il team e per la Yamaha, intesa come azienda: grazie a loro mi sento ancora entusiasta di correre, mi diverto, il clima è come una famiglia e a 28 anni, dopo una carriera lunga e complicata, era quello che ci voleva per farmi tornare ai livelli in cui mi ci rivedo: divertirmi e correre per vincere”.

 

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