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SBK, Il motociclismo piange Fabrizio Pirovano: piccolo grande Re

Un male incurabile ha fermato a 56 anni la corsa di uno dei Grandi della SBK e SS. Martedì i funerali all'autodromo di Monza

Il motociclismo piange Fabrizio Pirovano: piccolo grande Re

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Era "il Re di Monza". Fabrizio Pirovano, il "Piro"come molti lo chiamavano, appartiene a quella ristretta schiera di eroi che fecero grande la SBK degli esordi. Veloce, determinato, combattivo, è stato grande protagonista nella categoria a cavallo tra gli anni '80 e '90. Fu lui l'artefice dei primi successi della Yamaha nel Campionato delle derivate di serie. Più volte sfiorò la vittoria finale, ma mai potè gioire per un trionfo che certamente meritava per le doti che metteva in campo.

Fu due volte secondo, nel '88 e nel '90, in sella alla Yamaha, casa con la quale corse fino al 1993, anno in cui decise di passare sotto le insegne della Ducati, che preparava il debutto della 916.

Con la 4 cilindri di Iwata non aveva probabilmente il mezzo giusto per confrontarsi ad armi pari con la Honda, con Freddy Merkel e la RC-30, o con la stessa Ducati, in pista con la 851-888 di Raymond Roche e Doug Polen.

Alla corte di Borgo Panigale tentò di salire quell'ultimo gradino che si frapponeva tra sè ed il titolo, ma sulla sua strada trovò solo una moto clienti, oltre all'ombra imponente di un altro grande Re. Erano gli anni di Karl Fogarty, "The King", sul quale la Ducati puntava forte per ribadire la sua supremazia nel campionato.

Appena 3 podi per lui nel '94 e uno - secondo ad Hockenheim - nel '95. Poi la decisione, nel 1996, di passare in SS ( allora era campionato europeo) sotto l'ala del Team Alstare di Fancesco Batta in sella alla Ducati 748. Arriva il titolo. Poi l'esordio l'anno seguente nella Coppa Supersport, antesignana della attuale Campionato del mondo della media cilindrata. Anno sfortunato, diversi ritiri e una sola vittoria. Dove? A Monza.

Una pista con la quale il "Piro"  aveva un feeling particolare.

Ledue affermazioni, nel '90 e nel '92, tra i suoi ricordi migliori. Due doppiette in sella alla OW-01 (che a lui piaceva guidare con i manubri rialzati, data la sua esperienza nel cross e la bassa statura), che gli valsero l'appellativo di "Re di Monza". Quello brianzolo è un tracciato da pelo sullo stomaco, dove ogni successo assumeva i contorni dell'impresa.

Nel giugno del 1997 una pioggia a dir poco torrenziale si accanì sul circuito brianzolo sino ad impedire la visibilità nella corsia box, immaginatevi in pista... Il “Piro” aveva entrambe le gambe fratturate e si fece “collocare” in sella da due possenti meccanici del team Alstare e prima di partire disse: “Se oggi non piovesse così, non potrei correre, in queste condizioni”.

Dopo essersi preso del “matto” Pirovano salutò la compagnia di avversari naufragata nel diluvio e vinse da dominatore; sul podio le lacrime miste di gioia e dolore vennero diluite dalla pioggia battente.

Nel '98 sempre con Batta, arriva la Suzuki e la performante GSX-R 600. Finalmente per lui la moto giusta per giocarsi le sue chances nella lotta al titolo ad armi pari. Ed infatti titolo fu, con la Coppa Supersport: 5 vittorie, con Monza (naturalmente) che faceva compagnia ad Albacete, Misano, Brands Hatch e Zeltweg. Un successo arrivato a 38 anni, a dimostrazione della sua grande determinazione e caparbietà.

Ancora due stagioni, '99 e 2000 sempre con la Suzuki e poi il ritiro. Consulente per Alstare, con la pista che chiama ancora nel 2003 e la partecipazione all'European Junior cup. Tante vittorie e l'ultima a 48 anni suonati.

Come consulente, Fabrizio affiancò Max Biaggi nel 2007 quando il romano debuttò, vincendo, a Losail con la Suzuki GSX-R1000. Quel giorno Francois Batta non era presente in circuito e Pirovano portava avanti tutta la baracca, la gioia dopo il successo fu anche maggiore di una sua vittoria in gara. Spesso si ritirava nel suo garage-officina piena di moto, tutte preparate ed elaborate, come piacevano a lui. Trascorreva intere nottate di fianco ad una moto, mettendogli mano o, semplicemente, ammirando

Da un anno combatteva contro un male incurabile, male che lo ha purtroppo costretto al rientro ai box nella notte tra l'11 ed il 12 giugno. Martedì 14 giugno i funerali, sulla pista che lo ha visto protagonista di tante vittorie.

Una vita di corse, una vita a combattere. L'ultimo avversario, il più duro, ha avuto la meglio. Ma chissà che lassù non lo inviti ad una rivincita. Dove? A Monza.

 

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