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Moto3, Di Giannantonio: sognavo Totti ma ho scelto le moto

Fabio dopo il Mugello: "in molti si aspettano altri podi, ma finire nei 10 sarebbe un grande risultato"

Di Giannantonio: sognavo Totti ma ho scelto le moto

Per tutti è semplicemente Diggia, anche perché per pronunciare il nome completo (Fabio Di Giannantonio) ci si mette più che a completare un giro al Mugello. Proprio la pista su cui poco più di una settimana fa il pilota del team Gresini ha compiuto l’impresa, salendo sul secondo gradino del podio.

La festa per il primo podio di Fabio Di GiannantonioE’ stata bella settimana, fa piacere ricevere tanti complimenti - racconta Diggia - Abbiamo fatto una festa con la squadra, poi mi sono concentrato nuovamente sugli allenamenti. Non vedo quel podio come un traguardo, ma come un inizio”.

Ti immaginavi un risultato del genere?
Il Mugello è tra le mie piste preferite e l’aspettavo dall’inizio del campionato. Sapevo di potere fare bene, ma pensavo di andare a punti o al massimo di stare nei primi dieci”.

Il podio è coinciso con i tuoi primi punti iridati, hai fatto un passo avanti che ti sarà utile per le prossime gare?
“Io ci metto sempre un po’ ad adattarmi a una nuova categoria, faccio quattro passi indietro prima di incominciare ad andare avanti. Mi sto trovando sempre meglio con la Honda e la squadra mi ha dato una moto perfetta per il Mugello”.

Lo scorso anno correvi nella Rookies Cup e nel CIV, con moto diverse…
Nell’Italiano guidavo una FTR, mi dicevano che era simile alla Honda ma non era così. Ogni moto richiede un suo stile di guida”.

Il CIV è stata una buona scuola?
Direi di sì, perché l’anno scorso, a causa del regolamento, non potevamo sfruttare a pieno le prestazioni del motore e questo mi ha costretto a concentrarmi sulla mia guida. E’ stato utile”.

La Rookies Cup, invece?
Lì non puoi toccare quasi niente sulla moto, ti devi adattare. E’ stata fondamentale per la mia crescita e in più si corre su alcuni circuiti del Mondiale”.

In quella categoria correvi con il numero 21, quello del tuo idolo Bayliss, perché quest’anno hai scelto il 4?
A Valencia, nella scorsa stagione, sostituii Locatelli al fianco di Bastianini a Valencia e usai il 4, che era il numero che avevo quando correvo con loro in minimoto, esattamente 10 anni prima. Mi portò bene e ho deciso di tenerlo, inoltre piace molto a mio padre”.

Nel Mondiale hai trovato molti piloti italiani che conosci da tempo, senti la sfida?
Non direi, penso anzi che possiamo esserci di aiuto l’un con l’altro. Molti hanno più esperienza di me e posso imparare da loro”.

Anche dopo il podio?
Molti si aspettano da me altri podi, ma io rimango con i piedi per terra. Sono alla mia prima stagione e finirla nei primi 10 sarebbe un grande risultato”.

Fabio Di Giannantonio con Fabrizio CecchiniAllora analizziamo le prossime piste…
Barcellona non la conosco proprio, ma mi dicono essere simile al Mugello, vedremo. Mentre ad Assen ci ho già corso nella Rookies Cup, mi piace e ho ottenuto buoni risultati”.

Qual è la cosa più difficile nel correre nel Mondiale?
Nella Rookies Cup era tutto più tranquillo, eri nelle mani dei tecnici e non dovevi fare molto se non guidare. Ora, invece, bisogna comportarsi come un professionista e stare sempre sul pezzo. Non è semplice”.

Hai ringraziato il tuo capotecnico Fabrizio Cecchini, è un buon insegnante?
Sono stato fortunatissimo a entrare in uno dei top team. Con la squadra il nostro rapporto non è solo di lavoro, ci vediamo quasi tutti i giorni e mi diverto con loro”.

Ora sei un pilota, ma le moto sono sempre state il tuo unico sport?
Due anni fa ho dovuto fare una scelta e abbandonare il calcio. Giocavo in una squadra di calcio a 5 ed eravamo anche abbastanza forti, eravamo vice-campioni d’Italia”.

Bayliss è il tuo idolo a due ruote, qual è quello calcistico?
“Naturalemente Francesco Totti!”.


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