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MotoGP, GP Mugello: il Bello, il Brutto e il Cattivo

La favola di Valentino al Mugello si è scontrata con la realtà di una fredda rottura meccanica. Lorenzo e Marquez in un finale da thriller

GP Mugello: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Il Mugello ha colpito ancora, con le sue polemiche, il suo fascino, il suo rumore. Del GP d’Italia si può parlare bene o male, ma non lascia indifferenti. La favola di Valentino in pole position si è scontrata con la realtà prosaica e beffarda di una fredda rottura meccanica. Lorenzo e Marquez, però, hanno scritto un finale da thriller rendendo omaggio con la loro grandezza a una pista che regala continue emozioni.

Quelle che non ci sono state per Ducati, attesa ancora una volta al grande risultato. Si è dovuta accontentare di un podio con Iannone. Sempre podio è, ma con gusto e significato diversi quello del Diggia e poi bravi anche Bagnaia e Baldassarri.

Il Mugello regala gioie e sofferenze, ma non delude mai.

IL BELLO –  Un ultimo giro che ha reso onore al circuito del Mugello e a due campioni come Lorenzo e Marquez. Bello – quasi – come un quadro di Giotto, che è nato non tanto lontano dal circuito quando le moto non esistevano ancora. Se fosse stato in tribuna, ne avrebbe tratto ispirazione per un altro capolavoro. Però anche Jorge e Marc non se la sono cavata male.

IL BRUTTO – Fischiare a chi ha corso in quel modo è un atto di ignoranza, malattia di cui purtroppo qualcuno è malato. Però al Mugello c’erano centomila persone e la maggior parte aveva il vaccino. Brutti anche gli allarmismi della vigilia che immaginavano un circuito blindato per una calata di barbari, non è successo niente. Ripassare la differenza tra il motociclismo e gli altri sport.

IL CATTIVO – Dovizioso e Iannone un’altra volta nella parte di Vladimiro ed Estragone. Chi sono? Quelli che aspettano Godot, che non arriva mai. Cambiate Godot con ‘vittoria’ e la trasformazione è completa. L’unica differenza è che i personaggi di Beckett non aspettavano al Mugello.

Valentino RossiL’ERRORE –  Della serie che a pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si prende. Domanda innocente: perché dopo la fumata nel warm up del motore di Lorenzo, in Yamaha non hanno pensato di mettere un nuovo motore anche su quella di Valentino? Aspettiamo la risposta.

LA DELUSIONE – Questa volta l’F-14 di Maverick non è riuscito a decollare. Vinales era stato fantastico in qualifica, in partenza l’elettronica ha fatto le bizze ma lo spagnolo non è parso lo stesso in gara. Rimandato a Barcellona.

LA CONFERMA  – Fino a Jerez non aveva mai vinto neppure una gara, al Mugello ha chiuso un tris. Brad Binder ha strategia e velocità e in classifica è già in fuga. Ben fatto.

Fabio Di GiannantonioLA SORPRESA – Dopo le prove libere aveva fatto parlare di sé per il suo metodo motivazionale, che non riportiamo per metterci al riparo dai bacchettoni. Deve avere comunque funzionato, perché Diggia (al secolo Fabio Di Giannantonio) ha preso i suoi primi punti iridati salendo sul podio. L’aria di casa fa bene.

IL SORPASSO – Non è andato a buon fine, ma quello alle Biondetti di Lorenzo su Marquez unisce pazzia e abilità. “Nessuno si aspetta che uno ci provi lì”, ha detto Jorge. Chissà come mai.

LA CURIOSITA’ – Il team Pramac non ha più bisogno di consultare mille siti internet per scoprire i capricci del meteo. La mano plurifratturata di Petrucci avverte di ogni cambiamento il pilota con dolori assortiti. Se non è fortuna questa.

IO L’AVEVO DETTO – Ormai chi parte dalla pole position vince”. Prima o poi l’avevamo detto tutti, dovremo inventarci un’altra statistica.


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