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T12 Massimo: una bomba da 230 CV

A due anni  dalla scomparsa di Massimo Tamburini i suoi ammiratori tornano a sognare con l'ultima realizzazione nata per volere del figlio Andrea  

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Sono passati due anni dalla scomparsa dell'indimenticato Massimo Tamburini. Il genio, l'artista riconosciuto come uno dei maggiori designer di motociclette della storia, torna a fare sognare i suoi tanti ammiratori che ad oggi ancora ne rimpiangono la scomparsa.

Il  papà della Ducati 916, la Cagiva Mito, la Cagiva C500 e la MV F4 aveva un ultimo sogno nel cassetto. Un sogno che non ha potuto però personalmente  portare a compimento. Ci ha pensato il figlio Andrea che, assieme ad uno staff di designers, ha dato vita alla T12 Massimo. Una supersportiva estrema, destinata ad una produzione limitata, che racchiude tante soluzioni tecniche interessanti tra la quali spicca il brevetto di un sistema per regolare la torsione del telaio.

Questo brevetto, che svincola la zona anteriore/finale del telaio dal cannotto, prevede la possibilità di poter variare l'elasticità in questa cruciale area della ciclistica e poter consentire alla struttura di flettere in modo controllato, andando a supplire ai limiti di funzionamento della forcella ai massimi angoli di piega. Soluzione che punta a rendere la moto efficacissima in fase di percorrenza curva.

Le peculiarità tecniche della T12 Massimo non si fermano qui. Tutta la componentistica è roba di prim'ordine a partire dalle sospensioni: anteriore e posteriore sono delle esotiche  Öhlins GP, l'impianto frenante, di impronta racing è un sistema Brembo anche esso GP con dischi e pinze completi di attacchi rapidi. 
Il motore , di derivazione BMW S1000RR, è realizzato secondo le fiches del regolamento Superbike ed è in grado di una potenza superiore ai 230 CV. Inoltre il peso a secco di soli 154,5 Kg fa della T12 Massimo un mezzo da brividi.  

Inutile dire che grande protagonista di questa ultima idea di Tamburini è il design della carrozzeria. Le linee sono una evoluzione di quelle già viste sulle MV sportive, con elementi in fibra di carbonio. Spicca il forcellone monobraccio in magnesio (come le ruote forgiate) e i tanti particolari ricavati dal pieno  in ergal. Per finire lo scarico, capolavoro di tecnica, che quasi scompare tra le pance della T12 Massimo.

Nulla è ancora confermato riguardo eventuale produzione. Il dato che sembra certo è che sarà probabilmente realizzata in tiratura limitata di poche unità e destinate solo all'utilizzo in pista. ( QUI per la gallery)

SCHEDA TECNICA

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